Salute

“Se puoi sognarlo puoi farlo”. La nascita della Rete d’imprese Strata ‘a Foglia

Michele Spena

“Se puoi sognarlo puoi farlo”. La nascita della Rete d’imprese Strata ‘a Foglia

Ven, 09/03/2018 - 21:02

Condividi su:

9″Se puoi sognarlo puoi farlo” diceva sempre Walt Disney ai suoi disegnatori quando iniziava a concretizzarsi nella mente una nuova idea o un nuovo personaggio.
Idee che potevano sembrare folli. Progetti nei quali investire “tempo e denaro” equivaleva a essere giudicati come incoscienti. Suggerimenti che, per (nostra) fortuna lui – e il suo staff – ha scelto di non seguire.
Passeggiando in quei 50 metri di via Consultore Benintendi viene da chiedersi se gli imprenditori della rete Strata ‘a Foglia abbiano seguito la stessa corrente di pensiero quando, un anno fa, hanno iniziato a condividere idee per trasformare un sogno in una realtà.
Calpestando quello storico basolato, ammirando la rinascita di quelle botteghe da troppi anni abbandonate, non posso che ammirare l’audacia quasi eroica che queste persone – più o meno giovani – hanno avuto decidendo di riaccendere le luci dello storico mercato.
Da cittadina, da donna, da madre, da moglie non posso che apprezzare la scelta di non fuggire.
Facile trincerarsi dietro uno schermo e un’immagine caricata su un social network criticando quella che troppo spesso è stata definita “Caltatristezza”.
Ci vuole coraggio per andare controcorrente.
Ci vuole coraggio a persistere in un progetto pieno di difficoltà e ostacoli.
Ci vuole coraggio per non mollare tutto e fuggire verso qualcosa o qualche luogo nel quale la vita sembra “più semplice”.
Ci vuole coraggio a metterci la faccia, il tempo, il denaro, il proprio futuro.
Ci vuole coraggio a seguire il cuore e non la ragione.
Malgrado ciò per (nostra) fortuna c’è chi questo coraggio l’ha avuto.
“La città non è pronta a una via dello street food”.

“Il nisseno non scenderà mai in piazza rinunciando alle piccole comodità alle quali è abituato.Non importa se l’offerta è caratteristica o innovativa”.

In questi ultimi tempi, di commenti se ne sono prodigati anche troppi. Sono arrivati appassionati e accesi come il vino rosso versato nei calici. Sono aumentati fino quasi a traboccare come la schiuma della birra che non riesce più a restare dentro il suo bicchiere.
Tuttavia questo non li ha fermati.

Non si sono lasciati travolgere dalla negatività di chi sa dire solo “se” e “ma”.
Con un sorriso e gli occhi brillanti di emozione per la grande folla che all’inaugurazione ha accolto questo pionieristico progetto, loro si sono finalmente fermati ad ammirare il risultato. Quasi come se fossero solo spettatori estranei e non i protagonisti di una brezza che profuma di rivoluzione civica e culturale.
“Le idee e le buone iniziative sono come il lievito madre: vanno condivise con chi ci sta accanto”. Un commento estemporaneo, espresso in modo casuale poco prima che le forbici tagliassero il nastro inaugurale ma, in sottofondo, ribolliva il loro desiderio di accogliere come “vicini” altri imprenditori della ristorazione.
“I tuoi nonni erano proprietari di quella bottega lì di fronte. Poi i commercianti, che si tramandavano il mestiere da padre in figlio, hanno iniziato a chiudere le loro attività, la strada si è svuotata e le saracinesche sono rimaste abbassate”. Questo era il racconto che, con un pizzico di nostalgia e di amarezza, ho sentito tante volte da mio padre. Un ricordo simile a quello che tanti altri nisseni possono avere. Adesso, però, “quell’amaro in bocca” può lasciare il posto all’acquolina stimolata dai i profumi invitanti che escono dalle botteghe della Strata ‘a Foglia. E l’immaginazione comincia a galoppare verso prospettive di un futuro potenzialmente non troppo lontano.

Il mio invito è di andare a sedersi in uno dei tavoli posizionati all’estremità della via chiusa al traffico veicolare e fermarsi a osservare mentre si gusta un timballo di riso, una polpetta o un centrifugato.
Con piacevole stupore si potrà notare come, nello storico mercato, si sia creata una piccola oasi che nulla ha da invidiare ad altri paesini caratteristici della macchia mediterranea. Un quartiere maltese o un borgo provenzale potrebbero avere lo stesso fascino. La differenza è che questo è “nostro” e lo possiamo raggiungere a due passi.

E se tra i doni da mettere sotto l’albero e condividere con chi si ama si mettesse un po’ di fiducia nella propria terra e il coraggio di osare?

Questo non significa che ogni cittadino è invitato ad affittare una delle botteghe del mercato e aprire un’attività. Basterebbe semplicemente credere nel sogno che quei 7 imprenditori hanno iniziato a raccontare.

Pubblicità Elettorale