Italia Nostra: “Umberto I non va toccato, sarebbe un reato”

CALTANISSETTA – Danneggiare un monumento o un’opera d’arte oggi è un reato (civile e penale) ancora più grave di ieri e i vandali” sono avvisati: rischiano il carcere. La decisione, recente, è del ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan, che ha presentato il disegno di legge con delega al governo, già approvato in Consiglio dei ministri, in ordine ai reati contro il patrimonio culturale. Vengono così introdotti nuovi reati, come il furto di bene culturale, per cui si va incontro alla reclusione da uno a sei anni e a multe da 5 a 10 mila euro. Il delitto di danneggiamento, deturpamento o imbrattamento dei beni culturali e paesaggistici prevede la stessa pena detentiva. Verrà punito, dunque, anche chi rovina il paesaggio, e nella categoria rientrano i costruttori di “ecomostri. Per il reato di alienazione dei beni culturali senza la preventiva autorizzazione, inoltre, aumenta la pena di reclusione fino a tre anni con multa fino a 77 mila euro. Aumentano anche la multa e la pena detentiva per chi esporta illecitamente beni culturali. Cosa dire? Provvedimenti tardivi, ma assolutamente condivisibili e apprezzabili.

Caltanissetta, ottobre 2011. Con il secondo stralcio esecutivo del progetto “La Grande Piazza”, progettisti e funzionari dell’Ufficio tecnico comunale si pongono il problema di cosa fare con il monumento a Umberto I. Questo perché il progetto “Walking on the ribbon”, vincitore del noto concorso di progettazione architettonica, prevede lo spostamento del monumento a Umberto I verso destra rispetto alla posizione attuale, e il suo ricollocamento su un basamento più basso. Siamo costretti a ricordare alcune cose. Il monumento a Umberto I, nell’omonimo, centrale corso cittadino, è documento storico-urbanistico e bene culturale della Città di Caltanissetta; peculiare elemento della memoria collettiva della cittadinanza, realizzato ai primi del Novecento. Statua e basamento sono stati organicamente ideati e firmati da Michele Tripisciano, celebrato scultore nisseno. L’art. 10 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs.22 gennaio 2004, n.42) afferma: “Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle Regioni agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico” E aggiunge: “Sono beni culturali le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive e religiose”. L’art. 169 del Codice recita inoltre: “E’ punito con l’arresto […] chiunque senza autorizzazione demolisce, rimuove, modifica, restaura ovvero esegue opere di qualunque genere sui beni culturali indicati nell’art. 10”. Inevitabilmente ci chiediamo come sia possibile che la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Caltanissetta abbia potuto legittimare, autorizzare, con l’assenso al progetto vincitore del concorso “La Grande Piazza”, interventi di modifica-demolizione del basamento del monumento a Umberto I e la sua rimozione e traslazione.

Le conclusioni appaiono scontate: il monumento a Umberto I, a Caltanissetta, non può e non deve essere né spostato né deturpato con la modifica del suo basamento, che ne costituisce parte integrante. Semmai, deve essere restaurato. Per noi di Italia Nostra la questione è chiarissima, sia per quanto riguarda gli aspetti culturali sia per quanto riguarda gli aspetti tecnico-giuridici. Se qualcuno intendesse comunque ostinarsi ad intraprendere azioni contrarie alle legge, alla storia e alla cultura e persino al buon senso comune, saremmo costretti a presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Caltanissetta. E comunque, dover ricordare, evidenziare ancora una volta, persino alla locale Soprintendenza, tali norme e tali valori, è veramente deprimente. Ma noi non desistiamo. E d’altronde, la nostra Associazione, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana, concorre alla tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione. Quest’anno, a proposito, la nostra bella Italia compie 150 anni. Lo ricordiamo agli smemorati e ai confusi servitori dello Stato. (Ha collaborato l’arch. Michele Lombardo)

Leandro Janni – Consigliere nazionale di Italia Nostra

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  • Egidio, mi pare che tu sconosca - tra tante altre cose - la consecutio temporum. Continua a dormire sereno - che ti fa bene!!! Penso che il tuo contributo alla città sia fondamentale. Insomma: va curcati!!!

    • Grazie per la...buonanotte! Sconosco la consecutio temporum, sconosco il latino, sconosco la filosofia, sconosco il dialetto, sconosco l'architettura (ma perlomeno io...non sono Architetto). Altri... sconoscono l'ironia, sconoscono la capacità di ricevere serenamente delle critiche, sconoscono la simpatia, sconoscono la mediazione. Infine abbiamo i profeti quelli che CONOSCONO la verità assoluta e ci illuminano: ;) così faranno diminuire i profitti dell'Enel!!!! ;)

      • Guarda che adesso l’ENEL commercia anche in energie alternative, caro Egidio! E comunque, il mio “va curcati” – se non si fosse capito – era ironico e anche amichevole. Un saluto cordiale - dunque

  • Oddio, sono costernato! Spero che questo annoso problema venga risolto. Siamo fortunati che Italia Nostra intervenga a difesa del patrimonio culturale: stanotte dormirò più sereno! Scusate la mia ignoranza ma il Palazzo dell'Ex Banca D'Italia è, anche, patrimonio artistico? ;) Nisseni difendiamo a spada tratta i nostri monumenti. Ogni "Cosa Nostra" merita tutela!!! :)

    • Quando demolirono la Banca d'Italia a Caltanissetta, Italia Nostra non c'era e io avevo 3 o 4 anni. Ero già un tipo tosto, ma mi occupavo di altro!!!

  • Caro Jerry, proprio perché la città è morta ci interessano i cimiteri e i monumenti!!! Ad maiora.

          • Sto seguendo con apprensione il propositivo "dibattito"
            che si sta sviluppando sul tema "Umberto su o Umberto
            giù" scaturito da una lettera del consigliere
            nazionale di Italia Nostra. Profetico é stato Antony
            nel prevedere che questa storia rischiava di finire in
            farsa;non ha però previsto che sarebbe finita in rissa.
            Dallo stesso Antony, a mio avviso, é arrivata la
            soluzione più logica ed anche più in linea con gli obiettivi statutari di Italia Nostra, che sono quelli di conservare e valorizzare
            il patrimonio artistico. Infatti, con l'abbassamento del piano di posa del monumento si raggiungerebbero, contemporaneamente,
            i due obiettivi: conservare il monumento ad Umberto e
            valorizzare il sagrato ed il prospetto della chiesa di
            sant'Agata, adesso orrendamente coperta da Umberto.
            Poiché oggi é domenica, propongo ai contententi una
            giornata di pausa e consiglio loro di andare tutti al
            Tomaselli a tifare per la Nissa che é anch'essa un
            bene della città e come i nostri monumenti ha urgente
            bisogno di essere "conservata e valorizzata".
            Sul muro, ormai diventato il muro del pianto, delle
            Brigate Ultrà Nissa ho appena letto un simpaticissimo
            appello a firma di "Quello Di Prima" che in poche
            righe riesce a fare il ritratto di noi nisseni. Per
            fortuna c'é chi ancora riesce a fare un poco di autoironia
            sui nostri ultramillenari di....., pardon ,...pregi.
            Buona domenica a tutti voi e mi raccomando, non fate
            i soliti snob, altro che tribuna VIP andate in curva,
            massa di fanatici bradipi.

  • non avete un ca.. di niente da fare al comune... la disoccupazione avanza, la città è morta e vi date lustro con polemiche su una statua che è adibita solamente a spartitraffico dei posteggiatori abusivi... ci vorrebbe Torò, ma ci faccia il piacere!

    Con affetto
    Jerry Immordino

  • più che della statua di umberto I mi preoccuperei se spostassero qualcosa dedicato a Qualcun oche ga davver olottao (vedi i giudici Falcone e Borsellino)...basta con queste statue di uomini a cavallo che niente hanno dato all'Italia se non il benestare all'ascesa di Mussolini

    • Come molte delle cose nissene, anche questa sta finendo in farsa!
      Sono un lontano parente di Michele Tripisciano; mia mamma da bambina lo conobbe e ogni tanto ce ne ricordava la figura. Io non penso che Tripisciano, amante del bello, abbia voluto che il suo Umberto fosse collocato ad oscurare il sagrato di Sant'Agata. Io penso che decisero altri e lo fecero privilegiando la visibilità dello Stato (Sabaudo) a quella della Chiesa. Ora, con tutto il rispetto per il nostro scultore concittadino e mio lontano parente, penso che Sant'Agata abbia una inoppugnabile priorità cronologica, storica e monumentale sulla
      statua di Umberto. Non me ne voglia il Presidente di Italia Nostra.
      Spero che per quello che ho detto e per quello che sto per dire non partano denunce alla PdR, anche perché sarebbe un bel da fare per la PG rintracciare Antony. Allora, questa é la mia proposta:la statua ad Umberto rimanga nello stesso identico sito in cui si trova adesso e,
      senza modificare l'altezza del piedistallo né la figura del sovrano, si abbassi di tre metri la quota del suo piano di posa. In pratica la si faccia scendere in ascensore di un piano. Ciò farebbe salva la legge e la memoria storica dei nisseni che per ricordare gli spazi estremi delle loro passeggiate domenicali (quando la domenica si passeggiava),
      usavano dire "strata ranni e colleggiu" e non già "strata ranni ed umbertu". Con la più autentica simpatia per la passione che noi nisseni mettiamo nelle piccole cose, piuttosto che in quelle di dimensioni magggiori, abbraccio da lontano i miei cari concittadini.

      • Niente Procura della Repubblica, non temere: quella è roba per gli infedeli servitori dello Stato. Per tutto il resto della cittadinanza, basterebbero delle buone e sane letture di storia e di arte.

        • E della mia proposta cosa ne pensa lo storico e critico
          d'arte consigliere di Italia Nostra? Tre metri gli sembrano troppi ? Allora lo abbassiamo dell'altezza del basamento? Parli, dica qualcosa di archetittese.

  • Abbia lei il contegno di firmare con nome e cognome, “cittadinostanco”, le cose che scrive. Noi lo facciamo sempre. Come al solito, qui si affermano cose false: ovvero, che noi di Italia Nostra interverremmo soltanto nella fase di avvio dei lavori. Sulla questione in oggetto – la salvaguardia di un monumento cittadino dedicato a Umberto I – siamo intervenuti tante altre volte. Invano. Pertanto, se gli organi istituzionali preposti alla tutela dei beni culturali e ambientali continueranno ad ignorare le leggi dello Stato, saremo costretti a presentare un esposto alla Procura della Repubblica. Non è una minaccia, è una comunicazione pubblica, caro “cittadinostanco”. E comunque, l’ostinata opacità degli enti pubblici, dalle nostre parti, ci costringe, spesso, ad intervenire proprio all’ultimo momento. Se ne faccia una ragione: si chiama democrazia. Si chiama dialettica culturale. Cose che lei probabilmente disprezza, aborre, “cittadinostanco”. Per favore un po’ di verità!

  • Il quesito sorge spontaneo.
    La stimata zelante e per quanto sembra giuridicamente forbita Associazione Italia Nostra che recentemente sembra curiosamente interessata a qualsiasi realizzazione solo nel momento in cui i lavori sono in corso di avvio, dove si trovava e quali interessi tutelava durante i lunghissimi iter che caratterizzato l'approvazione delle opere, durante il quale non solo è un diritto del cittadino, ma è anche un preciso obbligo delle Associazioni portatrici di specifici interessi partecipare al procedimento?
    Come mai interviene solo al momento in cui si sta effettuando l'affidamento dei lavori o peggio ancora quando gli stessi sono appena iniziati?
    Con quali presupposti (e ritengo con quale faccia tosta) ritiene, dopo aver disertato qualsiasi legittima modalità di partecipazione al procedimento amministrativo, cui i suoi obiettivi statutari la obbligano a partecipare, pretende di dare lezioni di legalità con un grossolano, irrituale e certamente inadeguato intervento, per altro assolutamente dissonante con la sua grande tradizione e spessore culturale, ad un organismo attento e scrupoloso come la Soprintendenza ai Beni culturali ed Ambientali di Caltanissetta, che di tutt'altro può essere tacciata fuorchè di superficialità e permissivismo?
    Bisogna augurarsi che La stessa prenda precisa posizione nei riguardi di una tale inacettabile accusa.
    Per completezza è utile ricordare al preparato dirigente di Italia Nostra che l'art. 336 del codice penale punisce chi minaccia (di denuncia penale) un Pubblico Ufficiale (Soprintendenza BB.CC. ed AA. di Caltanissetta), con l'aggravante delle motivazioni abbiette. E quale motivazione può essere più abbietta della finta esplosione ed indignazione del Dirigente che dopo essersene strafregato dell'opera il cui iter dura da anni, interveniene oggi, per la sola circostanza di averne avuto conoscenza dalla stampa (gravissimo) e per dissimulare quindi la sua inattività, incolpando in sua vece la Soprintendenza?
    Per favore un po di contegno!!!

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