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Non si è buoni cittadini solo se ci si candida, ma si è buoni cittadini quando si ha coraggio

Sergio Cirlinci

Non si è buoni cittadini solo se ci si candida, ma si è buoni cittadini quando si ha coraggio

Mer, 10/02/2021 - 23:48

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Cari amici, sono anni che amministro gruppi Facebook a livello locale ed in questi anni ho più volte criticato l’amministrazione comunale nonché i politici in generale per loro mancanze, per i loro errori ed inefficienze varie. In tutti questi anni ho sentito crescere in molte persone l’attaccamento alla città, ho visto anche un crescente dolore nel vederla sfiorire, una rabbia sempre più forte che delle volte ci ha portato ad essere anche fin troppo duri verso chi non merita di rappresentarci; rabbia e dolore paragonabile nel vedere una bella rosa rossa tra i rovi. In questi anni, ma anche precedentemente in altri gruppi, purtroppo ormai “narcotizzati”, è cresciuta la partecipazione dei nisseni, intesa non come la intende in nostro sindaco, ma partecipazione come interazione nei gruppi social, rimasti unica voce libera ed aperta a tutti, manifestando criticità e positività; tutto ciò ha maturato in me un certo ragionamento.

Tranquilli, non farò come altri annunci di candidatura, non ci penso proprio, ma su quello che dovrebbe essere la rappresentanza politica, specialmente a livello locale. In democrazia è giusto che ogni cittadino dia il suo contributo alla collettività; lo si può però dare in diversi modi; ad esempio svolgendo bene ed onestamente il proprio lavoro, specialmente se si è dipendenti pubblici, rispettando le regole del vivere civile, rispettando leggi e regolamenti, contribuendo alla crescita della città sia con il proprio lavoro che con attività imprenditoriali o, per chi può, nel partecipare alla vita politica. Partecipare alla vita politica della città, lo voglio ricordare a chi sostiene e dice “ma tu che fai per la città, candidati e fai tu”, non vuol dire obbligatoriamente candidarsi, lo si può fare anche aprendo discussioni, criticando, proponendo, suggerendo soluzioni o alternative, insomma essere da stimolo a chi, una volta eletto, pensa di essersi comodamente accomodato e di poter dormire sonni tranquilli.

Cari miei, non si è buoni cittadini solo se ci si candida, ma si è buoni cittadini quando si ha coraggio, obiettività e nessun timore reverenziale nel dire, facendo nomi e cognomi, fatti e circostanze, parlando delle cose che non vanno o di chi sbaglia, specialmente quando ciò da fastidio a chi invece vorrebbe che sul loro operato scendesse il silenzio assoluto. Poi c’è chi, potendolo fare, decide di candidarsi per agire direttamente e cercare di migliorare la città attraverso la partecipazione diretta alla politica, che ricordo essere l’arte di governare la società per rendere la vita dei cittadini migliore e nello stesso tempo migliorare la città stessa. A maggio verremo chiamati ad eleggere la nuova amministrazione comunale, che sarà formata da 24 consiglieri più sindaco ed assessori. Avremo centinaia di candidati consiglieri, stimo circa 5/600, e almeno 5/6 candidati sindaci pronti a battagliarsi per il nostro bene e quello della città, almeno così ci faranno credere. A sentire i loro programmi si resterà affascinati, se provassimo a leggerli senza conoscere l’autore, ne rimarremmo entusiasti di tutti o quasi. Si perché, onestamente, in linea generale non esistono programmi elettorali brutti, tutti hanno le ricette per la soluzione delle tante problematiche che affiggono una città. Nel nostro caso specifico, tutti i candidati sapranno risolvere le annose problematiche della rinascita del centro storico, del commercio, del turismo, della viabilità, dei servizi essenziali e via dicendo. Purtroppo per mettere in pratica i programmi non basterà solo scriverli, molti saranno infatti un copia ed incolla di altri o di vecchi, ma bisognerà avere la capacità di metterli in pratica, attraverso la squadra che il sindaco si sceglierà, con la maggioranza che si formerà in consiglio ed anche con un’opposizione che saprà svolgere il suo giusto ruolo e non che pur di sopravvivere non avrà il coraggio, come già successo, di mandare tutti a casa, loro per primi; dimostrazione ne è il fatto che molte giunte, come la attuale, vanno avanti per anni pur avendo una maggioranza di solo 4 consiglieri ed un’opposizione di 26… misteri della politica locale.

Per candidarsi non servono particolari titoli di studio, competenze o esperienze, di certo bisogna avere voglia di fare e capacità, ma ricordare anche che, come scrisse Piero Calamandrei “ la politica non è una professione”. La politica come dice anche Max Weber, deve mettere insieme l’etica della convinzione e l’etica della responsabilità, ovvero saper commisurare le finalità con i mezzi disponibili, con lo sguardo addestrato a guardare nella realtà della vita”. Tutto questo è “teoria”, purtroppo nella realtà in tanti anni abbiamo assistito a tutto e di più, a continui rimpasti, spesso non per incapacità, ma per accordi politici, a consiglieri che si sono girati tutte le “poltrone” del consiglio, che sono passati dalla maggioranza all’opposizione come fossero raccomandate A/R, si infatti sono andati e tornati con grande “nonchalance”, dando delle motivazione che spesso hanno rasentato il ridicolo, fregandosene del voto e della fiducia che hanno ricevuto da chi li ha eletti. Per non parlare poi dei tanti fantasmi, che in consiglio aprono la bocca solo per dire presenti, giusto per incassare il gettone di presenza e delle volte alzano solo la mano… per non farsi notare. Poi però noi cittadini ci lamentiamo se le cose non funzionano, ma onestamente la colpa è anche nostra, questi personaggi li abbiamo eletti noi, delle volte abbiamo confidato troppo nelle loro capacità, ma spesso e volentieri li abbiamo votati per amicizia o per recidività, nel senso che pur sapendo che era stato un cattivo consigliere gli abbiamo ridato il voto. Voglio solo sperare che questa volta sappiamo ben guardare, nel caso di ricandidature, il curriculum politico, del lavoro fatto o di quello non fatto. Nel caso di prima candidatura invece, apriamo bene gli occhi, l’attenzione deve essere doppia. In questo caso non dobbiamo solo valutare le capacità del candidato, ma chiederci cosa lo spinge a candidarsi, chi rappresenta e se la sua è una candidatura in linea con le sue parole.

Di una cosa vi prego però, non votate sol perché qualcuno vi ha chiesto di votare quel candidato, perché abita nel vostro palazzo o peggio vi ha promesso qualcosa che sappiamo benissimo non potrà mai fare. Ricordiamoci che il futuro della nostra città verrà affidato a delle persone che, se brave, riusciranno a risollevare le sorti di Caltanissetta, ma se commettiamo l’errore di eleggere personaggi che già sappiamo non essere in grado, allora rassegniamoci a vedere scendere definitivamente il sipario su una città giunta all’atto finale. Alziamo il livello dei nostri amministratori, facciamolo per noi e soprattutto per le future generazione, abbiamo una grossa responsabilità. Chiudo anticipando una proposta, che porterò avanti non appena si saranno delineate le candidature, che a molti potrà sembrare utopia o provocazione, ma che a mio avviso potrebbe una soluzione per far del bene alla città. Propongo a tutti i candidati sindaci, perché non ci sediamo attorno ad un tavolo, lasciando fuori l’appartenenza politica, e prendendo il meglio dei vostri programmi non ne stiliamo uno unico e , facendo delle primarie per il sindaco, proviamo a far rinascere veramente la città, così come desideriamo tutti ? Ne riparleremo presto.

Ad Maiora