Mussomeli, Barbara Carmisciano si è arresa. Muore dopo 7 mesi e 24 giorni di coma

MUSSOMELI- Se il destino di ognuno noi potesse essere rappresentato come uno spettacolo televisivo, allora questa mattina, una sfortunatissima neo-mamma probabilmente avrà sentito la fatidica frase tanto in voga in un glorioso show di moda: “Barbara, la tua vita in questa mondo….finisce qui.” Sette mesi e 24 giorni. Tanto è durato il calvario di Barbara Carmisciano che il 31 dicembre 2010 si apprestava a festeggiare quello che è il giorno di festa per antonomasia con la nascita di Vincenzo, il figlio aspettato per ben 17 anni. Evidentemente il destino di Barbara, come quello di ognuno di noi, era già segnato dall’inizio. La donna, dopo avere dato alla luce il bimbo, ha perso conoscenza. Prontamente intubata dai medici del presidio ospedaliero di Mussomeli è stata  trasferita ad Enna, per poi essere ricoverata nel reparto di Rianimazione del “Papardo”, dove questa mattina, intorno alle 10,30 è spirata. Il suo cuore non ce l’ha fatta più e Barbara si è arresa tristemente ad un destino che ha voluto coronare il sogno di un’intera esistenza, con un prezzo carissimo da pagare: la sua stessa vita. Sul caso, già a gennaio i famigliari si erano rivolti ai carabinieri, denunciando il presunto caso di malasanità. I militari sequestrarono le cartelle cliniche, mentre un fascicolo con l’imputazione di lesioni gravissime fu aperto dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta. Il pm Elena Caruso, titolare dell’inchiesta, oltre a disporre le verifiche all’ospedale “Longo” ordinò pure il sequestro delle cartelle cliniche a Messina. Adesso il quadro delle indagini- alla luce del drammatico epilogo- potrebbe essere modificato. Non è improbabile che nelle prossime ore possa essere cambiata l’imputazione: da lesioni gravissime ad omicidio colposo. Esclusi per il momento degli indagati. Intanto, domani pomeriggio alle 16,00, saranno celebrfati i funerali nella chiesa Madre di Villalba. Una storia dalle molte sfaccettature, in cui morte e vita si avvicendano in un misterioso destino, fatto di sottilissimi equilibri. Vicenzo, il bellissimo bambino di Barbara, oggi vive con una zia a Mussomeli, circondato dall’affetto del padre e dei tanti parenti. Non conoscerà mai la madre, ma avrà una certezza che lo accompagnerà per tutta la sua vita: Barbara lo ha voluto e amato con tutta se stessa. Fino a quando Dio ha deciso per lei

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  • Trovo che il suo articolo sia tristemente patetico e di bassa levatura. Di fronte a un episodio così triste avrebbe potuto evitare le banalità che offendono intelligenza e sentimenti.

    • Cara indignata e carissimi lettori de IL FATTO NISSENO. Chiedo scusa a lei ed a tutti quanti si sono sentiti "offesi" dal mio articolo. L'intenzione dello scrivente, non era certo quella di indurre ad un "lacrimevole piagnisteo" a favore del numero numero di visite di un articolo. Volevo, nel miglior modo possibile, trattare la vera storia Barbara. Evidentemente non ci sono riuscito. Cara amica, io sono un infermiere e lavoro proprio nell'ospedale di Mussomeli, ed ironia della sorta, giusto in sala operatoria. La storia di Barbara non mi è stata raccontata: l'ho vissuta. Il dolore e la disperazione di quanto accaduto, non appartiene solo ai familari che in primis hanno tutto il dovere di arrogarsene "la paternità", ma alla collettività tutta. Con Barbara se ne va una soprattutto la testimonianza vivente dell'amore di una madre per un figlio. E glielo dice uno che ha avuto sua figlia, dopo ben 11 anni di matrimonio e dopo non poche "peripezie". Per cui, mi perdoni ancora di averla turbarta, ma mi creda affettuosamente...non era mia intenzione. Detto questo, mi assumo tutte le responsabilità del caso. Grazie comunque della sua testimonianza.

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