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L’APPROFONDIMENTO: Migranti. Sicilia, tendopoli fantasma “smonta e rimonta”: anche a Caltanissetta

Redazione

L’APPROFONDIMENTO: Migranti. Sicilia, tendopoli fantasma “smonta e rimonta”: anche a Caltanissetta

Mar, 05/06/2018 - 09:42

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Si smontano e si rimontano, come degradanti ‘teorie di Lego’, indegni ‘puzzle tridimensionali’ della poverta’ e dello sfruttamento. Baraccopoli e tendopoli che in Sicilia danno alloggio temporaneo e auto-organizzato a migranti utilizzati come manodopera a basso costo.
A Cassibile, in provincia di Siracusa, a esempio, le forze dell’ordine sono continuamente alle prese con queste ‘architetture’ fantasma, ma ben conosciute dai nuovi schiavisti italiani. Soltanto a maggio doppio blitz anti caporalato dei carabinieri. Dopo la tendopoli di fortuna, scoperta alcuni giorni prima con all’interno 37 migranti regolari, in localita’ Stradico’, in un terreno privato, e’ stato individuato un altro insediamento abusivo: oltre 50 le baracche in legno e lamiera, in grado di alloggiare nel degrado assoluto 100-120 persone. Al momento del controllo erano presenti 79 persone, in maggioranza di origine africana, tutti di sesso maschile, maggiorenni e in regola sul territorio nazionale, segnalati alla procura per invasione di terreni. L’area, in un fondo agricolo vicino lo svincolo dell’autostrada Siracusa-Gela, in pessime condizioni igienico-sanitarie, era priva di acqua corrente ed energia elettrica. Gli ‘ospiti’ avevano realizzato degli ambienti comuni: un locale ricreativo attrezzato con un bancone e utilizzato per la mescita di alimenti e bevande, con tavolini, un televisore e un vano riservato alla preghiera, una piccola Moschea improvvisata. Nella baraccopoli anche una discarica a cielo aperto in cui giornalmente venivano bruciati i rifiuti prodotti dagli occupanti.
Lo scenario, qui come altrove, come spiegano i volontari di Carovane Migranti, che ogni anno percorrono questo drammatico purgatorio, e’ sempre lo stesso. Proprio a Cassibile i ‘carovanieri’ hanno potuto entrare nell’ennesimo ghetto dove hanno trovato precarissimo e improvvisato rifugio i migranti che lavorano come braccianti nelle campagne per la raccolta di arance, limoni, patate. Si tratta per lo piu’ di senegalesi e magrebini, cui la parrocchia fornisce i pasti. Ma qui manca completamente una tutela sui diritti del lavoro, mancano i vestiti, manca l’acqua, che devono andare a prendere in paese a chilometri di distanza, subendo le proteste dei locali. Solo la solidarieta’ di pochi viene in aiuto a questi invisibili.

Altri invisibili si incontrano a Vittoria, grosso centro in provincia di Ragusa. Una distesa plastica di serre, uno dei piu’ grandi poli ortofrutticoli europei, e’ il luogo di lavoro di uomini, ma soprattutto donne dell’Est, sfruttate lavorativamente e vessate e violentate dagli stessi proprietari delle serre. Anche qui un’area ghetto – quasi mimetizzata nel paesaggio – che appare come un grande buco nero.
Una tendopoli-baraccopoli era diventata una presenza acquisita e mal digerita dai residenti di contrada Erbe Bianche a Campobello di Mazara, nel Trapanese. Nella zona da anni si radunano oltre un migliaio di migranti impegnati nelle raccolte agricole stagionali. Le ruspe a marzo sono intervenute sradicando una decina di tende e baracche adibite ad alloggio dai migranti che da ieri sera hanno abbandonato la zona. Per settimane un gruppo di associazioni (Contadinazioni, Libera, Forum Antirazzista di Palermo) ha lanciato un appello alla ricerca di abitazioni da concedere in affitto ai migranti che intendono rimanere in zona. “Abbiamo chiesto a chiunque – dice uno di loro – ma appena diciamo che si tratta di migranti, i proprietari delle case si dicono non piu’ disponibili”. Lo sgombero del ghetto – costruito con legno di risulta, pannelli di eternit e teloni da campagna – era stato disposto dalla stessa amministrazione comunale. Nel 2013 in un incendio mori’ un ragazzo di originario del Senegal dal quale prese il nome “Ciao Ousmane”, un campo provvisorio organizzato e finanziato dal comune di Campobello di Mazara in un ex oleificio confiscato alla mafia.

Analoga situazione a Caltanissetta, nei pressi del Cie di Pian del Lago. Anche qui recentemente e’ stata sgomberata la tendopoli di pakistani, richiedenti asilo, lungo la strada provinciale. Alcune decine erano accampate da diverse settimane sotto il cavalcavia. (Foto di repertorio)
In provincia di Catania, a Paterno’, ha trovato spazio per lungo tempo una baraccopoli di circa 200 posti letto, in contrada Ciappe Bianche: baracche di fortuna costruite con teloni, pezzi di lamierini, con materiale di risulta; a bloccare le tende al suolo, per fermare vento e pioggia, grosse pietre e pezzi di gabinetti, prelevati dalla mega discarica abusiva. Rifugi miseri abitati soprattutto da nordafricani impegnati nella campagna agrumicola, tra ruspe e nuovi giacigli di (s)fortuna. Spazzati via. Almeno per ora

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