Mussomeli, studiosi e appassionati ai “lamenti” all’oratorio dell’Arciconfraternita

MUSSOMELI – Il convegno organizzato sabato scorso dall’Arciconfraternita alla Madrice sul tema “ U lamiantu a la matrici. Da u ‘zi Aureliu ad oggi” ha visto una buona presenza di pubblico, tra appassionati, nostalgici e gente comune, che hanno voluto dare la propria testimonianza ad un evento che è apparso, sin dal titolo, come una sorta di revival di quella che è stata parte dell’antica storia del gruppo cantore della Chiesa madre. Del resto, il partir degli ospiti è stato di tutto rispetto con tre illustri professori universitari come la Gugino, Bonanzinga e Buttitta, già presenti a Mussomeli in diverse altre occasioni. La sintesi di tutto l’incontro può essere riassunto nell’intervento iniziale della professoressa Gugino che ha ricordato e riproposto un frammento di un’intervista con l’allora gruppo cantore della Madrice, datato 1972, dove è udibile oltre ad motivatissimo nonché pungente Aurelio Pulci, anche un bambino di 10 anni, giovanissimo interprete nonché componente del quintetto, tale Messina dell’omonima famiglia locale contraddistinta dall’epiteto “’acchiuti” , in cui la tradizione dei lamenti si è tramandata da generazione in generazione, indistintamente dal sesso dei componenti. Lo stesso Messina, oggi cinquantenne, da molti anni residente a Palermo, era presente alla manifestazione con la moglie e non ha nascosto affatto la viva commozione nel risentire quel nastro, di cui probabilmente non aveva ricordi nitidi, con lagrime accolte con rispettoso silenzio dei presenti. Gli attuali lamentatori, hanno presenziato l’intero evento indossando le cappe e dando dimostrazione del patrimonio raccolto attraverso l’esecuzione di alcuni versi.

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