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Migranti: donne schiave e aborti a Palermo, fermati tre nigeriani

Redazione

Migranti: donne schiave e aborti a Palermo, fermati tre nigeriani

Ven, 16/03/2018 - 09:05

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PALERMO – Donne schiave, stupri e aborti. Tre nigeriani fermati dalla polizia di Stato a Palermo nell’operazione denominata “Trafficking”. Eseguiti tre provvedimenti di fermo, disposti dalla Dda nei confronti di due donne, Precious Eric, di 22 anni, e Patience Vincent, “Aisha”, di 37, nonche’ il compagno di quest’ultima, Israel Chukwma Abia, “Papi”, di 52 anni. Per gli stessi reati risulta, inoltre, indagato un 35enne, Samuel Ebi, appartenente allo stesso gruppo che e’ attualmente detenuto nel carcere di Trapani.
Le indagini condotte dalla Squadra mobile palermitana hanno consentito di far luce su un sistema di sfruttamento di giovani donne straniere giunte in territorio nazionale e hanno configurato, quindi, nei confronti dei responsabili i reati di tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento della prostituzione in concorso, violenza sessuale aggravata e procurato aborto.

 Le attivita’ investigative hanno preso l’avvio dalle dichiarazioni di due donne vittime di tratta che, dopo aver sopportato viaggi estenuanti, sono state costrette a prostituirsi subendo innumerevoli abusi, fino a essere violentate dal loro stesso sfruttatore e, in alcuni casi, costrette ad abortire. Dalle indagini e’ emerso come una delle due maman, Precious Eric, si sarebbe occupata di accogliere le ragazze mandate in Italia, dopo essere state reclutate da connazionali a fronte del pagamento di un ingente corrispettivo. Successivamente, le avrebbe collocate in diverse case di prostituzione per ripagare il debito contratto con l’organizzazione.
Scoperte due case di prostituzione, una a Ballaro’, l’altra a Trapani, gestite entrambe dalla maman Aisha con l’ausilio di alcuni suoi connazionali, tra cui il compagno. Questi ultimi sono anche ritenuti responsabili del procurato aborto ai danni di una giovane nigeriana vittima di tratta. La malcapitata ragazza, una volta rimasta incinta, sarebbe stata costretta, con minacce e violenze, ad abortire per continuare ad essere sfruttata

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