“Non mi avete fatto niente”, il pezzo contro il terrorismo del duo favorito all’Ariston presenta inequivocabili somiglianze (un ritornello quasi uguale) con “Silenzio”, esclusa dal Festival alle selezioni nel 2016. Non è plagio (l’autore è lo stesso), ma non è neanche inedito (come regolamento vuole). E adesso?
Non è Sanremo senza che scoppi «un caso», e anche quello di quest’anno è servito.
A tarda notte e a primo Dopofestival già in corso, tra i pochissimi giornalisti rimasti in sala stampa s’inizia a diffondere una voce a effetto domino. Non mi avete fatto niente, il brano con cui Ermal Meta e Fabrizio Moro sono tra i favoriti di questa edizione, si è già sentita da qualche parte, è simile a qualcosa di già girato. Un’altra canzone? Un’altra canzone. Titolo: Silenzio. L’avevano presentata Ambra Calvani e Gabriele De Pascali alle selezioni di Sanremo Giovani, nel 2016.
L’audio è online sul sito della Rai. Andiamo ad ascoltarlo con dei colleghi. E, in effetti, il ritornello è uguale. «Non mi avete tolto niente, non avete avuto niente, questa è la mia vita che va avanti oltre tutto e oltre la gente. Non mi avete fatto niente…». Chi è l’autore del testo? Andrea Febo. Che oggi co-firma il pezzo con il duo. Nel frattempo il sito Altro Spettacolo ne scrive, Rockol lo riprende. Al Dopofestival «il giallo» esce in studio. La pagina del sito della Rai con la canzone incriminata diventa irraggiungibile. Troppo traffico? Forse. Ma su Internet – lo sappiamo – nulla scompare mai davvero. C’è la copia cache. Che riporta la data del caricamento del file audio del brano: 29 ottobre 2015.
Dunque, che cosa dice il regolamento? Il regolamento afferma che le canzoni, per essere ammesse, devono avere un requisito su tutti: «Essere nuove». Ma che cosa si intende per canzone nuova? «La canzone che, nell’insieme della sua composizione o nella sola parte musicale o nel solo testo letterario (fatte salve per quest’ultimo eventuali iniziative editoriali debitamente autorizzate), non sia già stata pubblicata e/o fruita, anche se a scopo gratuito, da un pubblico presente o lontano, o eseguita o interpretata dal vivo alla presenza di pubblico presente o lontano».
A fermarsi qui, ci sarebbe da temere l’eliminazione certa. Ma una precisazione, sempre contenuta nel regolamento, dà facoltà di appello: perché si possono utilizzare «stralci “campionati” di canzoni già edite, sempre che questi – nel totale – non superino un terzo della canzone nuova”». Che smette però di esserlo, nuova, qualora «l’insieme o la parte musicale o il testo letterario della canzone abbia generato introiti derivanti da eventuale sfruttamento, diffusione e distribuzione totale o parziale di natura commerciale, riscontrabili e verificabili presso gli enti preposti alla riscossione di diritti d’autore e/o editoriali, fatti salvi eventuali introiti derivanti dalla mera stampa per finalità interne al di fuori di ogni fattispecie di distribuzione; abbia già avuto un impiego totale o parziale in una qualsiasi attività o iniziativa, direttamente o indirettamente, commerciale». E questo è il nodo che su cui l’organizzazione del Festival è al lavoro. Si scioglierà al mattino: se Silenzio ha generato introiti, a onore di regolamento il Sanremo di Fabrizio Moro e Ermal Meta potrebbe finire qui con una squalifica (con grande dispiacere della giuria demoscopica che, stasera, li aveva già «promossi» nella fascia blu, regno dei più apprezzati). Ma non è detto. Entrambi – nel rilasciare interviste – non hanno mai negato che questa loro canzone contro il terrorismo provenisse da strofe che già esistevano nelle teste dell’uno, dell’altro, dell’altro ancora. E che le avessero unite insieme. Non resta, dunque, che aspettare. (di Lavinia Farnese, fonte vanityfair.it)