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Giornalismo, addio al “mitico” Luigi Necco: volto storico “90° Minuto” e vittima di camorra

Redazione

Giornalismo, addio al “mitico” Luigi Necco: volto storico “90° Minuto” e vittima di camorra

Mar, 13/03/2018 - 09:05

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NAPOLI – Telecronista sportivo ma anche innamorato dell’archeologia e pure vittima di camorra: tutto questo e’ stato Luigi Necco, volto noto di 90esimo minuto, il cronista sportivo che ha raccontato il Napoli di Maradona, ma anche scrittore e appassionato di archeologia. Nato a Napoli l’8 maggio 1934, e’ morto all’ospedale Cardarelli, a poche settimane dai suoi 84 anni, stroncato da una grave insufficienza respiratoria. Aveva cominciato a scrivere sul Corriere di Napoli quando era ancora studente di istituzioni dell’Europa orientale all’ Istituto universitario Orientale. Poi era entrato in Rai, prima per leggere il giornale radio poi passando alla televisione. Dal 1978 al 1993 e’ stato telecronista sportivo, contraddistinguersi anche per i collegamenti nella trasmissione di Paolo Fraiese dallo stadio San Paolo a fine partita, attorniato da tifosi; per un breve periodo di tempo nel 1997, subito dopo Antonio Lubrano, ha anche condotto il programma Mi manda raitre.
Necco aveva anche lavorato a Canale 5 curando per Buona domenica le dirette ai campi di calcio. Dopo la pensione, aveva continuato a condurre sull’emittente locale Teleoggi-Canale 9 un programma televisivo ‘L’emigrante’, contenitore di cronaca quotidiana napoletana. Nel suo passato, anche un periodo come consigliere comunale nelle liste dei Democratici di sinistra nel 1997. Per la Rai aveva pure ideato e condotto la rubrica L’occhio del faraone dal 1993 al 1997, nella quale realizzo’ documentari e servizi sull’archeologia dell’area mediterranea.
Tra i suoi scoop, anche l’individuazione del nascondiglio e dei ladri del tesoro miceneo che Enrich Schliemann aveva trovato scavando a Troia nel 1873 e che si credeva andato distrutto nei bombardamenti su Berlino del ’45. Necco nel 1981 fu gambizzato dalla camorra di Raffaele Cutolo all’uscita da un ristorante ad Avellino perche’ aveva raccontato a 90esimo minuto uno scambio di regali e messaggi tra il boss capo incontrastato della Nuova camorra organizzata, tifoso irpino, e il presidente dell’Avellino Calcio, Antonio Sibilia.