Salute

“Ospedale di Mussomeli: lo sfogo del dott. Dell’Utri: “Da uomo libero ho voluto dire la mia”

Carmelo Barba

“Ospedale di Mussomeli: lo sfogo del dott. Dell’Utri: “Da uomo libero ho voluto dire la mia”

Lun, 16/04/2018 - 07:26

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MUSSOMELI –  Ha affidato al social il suo sfogo domenicale riguardante la struttura ospedaliera mussomelese, da diversi  condiviso e  commentato. “ Buongiorno a tutti a chi mi vuol bene e a chi no”, incomincia così il suo sfogo.   ” Oggi voglio rivolgere un appello a chi può, a chi col sol volere cambiare le cose, rendere tutto più facile, ha il potere di far sorridere e di trasmettere tranquillità.    Lavoro in un piccolo Grande ospedale dove la prima regola si chiama Umanità;  ma a molti sordi non dice nulla  “M. I. Longo di Mussomeli”.   Lavoro in una struttura che é stata definita recentemente fatiscente, ed in parte è vero se é vero che le porte d’ingresso dei reparti non si chiudono,  i letti di degenza sono rotti e i materassi sporchi e sfondati: scarso aggiornamento tecnologico vessato dalla dirigenza del S. Elia , che snobba chi ci lavora e dove invece il personale che dovrebbe assistere i degenti prega amici a far saldare i letti rotti a titolo di amicizia. E, nonostante tutto,  risulta un eccellenza, la gente corre per farsi curare. L’Agenas ci premia per tre anni consecutivi al primo posto per le fratture del collo femore trattate entro le 48 ore, salvo essere rimproverata e redarguita di non far più classifiche per non mortificare i più titolati finiti in fondo alla classifica. Amareggiati si, si rimane quando ascolti chi per istituzione dovrebbe prendersi cura ogni giorno di questo “piccolo” nosocomio ed invece viene ad ogni eclissi per vedere da che parte tira il vento.
salvo proporre funzioni da gregario ad altri quando sai che proprio questi non fanno altro che guardare altrove. Hanno sventrato una struttura che era un gioiello,  sono responsabili di ospedalicidio .
Mi rivolgo al mio Presidente Musumeci e al suo assessore, Razza, questo popolo non merita di essere trattato cosi. Si dia dignità a chi ci lavora anche 12 ore al giorno per spirito di sacrificio e chiedono soltanto di aiutare i nostri “siriani autoctoni”.  E il vizietto di indebolire una struttura per poi definirla non produttiva e chiuderla è vecchia e ormai non paga più perché i cittadini la conoscono e mi rivolgo in particolare oltre che ai politici a qualche burocrate piccolo piccolo che dovrebbe fare il suo lavoro ma rimane lontano e lancia minacce a debita distanza.  Non si cresce, non si diventa primi o grandi togliendo chi ti sta accanto.
Scusate se di domenica mattina mi sono lasciato a questo sfogo, ma da uomo libero ho voluto dire la mia, magari domani ne pagherò le conseguenze, perché le vere dittature e le mafie hanno sempre e solo i colletti bianchi. Buona domenica a tutti. Carlo Dell’Utri”