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San Cataldo. Il 18 gennaio al Teatro d’Essai “La Condotta” va in scena lo spettacolo Tripolis.

Redazione 1

San Cataldo. Il 18 gennaio al Teatro d’Essai “La Condotta” va in scena lo spettacolo Tripolis.

Gio, 16/01/2020 - 15:39

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SAN CATALDO. E’ in programma sabato prossimo, 18 gennaio alle ore 21 lo spettacolo Tripolis. Lo spettacolo fortemente voluto dal direttore artistico Michele Celeste e dallo staff del Teatro d’essai La Condotta, ha ricevuto una menzione speciale bando ” Theatricalmass”, ed è prodotto dal Piccolo Teatro Patafisico di Palermo e da Campo Teatrale di Milano. Dario Muratore è un attore che divide la sua carriera tra teatro e cinema, di recente visto al cinema nel film il Traditore diretto da Marco Bellocchio. Dopo lo spettacolo sarà possibile intrattenersi per la degustazione al tavolo di un piatto tipico siculo-orientale, a tema con la serata proposta. Il tutto accompagnata da vino casereccio e per completare la crema tipica, il bianco mangiare. La prenotazione è obbligatoria al numero 338 1121631 – 320 6467086. Per partecipare occorre essere tesserati al Circolo Teatro d’essai La Condotta. L’ingresso è consentito ai Soci. Per diventare Soci richiedere preventivamente la tessera. Per informazioni è possibile chiamare al 338 1121631. Per quanto riguarda la sinossi dello spettacolo Tripolis, un giovane uomo chiede a una vecchia donna quali siano le tracce della propria origine. La Libia, Tripoli, la colonia italiana. Attraverso il topos Nonna/Nipote viene evocato un secolo di storia, di vita, di morte ma soprattutto d’incontro tra due identità: quella del colonizzatore e del colonizzato, quella italiana e quella araba che si ritrovano a condividere una terra, una città, un deserto, un’anima. Cocci di vita di una donna italiana, colonizzatrice, culturalmente fascista. La sua storia, la sua visione intima e la sua alterità nei confronti del
dominato. Ma cosa succede quando l’Italia perde il dominio politico e la situazione improvvisamente si ribalta?
L’arabo ritorna a essere il padrone della propria terra e l’italiano diviene ajsnabi, straniero.