Mussomeli, la fine della Provincia coincide con la fine della casta? Riflessioni di Ernesto Barba

MUSSOMELI- Questa volta……..la misura ha proprio raggiunto il colmo. Non è la classica frase di rito, ma quanto emerge da una lettera giunta in redazione da un lettore che, sentiti in merito i pareri, le opinioni e soprattutto le beghe politiche che riempiono pagine e pagine di giornali, sente di dire la propria. I toni sono pacati e freddi. I concetti chiari e coincisi. I destinatari pure. L’argomento è l’eventuale soppressione della provincia di Caltanissetta che, secondo i dati I.S.T.A.T., “giace” sommessamente all’ultimo posto nella classifica nazionale per reddito pro-capite e stile di vita. Il mittente è Ernesto Barba, 46 mussomelese con ruolo dirigenziale all’interno di Sviluppo Italia Sicilia. Nella sua breve e coincisa lettera, Barba fa emergere quelli che sono, dal suo punto di vista, i concetti di mafia e soprattutto di impegno politico. Di seguito il contenuto integrale della lettera: “Se non di lavoro, di cosa può vivere la gente comune di questa disastrata provincia?
Fuori dalle prebende della casta, la vita è difficile e pericolosa per chi non ha un’occupazione stabile, caro politicante di ogni ordine, grado e colorazione politica.
Mafia è un termine che il solo pronunciarlo, purtroppo, provoca da solo preoccupazione ed allarme tra la nostra gente maggiori di qualsiasi e temuto nefasto evento naturale.
Lo sappiamo benissimo tutti quanti!
Tuttavia, la difesa d’ufficio contro la probabile esclusione di Caltanissetta dal novero di provincia, che passa dal timore per le ipotetiche – e non condivise – ricadute organizzative delle istituzioni e il loro impatto nella lotta contro la mafia, appare se non ridicola, almeno puerile.
Lo sviluppo delle condizioni per la creazione del lavoro è la strada maestra nella lotta contro la mafia. Ogni altra iniziativa è di facciata, pura e fastidiosa demagogia.
Non necessita di ripetizione il concetto che, laddove il lavoro diventa accessibile all’individuo, caro politicante, il rischio di veder ingrossare l’esercito della malavita si riduce notevolmente. E con esso la necessità di mantenere sul territorio – per questo precipuo scopo – i presidi qualificati delle istituzioni dello Stato.
L’iniziativa politica – passata, presente e futura – di contrasto contro la disoccupazione – che non si esaurisca negli inutili slogan di circostanza – sarebbe il vero segno tangibile di un impegno politico a favore del propria provincia, da difendere davvero come caput mundi.

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