Salute

Facebook, gruppi: le verità “portatili” delle piazze virtuali, tra utenti moderati ed odiatori di social

Sergio Cirlinci

Facebook, gruppi: le verità “portatili” delle piazze virtuali, tra utenti moderati ed odiatori di social

Dom, 02/05/2021 - 17:22

Condividi su:

Se è vero che Facebook può sicuramente ancora migliorare, non lo ritengo però così nocivo e dannoso come invece molti vogliono definirlo; almeno non al punto da arrivare ad odiarlo. Non ci si trova bene su Facebook? Allora risolvere il problema è semplice: basta cancellarsi. Ed è fatta….non è detto che debba per forza piacere a tutti. Nessuno punta una pistola alla testa e dice che dovete stare per forza su Facebook. Ultimamente vanno molto di moda i gruppi di discussione. A Caltanissetta ne esistono parecchi, hanno tutti alla base la volontà di creare discussioni su temi politici ma, anche su altro e trattano prevalentemente fatti ed avvenimenti locali. Quello che però continuo a non capire ed accettare è il perché di certi accanimenti contro questo o quel gruppo, definiti da molti di parte o faziosi. E’ chiaro, ognuno ha le sue idee e preferenze, ma un buon amministratore lascia spazio, senza mettere censure, a tutti di poter esprimere e postare liberamente i propri pensieri con educazione e soprattutto nel rispetto delle idee altrui. Lungi da me il voler difendere un gruppo piuttosto che un altro, ma questo mio scrivere è per portare all’attenzione di chi legge, a chi non ne fa parte o chi critica in maniera aspra e dura, quello che ormai è universalmente visto come un mezzo validissimo di comunicazione, informazione ed interazione. Probabilmente troppi personaggi si sono sentiti per anni detentori della verità, troppi personaggi per anni hanno detto quello che hanno voluto senza che nessuno mai li potesse contraddire, troppi personaggi hanno per anni avuto l’esclusiva dell’informazione facendosene, in alcuni casi, un’arma importante per ingraziarsi il potente di turno. Purtroppo per loro, in questi anni, il mondo è cambiato, tecnologia ed un diverso modo di approcciarsi all’informazione hanno fatto scendere dal piedistallo un po’ di questi personaggi che oggi hanno perso esclusività e “potere”. Vero è che come disse Umberto Eco anni fa:” I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività e venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel”, ma nello stesso tempo lo stesso Eco dice parole molto positive sul fenomeno social; ricorda infatti l’importanza della diffusione delle informazioni tramite internet in Cina e Turchia ed ha anche sottolineato come forse persino gli orrori nazisti sarebbero stati impossibili con i social network. Peccato accorgersi però che a dare diritto di parola agli imbecilli, non sono i social, ma la Costituzione. Dalle parole di Eco e visti i continui attacchi che subiscono i social, ed in particolare certi gruppi di discussione, mi vengono in mente alcune riflessioni. Delle parole di Eco molti ne hanno quasi fatto un “vangelo” per attaccare i social. Onestamente non si può negare che ci sono tanti di imbecilli che scrivono, persone poco informate e presuntuose, che tutto sanno e su tutto sentenziano. Ma lo sono anche piene le piazze, ma mai nessuno si è mai sognato di volerle chiudere alla libera discussione. Il problema, secondo il mio modesto parere è capire chi sono gli imbecilli ed isolarli. Sui social esistono infatti diverse categorie di utenti, ci sono coloro che con civiltà, modestia, educazione e rispetto, pongono domande, aprendo ad una discussione su temi interessanti e che difficilmente vengono trattati sui media locali. Con queste persone discutere, oltre ad essere un piacere ed un accrescimento delle proprie conoscenze è spesso, oltre all’arricchimento culturale, un modo per risolvere certe problematiche e servono anche da stimolo anche a chi ci amministra. La discussione in questo caso finisce quasi sempre serenamente, anche se ognuno rimane magari sulle sue posizioni. Poi ci sono coloro che, per arroganza, maleducazione o mancanza di argomentazioni a supporto non accettano il confronto e la buttano in caciara, offendendo o minacciando, per poi andarsi a sfogare nei propri profili dove gli amici approvano, spesso per pura ipocrisia, quello che non sono riusciti a discutere in un gruppo molto più eterogeneo, preferiscono infatti circondarsi di persone che la pensano come loro e che non li contraddicono, spesso per imporre il loro pensiero e non essere smentiti….e questa per loro è democrazia. Ci sono anche i delusi dalla vita o dalla politica, i cosiddetti trombati, che direttamente loro o tramite i loro fans, attaccano offendendo dicendo delle grandi castronerie prive di fondamento, ma questi vanno giustificati, poiché certe ferite bruciano parecchio. Chiudono i tanti che leggono ma non intervengono o per quieto vivere o per ignavia, ma che comunque si fanno una loro idea. Probabilmente, anzi sicuramente, i gruppi hanno ampi margini di miglioramento, ma alla fin fine non li ritengo poi così male, c’è sicuramente di peggio in giro, come sicuramente anche di meglio. Invece di attaccarli e lamentarvi in continuazione, contribuite anche voi al miglioramento ed alla crescita, suggerendo soluzioni, partecipando in maniera positiva ed attiva e non attaccandoli stupidamente e sterilmente. Chi pensa di metterli a tacere, sappia che è una battaglia persa. Se poi però vi danno tanto fastidio e non li sopportate proprio, la soluzione al problema è semplice: basta cancellarsi, come detto all’inizio.

Ad Maiora

Pubblicità Elettorale