A Gela seduta monotematica del consiglio provinciale su emergenza idrica

Il Consiglio provinciale di Caltanissetta si terrà venerdì 13 maggio, con inizio alle ore 10,30, una seduta aperta monotematica a Gela che riguarda l’emergenza idrica sul territorio, con particolare riferimento allo stato delle dighe, soprattutto la Cimia e la Disueri. Si tratta dell’esecuzione della volontà già espressa dall’assemblea consiliare in una precedente riunione, per focalizzare una problematica quanto mai di rilievo alla presenza di tutti gli interlocutori chiamati in causa.

Il presidente del consesso Michele Mancuso ha infatti invitato una folta rappresentanza istituzionale alla seduta che si svolgerà nell’aula consiliare del Comune di Gela: l’invito è stato rivolto ai sindaci e presidenti dei consigli comunali di Gela, Niscemi, Butera, Riesi, Mazzarino, Delia, Barrafranca, Sommatino, Caltanissetta, Enna, al presidente della Regione, agli assessori regionali all’Energia e alle Risorse agricole, ai prefetti di Caltanissetta ed Enna, al ministro dell’Agricoltura, alla deputazione europea, nazionale e regionale delle due province, alle Soat di Riesi, Gela, Mazzarino, al direttore regionale Arra, all’Agenzia regionale Rifiuti ed Acque, ed inoltre a presidente e consiglieri della Provincia di Enna, capigruppo consiliari di Caltanissetta ed Enna, sindacati Cgil-Cisl-Uil delle due province, Siciliacque, Caltaqua, Ato idrico di Caltanissetta. A proposito di tale seduta aperta, il presidente Mancuso rimarca la sua “forte preoccupazione in merito all’approvvigionamento idrico del territorio, ricordando peraltro come una spalla della diga Disueri risulta a forte rischio di cedimento ed inoltre la struttura viene utilizzata solo per il venti per cento delle possibilità a fronte di una capienza molto superiore. Per questo auspichiamo fortemente che gli interventi specie sulle dighe Cimia e Disueri debbano avvenire nel più breve tempo possibile, giacché ce lo chiedono soprattutto gli agricoltori della Piana di Gela, mentre rimane la questione – anch’essa contestata – dell’utilizzo dell’acqua degli impianti ad uso civile per la decisione di Siciliacque di fermare il dissalatore”.

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