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Istruzione, soltanto il 44% dei nisseni ha un diploma: Caltanissetta in fondo alla classifica nazionale

Redazione

Istruzione, soltanto il 44% dei nisseni ha un diploma: Caltanissetta in fondo alla classifica nazionale

Mar, 26/06/2018 - 09:34

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Più della metà dei nisseni adulti (tra i 25 e i 64 anni in età produttiva) è senza diploma. In pieno periodo di esami di maturità, la statistica sui livelli di istruzione in Italia, nei singoli territori provinciali, è visibile attraverso la mappa pubblicata da Infodata de “Ilsole24ore”.

Ancora oggi 4 italiani su 10 dai 25 ai 64 non posseggono un diploma, al Sud a non avere questo titolo di studio è la metà della popolazione di questa età. Lo stacco rispetto a 14 anni fa è di 10 punti percentuali nel complesso (nel 2007 il 48% degli italiani non era diplomato), ma al sud la crescita è stata ancora una volta più rallentata: +9 punti percentuali dal 2004 al 2016, contro i 13 del nord e i 12 del centro. Vi sono regioni come la Basilicata dove in 14 anni le cose sono migliorate di più (+13% nel numero dei diplomati, allineando la Basilicata alla media nazionale), altre come la Calabria dove si è cresciuti solamente del 6%. Lo raccontano recenti dati Istat contenuti nel rapporto Bes 2017 – Misure del benessere equo e sostenibile dei territori”  , pubblicati i giorni scorsi, che racconta le 110 province e città metropolitane italiane.

Oggi la regione con il più basso tasso di diplomati fra i 25 e i 64 anni è la Puglia, dove il 48% dei cittadini adulti ha almeno un titolo di studio superiore.

Andando ancora più nel dettaglio, in fondo alla classifica troviamo le province di Barletta Andria Trani (40% di diplomati), Nuoro (42%), Trapani (43,4%), Foggia (44,3%), Caltanissetta (44%) e Taranto (45,9%). Ma ad avere meno della metà della popolazione adulta diplomata sono anche Olbia, Carbonia e Iglesias, Sassari, Agrigento, Palermo, Ragusa, Crotone, Catania e la provincia di Napoli.

In cima si collocano invece le province di Roma (72,1% diplomati), Trieste (71,6%), Bologna (71,4 %) e Milano (69,3%).

Siamo dunque ben distante dal concetto di progresso di un territorio in termini di empowerment dei cittadini, cioè di reale uguaglianza di opportunità, di riduzione dello sfruttamento sul lavoro dei gruppi più svantaggiati e di mobilità sociale. La scuola è uno dei principali proxy di disparità sociale: come mostrano anche i recenti dati Almalaurea 2018 i figli di genitori con basso titolo di studio conseguono anche loro titolo di studio meno elevati rispetto ai figli di persone che hanno studiato di più.

A questo aspetto si lega il fatto che in media in Italia si fa poca formazione continua, in particolare nelle aree dove la popolazione ha titoli di studio più bassi. Sempre il rapporto BES mostra che al sud nel 2016 la percentuale di persone che partecipano a corsi di formazione da adulti è sostanzialmente la stessa del 2004, mentre nel resto d’Italia, specie dopo la crisi, l’offerta di questo tipo è cresciuta notevolmente. Al nord e al centro si sfiora il 10% dei cittadini dai 25 ai 64 anni (per tutti i titoli di studio) che ha usufruito di corsi di formazione continua nel 2016, mentre nel meridione siamo al 6,2%. In Sicilia, la regione dove nel complesso la partecipazione è più bassa, non si tocca neanche il 5%.

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