Salute

Caltanissetta, la sesta commissione consiliare ha incontrato i rappresentanti dell’A.I.stom

Redazione

Caltanissetta, la sesta commissione consiliare ha incontrato i rappresentanti dell’A.I.stom

Mer, 18/07/2018 - 19:51

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CALTANISSETTA – Il 4 luglio nei locali di Palazzo del Carmine la VI Commissione Consiliare Permanente – composta dal presidente Rita Daniele, il vicepresidente Luigi Romano e i consiglieri Oscar Aiello, Giada Ambra, Calogero Bellavia, Giovanni Magri’, Linda Talluto – hanno incontrato i rappresentanti dell’Associazione A.I.Stom (Associazione Italiana Stomizzati) Sicilia Sezione provinciale di Caltanissetta, rappresentata da Debora Bennardo (presidente), Antonino Mangione (stomaterapista e vice presidente, Pino Faraci (stomaterapista), Morena Lonobile (volontaria) sul tema: richiesta di un ambulatorio infermieristico territoriale per la cura e la riabilitazione delle persone stomizzate. Gli ospiti presenti hanno infatti voluto far conoscere ai componenti della VI commissione consiliare permanete sanità, in virtù delle funzioni che riveste, la mission dell’associazione A.I.Stom nonché la necessità di istituire tale ambulatorio.
La richiesta di realizzare un ambulatorio infermieristico territoriale per stomizzati è stata presentata ,all’Asp di Caltanissetta, già da qualche anno, ma non si è avuta ancora alcuna risposta.

In altre strutture della Sicilia esistono già ambulatori territoriali per gli stomizzati: a Palermo, Catania, Cefalù, Agrigento, Ragusa.

Esiste la reale necessità di realizzare un ambulatorio ad hoc stante che gli stomizzati nel nisseno sono più di 1000! Ad oggi, un paziente stomizzato, dopo l’intervento e una volta dimesso si ritrova a gestire la sua stomia e la sua nuova condizione di stomizzato da solo: non sa dove andare e a chi rivolgersi. Ecco quindi la necessità della creazione di un ambulatorio infermieristico territoriale con la presenza di professionisti qualificati, quali infermieri stomaterapisti che aiutano il paziente a controllare le proprie funzioni fisiologiche con modalità totalmente diverse rispetto a prima, a monitorare l’adattamento dei presidi alle caratteristiche del paziente, ad alleviare la situazione di profondo disagio del paziente stomizzato che vede una trasformazione inevitabile del proprio corpo, con conseguenze negative sulla sua autostima e sulle sue relazioni interpersonali. Gli infermieri stomaterapisti, grazie alla loro formazione contribuiscono indubbiamente al miglioramento della qualità di vita del paziente.

Il paziente che ha subìto una stomia dopo 6-7 giorni dall’intervento viene dimesso e una volta stabilizzata la stessa viene applicato un sacchetto. Proprio in questo momento si rende necessaria una continuità assistenziale di professionisti specializzati nel settore per prescrivere la tipologia della protesi, per addestrare il paziente o un familiare a gestire la nuova condizione, per dare i giusti consigli alimentari e per dare il necessario supporto psicologico. L’impatto del paziente con la nuova condizione è molto forte e quindi è indispensabile che venga assistito e seguito da un professionista qualificato che lo aiuti ad accettare e a gestire il problema autonomamente.

Tutto questo richiede tempo e incontri con gli specialisti, cosa che attualmente non si fa perchè non esiste un ambulatorio territoriale

Oggi al reparto di Chirurgia Generale e d’Urgenza dell’ospedale S. Elia gli infermieri stomaterapisti sono presenti ma senza alcun riconoscimento formale: la loro attività come stomaterapisti viene offerta volontariamente nell’ambito dell’A.I.Stom ai pazienti che casualmente vengono a sapere della loro esistenza dell’aiuto che possono offrire.

In media un paziente, ad intervento finito, tra assistenza tecnica e infermieristica si dovrebbe rivolgere ad un ambulatorio specializzato e fare un controllo ogni mese, per una decina di visite l’anno.

Il controllo periodico del paziente è essenziale per mantenere quella qualità di vita che gli è stata garantita perchè ogni eventuale complicanza provocherebbe danni che richiederebbero tempo, e danaro, per essere riparati il tutto con enormi difficoltà del paziente e della sua famiglia.

Succede anche che i pazienti sono costretti a tornare in Ospedale anche per problemi di medicazione o altro, facendo lievitare i costi sanitari in maniera corposa.

Un esempio di complicanza, riferisce il Vice Direttore dell’A.I.Stom è rappresentata dal 90 % dei pazienti colonstomizzati che non vengono mai educati a fare l’irrigazione colonstomica che è fondamentale per evitare una ulteriore occlusione intestinale.

I componenti della VI commissione si sono impegnati a farsi portavoce di un problema sanitario reale e delicato del nostro territorio.