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Elisa Ingala, liquidatore Ato: “Sul debito, ricostruzioni omissive”

Redazione

Elisa Ingala, liquidatore Ato: “Sul debito, ricostruzioni omissive”

Ven, 13/07/2018 - 09:10

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CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. In qualità di liquidatore al solo scopo di fare chiarezza ed evitare illazioni fondate da ricostruzioni omissive, rappresento che non è stato mai negato al Comune di Caltanissetta il controllo della società partecipata ATO Ambiente CL1 spa in liquidazione, anzi l’Ente, insieme al proprio Organo di controllo è stato invitato anche dal Collegio Sindacale dell’ATO in data 8 marzo 2018, per riconciliare i crediti – debiti anni 2013-2017. Non essendosi presentato nessuno, il Collegio dell’ATO ha reiterato l’invito sino ad oggi disatteso. Dunque, anche al fine di dissipare ogni dubbio o perplessità, non è mai stato negato il controllo ai sensi di legge e secondo gli organi all’uopo preposti, tuttavia non può essere dato il consenso ad una pretestuosa richiesta di documenti immotivata, ove per altro il delegato per il ritiro è l’esperto nominato dal Comune prof. Avv. Alberto Stagno D’Alcontres o un suo incaricato.

Si tiene altresì a precisare che la mancata consegna della copiosa documentazione richiesta discende non da un arbitrale scelta della scrivente, ma dall’applicazione della normativa come ampliamente esplicato al Sig. Sindaco con mia del 5 luglio 2018. Tengo a puntualizzare che la illegittimità della due diligence è stata argomentata in modo circostanziato da due giuristi che hanno rilasciato apposito parere, richiesto dalla scrivente al fine di salvaguardare gli interessi di tutti i Comuni soci.

Nella missiva trasmessa al Sig. Sindaco sono stati inoltrati tutti gli atti (verbali delle assemblee dei soci dal 2012 al 2017) di cui ha il diritto di ispezione ai sensi dell’art.2422 c.c. e gli è stato ricordato che ulteriore copiosa documentazione che riguarda il servizio reso dall’ATO al Comune di Caltanissetta è stata trasmessa  durante la gestione liquidatoria.

Non poche perplessità, però, sorgono a seguito di alcuni recenti fatti: la due diligence da parte del Sindaco con un atto di nomina di un esperto, il cui impegno di consulente di controllo non spetta ad esterni, ma al dirigente dell’Ente; la dichiarazione d’inefficacia ex tunc fatta in Consiglio Comunale, circa l’approvazione del piano di rientro del debito maturato nei confronti dell’ATO Ambiente spa in liquidazione. Il piano di rientro è stato approvato nel 2014: oggi, dopo ben quattro anni, non avendo avuto accesso alle anticipazioni regionali per estinguere il debito, si vuole fare credere che il debito non esiste.  Si prende atto che tutti questi atti sono stati posti in essere nel giro di pochi mesi del 2018 (marzo-maggio).

Sorge un dubbio: sarà forse che ciò è accaduto perché il Comune in data 9 gennaio 2018 ha subito una ordinanza del Giudice dell’Esecuzione, che nell’accertamento della dichiarazione di terzo, risultata mendace, dichiara che l’ATO CL1 spa in liquidazione vanta nei confronti del Comune di Caltanissetta  un credito pari a € 11.824.768,00? O forse perché nell’assemblea dei soci dell’ATO del 5 febbraio 2018 il liquidatore, non potendo più confidare nella speranza dei finanziamenti regionali dei soci, ha comunicato che avrebbe concesso l’ultima moratoria di tre mesi ed in assenza di fatti nuovi avrebbe proceduto al recupero coattivo dei crediti? O, ancora, perché il liquidatore, muovendosi in tal senso, ha indetto l’assemblea straordinaria in data 18 maggio e 4 giugno 2018 per poter eliminare la clausola compromissoria indicata nello statuto sociale, che di fatto ha impedito ed impedisce di adire all’autorità giudiziaria per il recupero dei crediti?

Ribadisco la totale disponibilità per la verifica di tutti i controlli da esercitarsi con gli Organi legittimi e in modo legittimo;

confermo la totale contrarietà ad essere strumento di finalità personali da parte di qualche Comune che non vuole adempiere alle proprie obbligazioni, a scapito degli altri Comuni che contribuiscono e fanno il loro dovere;

sottolineo il pericolo di procedere in azioni che possono danneggiare l’Ente, aggravando la situazione debitoria rinvenuta all’atto della messa in liquidazione della società;

rimarco che il liquidatore ha trovato, e non contratto, i 27 milioni di debiti che risalgono alla vecchia gestione. Concludo comunicando che, in virtù  della trasparenza e avendo la scrivente operato in questi anni con la massima diligenza nulla avendo da temere, gli atti sono stati già depositati agli appositi organi competenti.

Elisa Ingala