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Il caso dell’insegnante di Palermo sospesa per un video su Salvini: è polemica. IL VIDEO

Redazione

Il caso dell’insegnante di Palermo sospesa per un video su Salvini: è polemica. IL VIDEO

Ven, 17/05/2019 - 22:24

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Una clip proiettata in un istituto tecnico associava il decreto sicurezza alla eleggi razziali del 1938. Il provveditorato provinciale ha deciso di sanzionare la docente che aveva supervisionato il progetto e si è scatenata l’indignazione di opposizione e sindacati. E il ministro Bussetti ha detto di voler vederci chiaro.

Infuriano le polemiche dopo la sospensione per 15 giorni di una docente di Italiano dell’Industriale Vittorio Emanuele III di Palermo, cui viene contestato di non avere controllato preventivamente il lavoro dei suoi alunni che, in occasione della Giornata della memoria del 27 gennaio, avevano presentato un video nel quale si accostava la promulgazione delle leggi razziali al Decreto sicurezza del ministro dell’Interno.

Dopo segnalazioni anche dai social, verifiche e una ispezione, da sabato, come ha scritto Repubblica, la professoressa è sottoposta a provvedimento disciplinare dell’Ufficio scolastico provinciale le ha inflitto un provvedimento disciplinare. I legali descrivono la docente “amareggiata”, ma l’insegnante “non può sindacare la libertà di espressione degli alunni e la sua libertà di insegnamento è tutelata dalla Costituzione, purché non oltrepassi il limite del buon costume e non minacci l’ordine pubblico”.

Sul caso è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, “L’ufficio scolastico provinciale di Palermo ha agito secondo quello che prevede l’ufficio dei procedimenti disciplinari prendendo questa decisione. Io mi sono fatto mandare le carte per valutare la cosa” ha detto il ministro. “Non c’è un commento politico – ha aggiunto – gli uffici dei procedimenti disciplinari sono presenti in tutti i nostri uffici provinciali e agiscono secondo la norma che prevede in questo caso sanzioni. Sotto i 10 giorni agiscono i dirigenti scolastici e se uno di loro sostiene che ci sia qualcosa di superiore normalmente invia tutto il materiale all’ufficio procedimenti disciplinari, poi ci sarà stato il momento di confronto e la decisione eè stata dell’ufficio di Palermo. Io ho solamente chiesto, visto l’effetto che ha avuto questa decisione, di avere le carte per dare un’occhiata. Però questa è una scelta autonoma dell’ufficio scolastico provinciale di Palermo. Io al momento non reputo nulla perché se non vedo le carte non posso giudicare”.

Protesta il Pd: il senatore e segretario Sicilia, Davide Faraone, ha depositato un’interrogazione al governo sul caso dell’insegnante sospesa per sapere i dettagli della vicenda. “Bravissimi i ragazzi” afferma Faraone “ho guardato il video che hanno realizzato. Il video incriminato, il corpo del reato utilizzato dagli ispettori del Miur per punire Rosa Maria Dell’Aria, sospendendola, e visionato dalla Digos che si è catapultata a scuola, interrogando gli studenti. Vogliamo sapere chi è il responsabile della sospensione dell’insegnante e leggere l’attività istruttoria che ne ha determinato l’allontanamento, così come, e lo chiederà con una interrogazione, vogliamo sapere chi e perché ha ordinato agli agenti della Digos di recarsi a scuola per interrogare, spaventandoli, i ragazzi. Sono loro che vanno sospesi, non l’insegnante”.

Interviene il sindacato della scuola Anief: “La vicenda della sospensione della professoressa Rosa Maria Dell’Aria è un brutto salto indietro in un passato che, purtroppo, non è evidentemente ancora stato superato del tutto. La vicenda dell’insegnante sospesa a Palermo per Mila Spicola (Pd) è una “vicenda grottesca e pericolosa”.

La stessa sanzione, 15 giorni, quasi il minimo che l’ufficio scolastico regionale può infliggere a un insegnante, “tradisce”, per l’Anief – che la presunta colpa del docente, anche secondo chi ha dovuto verificare l’accaduto, in realtà sia tutt’altro che grave. La sanzione, quindi, sia piuttosto imputabile all’esigenza di compiacere il potente di turno senza però esagerare, sembra invero un’ipotesi più che plausibile. Tanto più che decidere di punire un insegnante per quello che scrivono in un compito i propri studenti è un’enormità tale che non necessita di alcuna argomentazione per essere stigmatizzata”.

“Mi sento ferita ingiustamente, è la più grande ferita della mia vita professionale. Ho dato tutta la vita all’insegnamento e con dedizione mi sono occupata della scuola e dei ragazzi” dice Rosa Maria Dell’Aria, la doicete sospesa. Rivendica di avere “sempre dato il massimo, ascoltando i ragazzi”.

“Mi sono limitata a proporre un lavoro sulla base di una serie di letture fatte sul tema dei migranti, poi una classe ha scelto di realizzare un’attività in immagini. Non ho nulla da rimproverarmi”.