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Una riflessione di Giuseppe Curreri: “La memoria a senso unico“

Redazione

Una riflessione di Giuseppe Curreri: “La memoria a senso unico“

Lun, 11/06/2018 - 10:31

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Ho letto l’appassionato intervento del Senatore Montagnino, che conosco, rispetto e stimo, il quale accodandosi all’urlo di Graziano Delrio in Parlamento, bacchetta il Presidente Conte, ché nell’esprimere solidarietà al Presidente Mattarella per gli insulti ricevuti, non avrebbe citato anche il nome di battesimo del fratello, ricordandogli, severamente, che il fratello di Mattarella si chiamava Piersanti.

La memoria è importante, è vero.

E allora mi domando: dov’era?

Dov’era il senatore Montagnino mentre Renzi distruggeva scientificamente il PD atteggiandosi a uomo di Stato, attorniato dal suo circolo di servitori?

Dov’era quando tentava di demolire la Costituzione con metodi discutibili? Calamandrei diceva che il Governo non dovrebbe mai occuparsi di riforme costituzionali che, in un sistema democratico, devono rimanere prerogativa esclusiva del Parlamento.

Dov’era quando usava ed abusava della fiducia, anche minacciandola a priori?

Dov’era quando si confezionava una legge elettorale, palesemente incostituzionale, che avrebbe consegnato il potere ad una sparuta minoranza, affiancandola alla abolizione del Senato trasformato in dopolavoro di membri regionali nominati dai partiti?

O quando si predisponeva una legge di stabilità totalmente a debito che rinviava le misure di salvaguardia all’anno dopo, mentre la spesa pubblica rimaneva immutata?

Dov’era quando il capo del suo partito realizzava un’occupazione ‘militare’ della Rai e attaccava  le trasmissioni televisive ed i pochi giornalisti che osavano criticarlo, chiudendogli le trasmissioni?

Dov’era quando si approvava una legge sulla responsabilità civile dei magistrati, scritta male ed ignorando le giuste istanze correttive, ragionevoli e di carattere tecnico, provenienti dalla stessa magistratura?

Dov’era quando con il ddl concorrenza, scritto male tecnicamente ed in cattivo italiano dal Governo, si tentava di demolire le professioni, a beneficio esclusivo del sistema bancario?

O quando si innalzava la soglia di utilizzo del contante a tremila euro incentivando l’evasione fiscale ed il riciclaggio? O quando veniva approvato il super condono fiscale che faceva estinguere per magia migliaia di procedimenti giudiziari per evasione fiscale?

Dov’era quando il capo del governo stroncava il Sindaco di Roma, facente parte del suo stesso partito, che aveva pur sbagliato ma, tutto sommato era stato eletto dal Popolo previa vittoria delle primarie interne al partito; il tutto perché il Sindaco aveva errato nell’imputazione di un paio di scontrini alla spese istituzionali, mentre il capo del governo, al contempo, incalzato sia dalle minoranze che dalla Corte dei Corti, non forniva i giustificativi di spesa che avevano prodotto 600 mila euro di spese in ristoranti in 5 anni quando era Presidente della Provincia e imponeva la secretazione amministrativa delle successive spese fatte come Sindaco di Firenze?

E dov’era quando si rivolgeva con disprezzo ai Sindacati a a chiunque mostrasse dissenso dalle sue idee?

Dov’era quando effettuava la inqualificabile sostituzione ad hoc ed a priori  dei membri delle commissioni parlamentari in dissenso, al solo scopo di far approvare le decisioni preconfezionate di provenienza governativa?

E dov’era quando

#lavoltabuona

#labuonascuola

#unariformaalmese

#italiariparte

#passodopopasso

#coseconcrete?

E quando il premier annunciava in TV: “investite in Monte dei Paschi, è un affare”, dov’era?

La memoria è sempre un buon esercizio, concordo col Senatore Montagnino; sia a lungo che a stretto raggio, però.

Ché indignarsi per un importante nome di battesimo dimenticato in un’ora e venti di discorso istituzionale, e dimenticare da chi siamo stati governati fino a ieri l’altro e con quale stile cafonal, non fa bene a nessuno.

Forse, in questi anni, è mancato proprio il rigore ed il controllo della ‘vecchia guardia’; ma che adesso non manchi pure la memoria a breve termine.

L’augurio che tutti dobbiamo farci, è che il nuovo Presidente riporti almeno un po’ di stile, di eleganza e di garbo istituzionale.

Sarebbe già qualcosa.

Perché la forma, in democrazia, sovente è sostanza.

Giuseppe Curreri

Pubblità Elettorale