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Mussomeli, Arciconfraternita e apertura da parte del vescovo

Carmelo Barba

Mussomeli, Arciconfraternita e apertura da parte del vescovo

Sab, 10/03/2018 - 22:35

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MUSSOMELI – Non solo la Domenica delle Palme potranno indossare i propri abitini gli appartenenti all’arciconfraternita Ss. Sacramento della Madrice, ma se la Settimana Santa si svolgerà in un ritrovato clima di autentico fervore religioso e quindi senza polemiche né incidenti, il vescovo metterà il proprio sigillo su Mussomeli, Paese delle confraternite, scrivendo di proprio pugno una formale lettera di encomio alle confraternite.
Queste le novità dell’ultima ora a seguito della mission del sindaco Giuseppe Catania che giovedì, in un clima di cordiale scambio di vedute, ha incontrato in Curia Sua Eccellenza, Mario Russotto. Erano anche presenti il Vicario generale, mons. Pino La Placa, che, per altro, domani pomeriggio sarà in oratorio a Mussomeli per la prima seduta delle catechesi disposte dal vescovo. Assai pregnante il tema dell’incontro: “Il simbolo della fede: perché credere? In chi credere?”.
All’incontro hanno inoltre preso parte il commissario straordinario nominato dal vescovo, dott. Totino Saia, il vicesindaco Francesco Canalella e l’assessore Seby Lo Conte. L’incontro è durata circa un’ora e mezzo.
Dice il sindaco: “Abbiamo incontrato Sua Eccellenza che abbiamo trovato molto dispiaciuta per la decisione presa di sospendere e commissariare l’arciconfraternita della Madrice. Una decisione che, tuttavia, non ha alcun intento punitivo, ma è stata dettata da fatti contingenti e che mira unicamente a fare ritrovare quel clima di unità di valori cristiani, da qui i diversi incontri di catechesi predisposti dal vescovo per tutto il 2018. E per dimostrare ulteriormente la sua benevola predisposizione verso la confraternita, il vescovo ha concesso che i confrati potranno indossare i propri abitini personali durante la Domenica delle Palme. Circa la scalinata da montare al Calvario per la Crocifissione e la Scinnenza del Venerdì Santo, si tratta di un fatto tecnico legato a problemi di sicurezza, sul quale stiamo studiando la migliore soluzione da adottare. Infine, -aggiunge il sindaco- il vescovo ha chiarito che non si tratta di una sua decisione quella legata ai sepolcri ma della Curia locale. Ha anche spiegato però, che tale decisione nasce da un’esigenza liturgica ben precisa. L’altare della reposizione infatti è il luogo in cui, nella liturgia cattolica, viene riposta e conservata l’Eucaristia al termine della messa vespertina del Giovedì santo, la messa nella Cena del Signore. Di conseguenza, non si può fare nelle chiese dove tale messa non viene celebrata, anche se si è stabilito di lasciare le chiese aperte per consentire ai fedeli il percorso tradizionale del Giovedì santo. Una soluzione comunque potrebbe essere quella di celebrare anche in queste chiese la messa in Cena del Signore”.
Quindi il sindaco conclude: “Ciò che mi ha colpito comunque, è stato vedere l’afflizione del vescovo nel dovere assumere un provvedimento così grave, ma al contempo, il vescovo, ha ribadito la sua assoluta volontà non punitiva tant’è che ha aggiunto che se la Settimana Santa si svolgerà con ordine e partecipazione, scriverà una sua personale lettera di encomio alle confraternite”.
In una nota diffusa ieri dal commissario, si legge: “Il vescovo, rileggendo parte del provvedimento del 12 febbraio ha così comunicato il suo pensiero: 1) per la Domenica delle Palme i confrati potranno partecipare alle funzioni e processione indossando l’abitino, anche quello “personale”, entrando per primi in chiesa; 2) per la partecipazione alle processioni dei Giovedì e Venerdì Santo, si porti soltanto lo stendardo, mentre i confrati e le consorelle indossano tutti lo stesso abitino, anche quello personale, ma senza alcuna altra insegna o segni particolari”. (ROBERTO MISTRETTA)

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