Salute

San Cataldo. Il sindaco Giampiero Modaffari sulla Democrazia Partecipata: .

Redazione 1

San Cataldo. Il sindaco Giampiero Modaffari sulla Democrazia Partecipata: .

Dom, 17/06/2018 - 10:00

Condividi su:

Con riferimento al comunicato stampa ricevuto dal M5S di San Cataldo e pubblicato dal nostro Giornale sulla questione della Democrazia partecipata, il sindaco Giampiero Modaffari ha inviato un comunicato stampa in replica che, ricevuto, pubblichiamo:

<ll portavoce dei 5 stelle afferma che secondo la normativa vigente (art.175 commi 3 e 4 del d.lgs.vo n.267/2000), il Sindaco avrebbe potuto procedere ad una variazione di bilancio da proporre al Consiglio Comunale sino al 31 dicembre 2017. Tale affermazione è tecnicamente destituita di ogni fondamento; infatti, la norma citata nulla ha a che vedere con la variazione di cui si parla, in quanto il capitolo di spesa afferente la democrazia partecipata è un capitolo di spesa corrente, il cui stanziamento è ragguagliato ad una percentuale non inferiore al 2% del trasferimento corrente della Regione Siciliana per l’esercizio finanziario 2017; la fattispecie a cui penso si fa riferimento nell’articolo (somme vincolate) è quella dell’art.175 comma 3 lettera “c” che si riferisce all’applicazione di avanzo vincolato, fattispecie che nulla ha a che vedere con la vicenda che ci riguarda. Per quanto concerne poi il rimborso di cui si parla nell’articolo, è evidente la confusione concettuale in cui è incorso il portavoce; infatti la spesa per la democrazia partecipata non darà luogo ad alcun rimborso da parte di nessuno e tanto meno da parte della Regione Siciliana, in quanto si tratta di spesa corrente per fini istituzionali, finanziata con la fiscalità generale. Forse il portavoce non ha chiaro il fatto che il trasferimento corrente della Regione Siciliana non rimborsa alcunché, in quanto è destinato a finanziare in maniera generale la spese corrente del Comune. Ciò è comprovato dal fatto che il capitolo di spesa concernente la democrazia partecipata non ha alcun collegamento con un analogo capitolo di entrata, come sarebbe stato se veramente tale spesa fosse soggetta a rimborso. Infine, per quanto attiene alla presunta sottrazione di risorse ad altre voci di spesa del bilancio è chiaro che si tratta di una considerazione assolutamente infondata, in quanto il capitolo di spesa concernente la democrazia partecipata è stato inserito nel bilancio di previsione 2017, nell’ambito dell’equilibrio finanziario di parte corrente, per cui non si capisce a quali voci di spesa tale risorsa sia stata sottratta. Evidentemente, il portavoce non ha contezza della struttura del bilancio di previsione dell’ente e dei principi contabili. Sulla scorta di tali argomentazioni, non si comprende quali sarebbero i danni che il capitolo di spesa di che trattasi abbia procurato all’ente. La spesa per la democrazia partecipata, lo spieghiamo per l’ennesima volta, è una spesa per fini istituzionali, la cui scelta deve essere effettuata con la modalità della democrazia partecipata. Quindi, se la spesa per il fine istituzionale è di € 9.000, o di qualunque altro importo, non può per definizione essere considerato mai un danno.