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Caltanissetta e provincia, dispersione scolastica: dato record negativo nazionale, 41,7%

Redazione

Caltanissetta e provincia, dispersione scolastica: dato record negativo nazionale, 41,7%

Lun, 27/01/2020 - 10:02

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CALTANISSETTA – Sembra un dato incredibile, ma per gli addetti ai lavori è veritiero: la dispersione scolastica in provincia di Caltanissetta continua a mantenersi intorno al 41,7% registrato tre anni fa in occasione della ricerca patrocinata dall’Autorità garante per l’Infanzia e l’adolescenza: un dato che rimane tra i più elevati della Sicilia ed in netta concorrenza con Palermo e Catania, che si ritrovano anche loro al di sopra del 40%. Percentuali terrificanti specialmente se si considera che il fenomeno dell’abbandono scolastico registrato nella nostra isola è il più diffuso a livello nazionale, dove il numero dei ragazzi che lasciano i banchi di scuola si aggira sul 17%, e quindi nettamente più alto anche rispetto alla media europea che è dell’11,9%. Dall’ultima “tabella” elaborata negli uffici di via Martoglio a Caltanissetta dell’ex Provveditorato agli studi, e riferita all’anno scolastico 2017- 2018, si rileva che i ritiri in provincia sono stati 58 su 11.696 alunni iscritti (pari allo 0,50%) nelle scuole primarie, 328 su 8.360 (pari al 3,92%) nelle scuole medie inferiori e 1.272 su 12.295 (pari al 10,35%) nelle scuole medie superiori. Ma è un dato assolutamente incompleto del fenomeno, poiché tiene conto solamente degli scolari e degli studenti che hanno l’obbligo della frequenza scolastica e che quindi non superano i sedici anni d’età.

La più alta percentuale di dispersione scolastica (all’incirca del 25%) – invece – si verificherebbe nell’ultimo triennio delle scuole superiori, con tantissimi studenti che, dopo avere superato il sedicesimo anno d’età, decidono di non andare più a scuola e che cominciano a cercare un lavoro o si perdono per strada. «Si tratta di una percentuale che nella nostra provincia costituisce un fatto davvero drammatico –dice Davide Chiarenza, del sindacato Silp Cgil – e ciò si verifica nel quasi totale disinteresse da parte del mondo della scuola e delle altre istituzioni che dovrebbero intervenire per contrastare gli abbandoni dei ragazzi, che si verificano soprattutto nelle scuole medie superiori, cioè dove è fondamentale la formazione dei giovani e dove si cominciano a maturare le scelte per il loro futuro». «Un disinteresse che regna sovrano – ribadisce il sindacalista – sia da parte del mondo politico che istituzionale perché non si fa la dovuta prevenzione del disagio minorile, determinando così una situazione da “allarme rosso”. Siamo infatti in presenza di un fenomeno che ha conseguenze sociali allarmanti, soprattutto se si considera come la devianza minorile abbia ormai raggiunto livelli di guardia e si è assestata costantemente su una media complessiva del 40% della popolazione scolastica provinciale». «Docenti e dirigenti scolastici – conclude Davide Chiarenza, che per oltre un ventennio ha guidato l’Ufficio minori della questura – sono impegnati a far crescere nelle regole gli alunni: se non si trovano i rimedi per invertire e attenuare la dispersione scolastica il lavoro di quanti sono preposti al controllo, delle forze dell’ordine, del servizio sociale e della magistratura verrà vanificato da un sistema che danneggia soltanto i minori sfortunati, ovvero i figli degli ultimi». (di Giuseppe Scibetta, fonte La Sicilia)

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