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Le ragioni del dissenso dei giovani Partitodemocratici. Arcangelo Pirrello: “Come niente fosse”

Redazione

Le ragioni del dissenso dei giovani Partitodemocratici. Arcangelo Pirrello: “Come niente fosse”

Ven, 02/02/2018 - 00:48

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Continua come niente fosse l’incessante e neppure lenta opera di annientamento per razzia della città e della provincia di Caltanissetta. Ormai non c’è niente da spolpare a Caltanissetta che però…rimane “centro”. Ma non vero “centro” della Sicilia – se non come espressione geografica, ché il mondo le gira intorno senza mai sfiorarla – ma centro di interessi e solo interessi personali o al massimo di vetusti domini e sergentati che hanno da tempo perso propulsione attiva ma che per abbrivio residuale continuano la loro costante opera devastatrice sulle rovine avanzate.
La calma piatta si deposita pesante sull’amministrazione “attiva” e pure quella passiva del Comune, e ogni giorno è sempre più esangue l’aspettativa che il nuovo presidente della Regione – uomo solo al comando, ma bene accerchiato – provochi l’epocale cambiamento. In questo stato di cose le vecchie, care pratiche clientelari non possono che aumentare. E non aumentano solo per i disoccupati o i precari, aumentano soprattutto per i cosiddetti quadri: i funzionari regionali ad esempio, che se non sono “ammanicati” non fanno carriera, mentre per quelli che riescono a trovarlo, il manico, si aprono grandi e immediate prospettive dalle quali non si torna indietro, quale che sia il governo regionale.
In questo semidesertico orizzonte nasce una mezza speranza: i giovani nisseni militanti (spero che si dica ancora così) del PD, cioè dell’unico partito rimasto degno di questo nome, un partito a rappresentanza nazionale e con qualche problema di effettiva collocazione europea (il Pse) essendo più veterodemocristiano che postcomunista o neosocialista, ma dove comunque si riesce a discutere e sembra che ci sia ancora capacità di dissenso. Ebbene questi giovani non ci stanno e dicono no alla terza candidatura della deputata Daniela Cardinale che pure ha vinto le cosiddette primarie (sic!).
Le ragioni del dissenso dei giovani Partitodemocratici non vanno ricercate in fatti personale nei confronti della Deputata uscente (e rientrante) ché, tra l’altro nei due mandati parlamentari svolti, vista anche la calma e distensiva attività di molti dei suoi onorevoli colleghi, non ha certo sfigurato: presenza assidue in aula (85.31%) e in commissione, diverse interrogazioni parlamentari (19), cinque ordini del giorno in assemblea, e la presentazione da primo firmatario di ben cinque leggi delle quali tre assegnate in commissione (nel 2015, ma non è ancora iniziato l’esame) e due (nel 2017 e ancora da assegnare) di cui l’ultima “risale” al 21/12/2017, sotto l’ultimo albero di Natale e poco più di ventiquattro ore prima della firma da parte del Presidente Mattarella del decreto di scioglimento delle camere e dunque della fine della XVII legislatura: ci deve essere stata una enorme coda di deputati quel giorno all’ufficio protocollo della presidenza di Montecitorio, tra auguri in spagnolo, pacche sulle spalle e pacchi regalo. L’oggetto di quest’ultima legge è un gran classico e da sempre un notissimo cavallo di battaglia dei parlamentari siciliani “seduti” e sprovvisti di fantasia: la riduzione, in Sicilia, delle accise sui carburanti, una legge che non si otterrà mai fino a quando…la costa libica non si avvicinerà a tal punto da rendere possibile un pericolo di contrabbando. Naturalmente nessuna delle cinque proposte di legge è mai stata discussa in aula, ma tant’è, si sa che anche in parlamento ci sono i potentati, le clientele, le corsie preferenziali, le vie traverse, le scorciatoie, e i binari morti.
No, non credo proprio che la protesta dei giovani PD sia un questione di merito, bensì di metodo: la deputata in questione non sarebbe proprio organica al PD ma farebbe parte di un movimento politico noto inopinatamente come “Sicilia Futura” – e mai ossimoro fu più significativo -. Si tratta di un movimento alleato del PD e parallelo al PD, ma che potrebbe diventare (è già successo) divergente ad esso sfruttando la logica geometrica di Aldo Moro che fa a cazzotti con quella di Euclide, e in funzione dell’orientamento stellare del leader del movimento politico, l’ex parlamentare e ministro delle comunicazioni dei governi “D’Alema” e “Amato II” Salvatore Cardinale. E del resto, forse molti giovani PD non lo ricordano perché troppo giovani, ma dieci anni fa, nelle nazionali del 2008, la prima candidatura della dottoressa Daniela Cardinale coincise con la non candidatura del padre Salvatore Cardinale divenuto ormai non candidabile per “somma di mandati” (ne aveva fatti quattro) e in ragione di uno di quei provvedimenti che di tanto in tanto i segretari dei partiti di sinistra adottano ma non rispettano, perché è importante e bello fare largo ai giovani ma bisogna, in qualche modo, tenersi gli “utili”. Quella volta lo “svecchiamento” lo fece il segretario Walter Veltroni: andò in deroga per la moglie di Fassino, Anna Maria Serafini, e non so per quanti altri. In qualche caso fu necessario istituire una dinastia.
Non so se i giovani del PD riusciranno a concretizzare il loro dissenso e me lo auguro. Sicuramente si sono fatti sentire e questo lascia ben sperare, specie in una città a comportamento plastico e fonoassorbente come la nostra. Ciò anche al netto di quella sorta di “effetto doppler” del tempo per il quale spesso da vecchi ci si scorda dei buoni intendimenti assunti da giovani.
Quanto alla candidatura assegnata alla dottoressa Cardinale, purtroppo sono certo che a dispetto dei giovani di sinistra, rimarrà e la avremo ancora come rappresentante parlamentare di questo collegio. Tutto sommato glielo auguro sinceramente: Lei che c’entra con tutto questo sfascio ideologico e comportamentale che ha ben altre origini? Forse non c’entra nemmeno il padre che in fondo fa la sua parte, se non il suo lavoro, e non è certo il solo. Inoltre non ci sarebbero clientelisti se non vi fossero i clientes.

Arcangelo Pirrello

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