“Oggi quadro incerto e confuso”. Le riflessioni di Giovanni Ruvolo

Giovanni Ruvolo, ICS Caltanissetta

CALTANISSETTA – La cronaca di questi ultimi giorni ci presenta ancora un quadro politico incerto e confuso, nonostante le primarie del PD, l’ appiattimento di Vendola, il ritorno del Grande Capo nel Pdl ed il solito tentativo ambiguo e perverso dell’ UDC di costruire contenitori vuoti per continuare ad essere ago della bilancia. Tranne il Grande Capo, tutti continuano a chiedere a Monti (ed al suo Sistema) di essere ancora supplente ad una classe politica che non ha idee né progetti. Infatti la nostra democrazia, la scelta dei rappresentanti del popolo, viene adesso controllata e gestita da un fantomatico “Mercato” che decide chi è più o meno adeguato a guidare un Paese come l’ Italia. Quali sono gli obiettivi del “Mercato”? Quali i suoi interessi? Perché sceglie alcuni uomini?

Io credo che la qualità della vita di noi cittadini non può dipendere dalle borse mondiali, né dalle variazioni dello spread, né da una Troika europea che di fatto limita le sovranità nazionali, se non addirittura annullarle come è avvenuto in Grecia.

I partiti tradizionali, in Italia, non sanno come cambiare le cose, perché sono stati proprio loro a ridurre in questo stato la nostra Nazione. Parlano di far ripartire i consumi, ma aumentano l’ iva, introducono l’ imu. Molti perdono il posto di lavoro e tanti altri non lo trovano, rimanendo senza reddito. Aumenta il lavoro nero. Rimango sbalordito quando qualcuno, per giustificare Monti, mi dice :”ma abbiamo riaquistato credibilità in Europa”. Ma chi ha prova che questa “credibilità” ha migliorato la nostra qualità di vita? O questa “credibilità” è l’ adesione definitiva ad un progetto sovranazionale che destina la ricchezza solo a pochi, spargendo povertà ed insicurezza nei cittadini del mondo? Aspettiamo forse una guerra per cancellare tutto e ripartire?

Dobbiamo convincerci che questi fantomatici debiti che le nazioni hanno accumulato non potranno essere MAI PIU’ ripagati, diventando strumento di ricatto per la gestione delle economie (le nostre tasse) della Nazione. Se ci fossero politici accorti e preparati, inizierebbero a discutere su come rinegoziare i debiti, non come pagarli (ripeto, per me non si pagheranno mai) sulle spalle dei cittadini e della loro qualità di vita.

Dove sta la soluzione? Io credo che bisogna investire nei movimenti civici in rete, che hanno da anni sperimentato l’esperienza della solidarietà, che conoscono modelli di economia civile, che valorizzano le peculiarità dei territori. Esperienze politiche che comprendono la necessità della sostenibilità dei processi produttivi, ma soprattutto sanno che tutto (soprattutto l’ economia) deve essere a servizio dell’ Uomo, e non il contrario.

​Giovanni Ruvolo

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  • Mi trovo d'accordo con l'analisi fatta dal Sig. Ruvolo.Mi chiedo cosa ce ne facciamo della "credibilità internazionale" se poi noi cittadini siamo in condizioni economiche critiche, mi chiedo a che serve sottostare alla Germania quando essa non può di certo risolvere i problemi dell'Italia così come degli altri Paesi, ma anzi approfitta dei loro debiti per imporre le loro "regole".Io sostengo da tempo che la cosa migliore sarebbe uscire dall'euro,ma sembra che questa sia considerata da tutti come una sorta di bestemmia...Saluti.

  • Giovanni, Condivido in pieno la tua analisi, sono mesi che in discussioni tra colleghi o amici, cerco di far capire questo concetto del " debito pubblico " che non potrà mai essere ripagato, sopratutto attuando politiche fiscali recessive. Io voglio vivere e lavorare in una Nazione in cui, devo essere io cittadino a scegliermi chi mi deve governare , non il mercato, o tanto meno una banca privata ( vi ricordo che la BCE è una banca privata). Purtroppo oggi molte categorie sociali e produttive, non sono rappresentate nella vita politica Italiana, e avviene che un gruppo che non rapresenta neanche il 5% della popolazione Italiana possiede più del 50% della ricchezza nazionale, ed questo gruppo padrone dei media che fa passare messaggi distorti dalla realtà, sul debito pubblico, lo spread, e manovrando la politica a suo piacimento. Non capisco come minoranze produttive ,vedi confindustria, vengano chiamate in questa nazione anche per tirare lo sciacquone della toilette, e altre e ben più rappresentative ( artigiani, commercianti, agricoltori)sia numericamente che in termini occupo-azionali e fatturato, vengono emarginate e non considerate nelle decisioni che riguardano la vita economica e di sviluppo di questa nazione. Ci vuole un profondo rinnovamento rappresentativo in Italia se vogliamo avere una società più equa ed uno sviluppo sostenibile.

  • Nella situazione in cui siamo, come darti torto Giovanni, inoltre secondo me si dovrebbe valorizzare il territorio che ha tanto da dare a tutti...

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