Niscemi, addio a madre coraggio. Combattè per scoprire gli assassini del figlio

Per chi l’ha conosciuta conserva nella memoria il garbo e la delicatezza di questa donna. Ninetta Burgio è morta stamattina, dopo una lunga malattia. Era una madre coraggiosa in cerca di verità e giustizia per il figlio scomparso nel 1995 e mai più riabbracciato. E’ stata forte. Non si è piegata, tantomeno rassegnata. Ha lottato fino a quando, nel settembre del 2009, ha potuto riavere il corpo del figlio. Ucciso e sepolto sotto un albero nelle campagne di Niscemi. Ucciso dalla mafia, senza un perchè. Per quattordici lunghi anni Ninetta non ha mai smesso di sperare. Ha tappezzato il paese, e i comuni vicini, con manifesti con la foto di Pierantonio Sandri: «Vi prego, ridatemi mio figlio», c’era scritto.

Ha bussato tutte le porte che poteva bussare, ha chiesto aiuto, sempre con discrezione e dignità. Ha trovato un sostegno in Libera, l’associazione antimafia di don Ciotti, che da sempre ha creduto nella sua tragica storia.  Così il nome del giovane Pierantonio è apparso nella lista infinita delle vittime innocenti delle mafie, letta ogni anno nelle piazze italiane per non dimenticare. Ninetta era sempre presente, a partire dal 21 marzo del 1997 organizzato quell’anno proprio a Niscemi. E’ diventata un punto di riferimento per le tante donne che come lei, in ogni angolo d’Italia, hanno perso un figlio, un marito, a causa della violenza assassina dei boss. Nonostante il dolore riusciva a trasmettere serenità. Quella di Ninetta Burgio è stata anche una lunga battaglia legale. Accanto a lei Enza Rando, niscemese avvocatessa dell’ufficio legale di Libera. Al processo in corso a Catania, Ninetta è stata adottata dal gruppo di Libera, presente alle udienza per farle sentire la vicinanza della parte migliore della Sicilia. Chi ha conosciuto Ninetta ha notato in lei un profondo cambiamento.

Quando ha potuto dare degna sepoltura al figlio, la piccola mamma coraggio ha trovato pace per se stessa. «Sono ubriaca di questa gioia, mi sento stordita, perché mi ha coinvolto in tutto, dalla testa al cuore che si era frantumato molti anni fa e si è ricostruito da qualche giorno, anche se sanguina ancora». Parole toccanti quelle pronunciate a Contromafie nell’ottobre del 2009. Poi la malattia e la stanchezza di una lunga battaglia. «E’ stata una notizia terribile – commenta il sindaco di Niscemi Giovanni Di Martino – forse il buon Dio avrebbe potuto darle la possibilità di poter vedere la fine del processo in corso a Catania». «Ninetta sarà ricordata come un esempio per Niscemi – aggiunge – lo è stata sempre».  Ciao Ninetta, piccola mamma coraggio!

(dal sito Antimafia2000)

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