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Palermo, operazione “Immigratis”: permessi di soggiorno “facili”, 9 arresti anche un poliziotto

Redazione

Palermo, operazione “Immigratis”: permessi di soggiorno “facili”, 9 arresti anche un poliziotto

Ven, 20/07/2018 - 08:26

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PALERMO – Sgominata a Palermo un’organizzazione accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nove gli arrestati, tra cui professionisti e un poliziotto. Divieto di dimora per il rappresentante Tamil nella Consulta delle culture del Comune. Perquisizioni e arresti eseguiti dal Gruppo della Guardia di finanza e della polizia di Stato, su ordine del Tribunale di Palermo, nell’ambito dell’operazione “Immigratis”. Coinvolti, tra gli altri, commercialisti e Centri di assistenza discale. Nel corso delle indagini, durate 2 anni e condotte da finanzieri e poliziotti della Squadra mobile palermitana, e’ stata scoperta una rete di professionisti, titolari di Centri di assistenza fiscale e altre persone compiacenti che procuravano a extracomunitari, dimoranti nella provincia di Palermo, i permessi di soggiorno od il loro rinnovo attraverso dichiarazioni dei redditi con dati fittizi o falsi contratti di lavoro. Un ruolo aveva anche il riferimento per la comunita’ Tamil, attivo nel panorama politico palermitano quale membro della Consulte delle culture.

 Il gruppo criminale operava tra Palermo e la provincia di Trapani. Commercialisti, titolari di Centri di assistenza fiscale e altri soggetti che hanno inoltrato, nell’ultimo triennio, numerosissime istanze all’Ufficio Immigrazione della questura di Palermo per il rinnovo o ottenimento del permesso di soggiorno di soggetti extracomunitari supportandole sulla base di false dichiarazioni fiscali e fittizie assunzioni. Gli immigrati, provenienti anche da regioni differenti ed in alcuni casi effettivamente dimoranti in territorio estero, attraverso un passaparola all’interno delle singole etnie giungevano a Palermo ed esternavano ai “professionisti contabili” la loro necessita’ di avere una dichiarazione dei redditi ad hoc per il raggiungimento della soglia minimo di reddito prevista per proseguire il loro soggiorno in Italia. In taluni casi, addirittura, il “reddito buono” veniva richiesto telefonicamente, prontamente intercettato dai operanti. Il fenomeno aveva assunto una tale dimensione da allarmare i poliziotti dell’Ufficio Immigrazione che, allertati i colleghi della Squadra mobile e in piena sinergia con la Guardia di finanza, hanno dato avvio a controlli approfonditi sulle dichiarazioni dei redditi trasmesse determinando la revoca di gran parte delle richieste avanzate attraverso la fitta rete di professionisti e ‘addetti ai lavori’ che, dietro il pagamento di compensi che raggiungevano anche i mille euro, offrivano tutta una gamma di servizi, finalizzati essenzialmente all’ottenimento dei relativi permessi. Il metodo consisteva in alcuni casi nell’attivazione di partite Iva per ditte individuali per soggetti extracomunitari – per la maggior parte censiti come venditori ambulanti – in altri casi venivano fatti risultare fittiziamente assunti come collaboratori domestici dagli stessi professionisti o da soggetti compiacenti. Sono numerosi gli imprenditori extracomunitari fasulli allo stato attuale censiti dai finanzieri e dai poliziotti, che, oltre a soggiornare illegalmente nel territorio nazionale si ritrovano anche con i contributi previdenziali versati tali solo sulla carta visto che il loro versamento avveniva mediante compensazione di crediti d’imposta creati ad hoc nelle false dichiarazioni fiscali. Sono in corso ulteriori accertamenti volti a quantificare i guadagni illegalmente conseguiti dai professionisti e dai vari Centri di assistenza fiscale, considerato che il sistema, accertato gia’ dal 2015, operava in periodi precedenti e opera tuttora

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