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Avvocato Diego Perricone: “Corsi e ricorsi storici, chi ci governa sparge il seme della paura”

Redazione

Avvocato Diego Perricone: “Corsi e ricorsi storici, chi ci governa sparge il seme della paura”

Ven, 06/07/2018 - 09:09

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CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. “Corsi e ricorsi storici”,certamente si potrebbe pensare all’opera di G.B. Vico e al messaggio politico che l’autore inviava ai suoi contemporanei. Orbene, riflettiamo per un attimo su questa frase e come oggi possiamo intenderla. Potremmo considerarla come il “destino ineluttabile che ha permeato la storia”e, quindi, come il ripetersi di un ciclo temporale che, a scadenza, più o meno breve, ritorna e senza che nessun intervento umano ne possa cambiare il “corso”. Mi chiedo “ma tale previsione è vera?” o forse ci fa più comodo, per scaricarci da ogni responsabilità, dichiararci “fatalisti”. Certo, contro il destino non si può fare nulla, per cui assistiamo inerti  e, quindi, consapevolmente responsabili, al susseguirsi dei “corsi e ricorsi storici”. Vorrei portare chi legge a riflettere. Nel secolo trascorso i nostri genitori e oggi noi abbiamo vissuto tre “fasi”:la prima quella che va dal 1920 al 1945;la seconda quella che va dal 1945 agli anni appena trascorsi e quella attuale che è iniziata dal 3.Marzo 2018. I nostri nonni, i nostri genitori e i libri di storia ci raccontano quello che è successo durante il “primo corso”. Ora per meglio comprendere il “corso attuale” e,quindi, ciò che sta succedendo oggi, è bene soffermarsi su quello intermedio. 1945 proclamazione della Repubblica Italiana. Ritengo che questo sia stato un momento eccezionale e,forse irripetibile. Ricordiamoci che si usciva fuori dall’epoca fascista; che l’Italia era fortemente divisa tra i nostalgici, i cattolici e i socialisti e comunisti, le cui posizioni erano completamente incompatibili e il rischio di una nuova guerra civile era reale. Eppure  gli uomini che in quel momento erano preposti a reggere le sorti della nostra Nazione, furono immensamente illuminati e saggi .Compresero che la posta in gioco era altissima, che il destino degli Italiani era nelle loro mani. Fecero la cosa  più giusta. Non aizzarono le folle, non sparsero il seme della paura, non additarono l’”altro” come nemico da distruggere e demonizzare, ma crearono,insieme, le basi di una nuova democrazia elaborandone il cardine stesso:”la nostra costituzione”. Oggi si dice che la nostra costituzione è tra le più belle. Io dico che essa è stata un capolavoro di mediazione, condivisione e responsabilità da parte dei nostri “padri costituzionali”. Essi affermarono due principi basilari su cui si è fondata per settantanni la nostra storia che possono condensarsi in “Stato di diritto” e “principio di uguaglianza”; tutta la vita, tutte le azioni da essa derivante, devono essere governate dal “diritto” e lo Stato e ogni singolo cittadino devono conformarsi ad esso in quanto soggetti uguali. Mi sono chiesto e vi chiedo:”perchè hanno voluto sancire tali principi? Ritengo perchè dovevano contrastare il principio imperante ex ante e ciòè “il diritto dello Stato”, che in pratica significava “disuguaglianza” tra  i cittadini.Certo in questi 70 anni i principi sanciti dai padri costituzionali si sono affievoliti, sono stati traditi, hanno portato le persone a momenti di esasperazione, si sono creati “sistemi e contro sistemi” con l’unico scopo: l’arricchimento di pochi e il crescente impoverimento degli altri. Tutto ciò, questa è storia recente e la conosciamo, ha portato alla fine del corso storico intermedio ed ha aperto le porte ad un “nuovo ricorso”. Con il 5.Marzo 2018 forse si è aperta una nuova era, quella del “cambiamento”. Certamente anch’io come milioni di Italiani abbiamo creduto in questa nuova politica, abbiamo auspicato che il nuovo governo ripristinasse i principi fondamentali della Costituzione: “Stato di diritto – Uguaglianza” sopratutto alla luce di quello che è il nuovo corso storico sia della nostra Nazione, sia dell’Europa, sia del mondo. Ma non sembra essere come noi italiani auspicavamo. Non c’è giorno che non vengano fatti proclami, che si accusi e si punti il dito contro qualcuno. Per me che sono padre, uomo che professa la propria fede in Cristo, operatore del diritto, questa “nuova svolta di giustizialismo” mi fa “paura”. Mi accorgo che chi ci governa,  anziché produrre norme di diritto a protezione delle fasce più deboli, dei diseredati, delle famiglie, dei giovani, continua una perenne campagna elettorale. Ma ciò che è ancora più grave, sparge il “seme della paura”, additando come unici responsabili dei nostri guai i” diversi i più deboli”, innescando in noi la convinzione che chi opera in modo diverso dal loro pensiero è la causa di tutti i nostri mali, sono dei ladri che “rubano” i soldi al popolo Italiano”, che formano caste dedite al solo business. E’ ancor più grave che per argomentare le loro ragioni forniscono dati non veri, teorie che vengono smentite dalle norme di legge, dalla nostra Costituzione, dai dati ufficiali dello Stato, dal diritto internazionale, dalle norme etico-morali, e per chi ci crede e professa di essere un cristiano, da quello che è il messaggio evangelico. L’importante è fare presa sui cittadini, avere il consenso, poco importa poi se le conseguenze sono o possono esser disastrose. Mi chiedo:”ma tale atteggiamento non era quello utilizzato nel ventennio?”. Tutti sappiamo quale è stato il risultato: le leggi razziali, l’obbligo di iscriversi al partito,le liste di proscrizione, l’isolamento internazionale, la guerra. Oggi  si  discute su due argomenti:immigrazione- diritto alla difesa. Dicono che l’Europa si è “piegata”. Dalle notizie apprese dagli organi di stampa (29-Giugno), non sembrerebbe così. Cosa succederà se tutto rimane come prima?  Ovviamente sono fiducioso che il “problema migranti” e quello delle etnie minoritarie stanziate in Italia si risolva con politiche condivise, con norme uguali, dove ogni stato europeo si assuma tutte le proprie responsabilità. Solo così ci sarà pace per quei poveri sventurati e per la serenità nostra. Quanti padri,madri,bambini dovranno ancora morire prima che l’egoismo delle nazioni ceda il passo alla condivisione?. Non è stato forse questo egoismo il seme del terrorismo?.Quanti morti dovrà ancora piangere l’Europa prima che i governanti condividano un piano comune?. Il tempo che sta per sopraggiunge ce lo dirà. Il nostro ministro si destreggia oggi tra la problematica migranti,(ieri ricordo il problema erano i “terroni”), e la ”legittima difesa e uso delle armi”. Per acclarare tale proposta riferisce che sono in forte aumento i reati contro la persona in generale e gli omicidi in particolare, per cui è giusto che il cittadino indifeso possa contrastare la criminalità con l’uso delle armi. Ciò è falso. E’ dimostrato statisticamente che siffatti crimini, grazie ad una politica di prevenzione posta in essere dalle Forze dell’Ordine,  sono drasticamente diminuiti, e, come riferito da fonti storiche, è dal 1400 che l’Italia, tra tutti i paesi occidentali, è la nazione dove si registra il minor numero di reati di questo tipo. Ma è stato pure dimostrato che in quegli stati ove vi è la libera circolazione delle armi vi è stata e vi è una recrudescenza dei fatti omicidiari e dei reati connessi. Allora mi chiedo perchè proporre questa legge? Non sarebbe meglio incrementare e meglio attrezzare le forze dell’Ordine e chi è preposto alla nostra sicurezza? Non sarebbe meglio organizzare il pianeta giustizia conferendo maggiori risorse e capitale umano? Perchè terrorizzare i cittadini; ma sopratutto a chi veramente giova la vendita delle armi? Sicuramente alle lobby,che gestiscono l’industria bellica, le uniche che in questa martoriata Italia hanno un fatturato in continua espansione, che nel 2016/17 ha prodotto utili per oltre 17 miliardi di euro (Trump docet). Ecco allora che forse, ma mi auguro di no, il “ricorso storico” è alle porte .Se così fosse dipenderà solo da noi permettere che esso si concretizzi, con tutte le conseguenze che ne possano derivare, o stopparlo mentre siamo in tempo, facendo comprendere a chi ci governa quale è la vera indole di noi Italiani. Noi non siamo né razzisti, né ingenui, riusciamo a capire i fatti storici. Noi siciliani sappiamo e conosciamo cosa significa “essere stranieri a casa altrui”. Noi siciliani sappiamo come erano trattati i nostri emigranti sia all’estero sia nel nord Italia, noi del Sud sappiamo quale era, e lo è ancora, l’appellativo con cui ci qualificavano: “TERRONI” . Allora forse è il momento in cui cominciamo a riflettere; forse è il momento che facciamo sentire la nostra voce affinchè questo governo, da noi scelto, cominci veramente a produrre quelle riforme in cui abbiamo creduto e per le quali abbiamo votato. Con grande tristezza Petronio scriveva:”Mundus vult decipi,ergo decipiatur”, :”il mondo vuole essere ingannato e allora lo si inganni”. Non so se le cose da allora siano cambiate.

Avvocato Diego Perricone