Il verdetto: la Corte di Cassazione assolve il prof Benedetto Campanella

CALTANISSETTA – Solo nella tarda serata di mercoledì la terza sezione della Corte di Cassazione ha emesso il verdetto con cui ha messo il sigillo sull’assoluzione del prof. Benedetto Campanella, direttore dell’istituto “Luca Pignato”, dall’accusa di violenza sessuale su una ex dipendente della scuola. Secondo l’accusa Campanella, nel corso del 2004, avrebbe fatto delle avances piuttosto pesanti alla giovane e sarebbe arrivato a dirle che se non si fosse concessa a lui non avrebbe visto lo stipendio. Nel corso del processo di primo grado emersero però delle contraddizioni nel racconto della persona offesa e Campanella venne assolto su richiesta congiunta del pm Maria Pia Ticino e dell’avvocato difensore Boris Pastorello. Fu la Procura Generale ad appellare l’assoluzione, ma presentò l’atto in ritardo e quindi l’appello fu dichiarato inammissibile; in Cassazione il difensore di parte civile, l’avvocato Dario Fina, ha insistito sul fatto che tale decisione sarebbe incostituzionale in quanto non tutelerebbe tutte le parti. La suprema Corte, però, ha accolto le richieste di dichiarare il ricorso inammissibile avanzate dal sostituto pg della Cassazione Francesco Iacoviello e dall’avvocato difensore Boris Pastorello.

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  • La pena è il processo, a questo si aggiunge il processo mediatico. Non è facile limitarsi a raccontare i fatti, spesso si rappresenta una realtà diversa condotta dalla logica del commercio che vuole che si vendano meglio notizie eclatanti fondate sull'approssimazione della percezione media. L'arrestato è già condannato, metà dei soggetti in custodia cautelare sarà ritenuto non colpevole. Lo strumento della misura cautelare in carcere diviene da estrema ratio a esemplare esecuzione prima del processo. Tutto questo produce, insieme ad altri impedimenti procedurali, la negazione di un giusto processo in Italia . . . paese pluri multi condannato per i tempi di giustizia.

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