Salute

“E sedutosi… li ammaestrava”: Beati quelli che pur non avendo visto crederanno (di don Salvatore Callari)

Don Salvatore Callari

“E sedutosi… li ammaestrava”: Beati quelli che pur non avendo visto crederanno (di don Salvatore Callari)

Lun, 09/04/2018 - 07:30

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Questa domenica è detta Domenica della Misericordia. S. Giovanni Paolo II ha voluto che si celebrasse, cioè, si ricordasse in modo esplicito, che si sottolineasse in maniera solenne la Misericordia di Dio .Essa si è già manifestata nel giorno della Pasqua, cioè con la Redenzione che è la prova più grande dell’amore di Dio che in Gesù risorto apre il cuore paterno all’intera umanità e concede la grazia del perdono. E’ questo, ciò che avviene il giorno di Pasqua, secondo la liturgia, che viene ribadito ancora una volta. Potremmo dire che prima si è dato rilievo al dato di fatto, all’evento della Risurrezione e ora se ne considerano gli effetti e se ne dà la spiegazione: tutto avviene perché Dio ha perdonato , perché Dio è Misericordia infinita.
Questa è una riflessione teologica, una deduzione, ma nel vangelo di oggi ci viene presentata una scena che è del tutto concreta, soggetta alla prova dei sensi. Gesù appare a Tommaso che dubita della sua risurrezione; poi il rimprovero per la sua incredulità, e la “rimonta” di Tommaso che fa la sua nobile professione di fede : “ Mio Signore e mio Dio “ . Tutto visibile e udibile. E’ mirabile come Tommaso abbia trovato con poche parole ad esprimere nel modo più perfetto, teologico e profondo la propria fede. Ma è consolante quello che aggiunge Gesù. “ Beati quelli che pur non avendo visto crederanno. Sembra che Gesù, chiuso l’incidente di Tommaso, si voglia rivolgere, allungando lo sguardo sui secoli a venire, agli uomini di tutti i tempi, e quindi anche a noi. Noi siamo chiamati alla fede, non perché ci sentiamo supportati dalla vista, dal contatto fisico, ma dalla forza della verità contenuta nella Parola di Dio che ascoltiamo. La fede è incontrare il Signore e sentirlo nel cuore per la grazia dello Spirito Santo che ci parla. Se avremo, o se abbiamo assiduamente la sensibilità di accogliere la voce dello Spirito di Dio, ci sentiremo a colloquio con Lui, lo incontreremo ascoltandolo, lo incontreremo nei sacramenti e ne avvertiremo la dolcissima presenza nella Eucaristia. Come è edificante la testimonianza di tanti semplici cristiani, o noti e anonimi personaggi cercatori di Dio, che affermano di “averlo incontrato” e di sentirlo come “interlocutore” che ha cambiato la loro vita, “senza averlo mai incontrato” nella realtà storica, fisica, e sensibile. Diciamo col Centurione e con intima gioia : “ Io credo, Signore, e Tu, aiuta la mia fede”.

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