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Caltanissetta, liceo scientifico “A. Volta”: approfondimento e lettera a don Pino Puglisi

Redazione

Caltanissetta, liceo scientifico “A. Volta”: approfondimento e lettera a don Pino Puglisi

Dom, 20/05/2018 - 17:52

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CALTANISSETTA – La classe V C del Liceo scientifico Volta di Caltanissetta, impegnata in un percorso annuale di approfondimento didattico sulla figura di don Pino Puglisi, previsto dall’ampio progetto “La dignità della persona”, che ha visto già altre giornate formative, ha condiviso la “Peregrinatio reliquie del beato Pino Puglisi”, che si è tenuta giorno 14 maggio 2018 presso la Casa circondariale di Gela, alla presenza del vescovo di Piazza Armerina, monsignore Gisana, del giudice della Corte di Appello di Caltanissetta , dottore Tona e del direttore della casa circondariale di Gela. L’ approfondimento sulla Dignità è stato compiuto alla luce della Speranza , nel pensiero dei filosofi contemporanei, curato dalla professoressa Susy Gallo Afflitto . Il progetto della Direzione della Casa Circondariale ha previsto, attraverso la presenza del reliquiario, la conoscenza della vita di padre Puglisi e la riflessione sulla mafia, sul perdono e la  carità. Gli allievi attraverso questo percorso, guidato dalla docente IRC, professoressa Piazza, hanno raggiunto una profonda e ampia consapevolezza della legalità, legata indissolubilmente a uomini e donne testimoni di un impegno per la promozione della verità e, in don Pino, della carità quale orizzonte della quotidianità; si sono appassionati alla vicenda di quest’uomo di cui hanno conosciuto il volto e le parole, sino a desiderare di scriverGli idealmente una lettera ( allegata), che hanno presentato presso la Casa Circondariale, in cui hanno espresso il valore e il significato dell’incontro con Pino Puglisi.

Lettera a Don Pino Puglisi

Caro don Pino, ti parlo a nome dei tanti ragazzi troppo giovani per averti potuto conoscere. Ragazzi consapevoli del fatto che i grandi uomini si ricordano per le belle azioni che hanno compiuto in vita; ragazzi che sentono la necessità di dirti quanto vivo ancora sia in loro il tuo ricordo e quanto ben saldo sia il tuo insegnamento, un insegnamento speciale che ha mostrato loro cos’è la speranza e la via per non perderla mai.

Le tue parole e i tuoi gesti hanno raggiunto anche il cuore di persone che a malapena conoscono il tuo volto, ma grazie alla spontaneità, alla loro semplicità e significato, hanno toccato gli animi di quelle persone che spesso hanno difficoltà a cambiare la loro vita a meno che non capiti loro un’ esperienza diretta che li possa stravolgere.

Egli ci ha ricordato il valore di un “grazie” come riconoscimento e gratitudine verso l’altro, ci ha richiamato al senso delle regole in una partita di calcio come rispetto dell’altro, così è stato educatore e testimone del Vangelo anche per noi.

La cosa che più ci ha fatto amare la tua persona è stata la tua vicinanza intesa come l’immedesimarsi in una figura quale il prete, spesso considerata molto distante da parte dei ragazzi, in persone facenti parte di una generazione dove il ruolo della Chiesa è messo in secondo piano oppure in persone la cui mentalità è stata plasmata da principi lontani dal Vangelo.

Le sue non sono state solo parole,  ma fatti, non ha mai raggirato le piccole e innocenti menti dei figli del suo quartiere, le ha fatte ragionare, mostrando loro una via differente per il loro futuro e al tempo stesso, lasciando loro libertà di scelta, speranzoso di un profondo cambiamento nella loro vita; è stato un padre che li ha strappati dagli inganni suadenti della “vita facile”, che nega la loro dignità di persone.

Però, la cosa speciale e originale che ha fatto di te un modello da seguire, una figura di riferimento di molti giovani, è stato il tuo modo di operare. Ricordiamo ancora le tue parole: << io non mi sento un prete antimafia. Il mio lavoro è stato sempre “per” e non “anti”. Anche “per” i “lontani”, purché mostrino segni di ravvedimento >>.

Il suo obiettivo non è mai stato quello di isolare o estirpare dalla società il mafioso, per lui ciò che contava non era solo la lotta alla violenza, quanto piuttosto l’instaurazione della logica della pace, della solidarietà, dell’amore che non è solo contrario alla violenza, ma alternativo in senso radicale ad essa e destinata ad ogni uomo.

 Carissimo don Pino, tu hai messo il bene per gli altri al primo posto, Consapevole di operare nel volere del Signore che ama tutti gli uomini hai affrontato anche la morte con il sorriso  insegnandoci ad essere coerenti con i nostri ideali .

L’amore trasforma in meglio le persone. Il male è qualcosa che accomuna tutti gli uomini, ma può essere sconfitto con il bene.

 Grazie!