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“E sedutosi…li ammaestrava”: Il tempo è compiuto (di don Salvatore Callari)

Don Salvatore Callari

“E sedutosi…li ammaestrava”: Il tempo è compiuto (di don Salvatore Callari)

Lun, 22/01/2018 - 07:30

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In queste domeniche, non titolari di particolari memorie liturgiche, la Chiesa ci propone delle riflessioni utili, come sempre,  e di fondamentale importanza per la vita cristiana. Dal Vangelo , in particolare, si può ancora  trarre l’ispirazione per parlare della chiamata del Signore, in genere, e di quella fatta da Gesù ai suoi discepoli. Ma ne abbiamo parlato nella domenica scorsa, e pertanto trovo opportuno, e assai interessante fermare l’attenzione  sulla espressione già accennata  in titolo: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al Vangelo”.  Questo è l’invito fondamentale di Gesù nell’annunciare la “Buona Novella”.  Con un po’ di presunzione, benevola e ingenua,  ci viene di pensare che noi, oggi, viviamo già nel Regno di Dio, che abbiamo creduto al Vangelo, che non siamo proprio estranei nei confronti di questo annunzio. Ma, ovviamente, non pretendiamo di avere attuato  interamente il programma, di avere soddisfatto in pienezza, le esigenze  della Novità  portata da Gesù e che ci rimane molto da “capire”, da approfondire” e da “ vivere” , in modo completo tutto il programma presentato da Gesù. Credendo di  toccare un tasto di rilevante importanza, vorrei accennare un commento, della  frase suddetta, con una prospettiva che abbia qualche sfumatura, se non del tutto originale, almeno personalizzata dal punto di vista  esistenziale. Poniamoci un interrogativo, davvero impegnativo: ma io, nella mia vita, oggi,  in questo mio tempo, ho adempiuto, in me, quello comporta l’essere cristiano, di uno che crede al Vangelo ? che è discepolo di Gesù? Forse è arrivato,oggi, il tempo in cui tutto ciò che è il mio essere cristiano, “diventi vero” genuino, interiore. Si tratta di ricondurre il mio rapporto con Dio, non solo  con le pratiche esteriori,  con gesti sporadici di carità, alle celebrazioni che non mi toccano nell’intimo.  Quasi ripetendoci l’espressione  del Vangelo, possiamo dire a noi stessi : ma insomma, dopo tanti anni di vita cristiana, di tal fatta, non sempre qualificata, il tempo è compiuto, è arrivato ?   E’ arrivato il tempo di vivere effettivamente  la Novità del Vangelo ?  Dice l’effato latino : “ Nunc coepi”. Finalmente incomincio.

Essere coscienti che la nostra vita quotidiana, nella espressione delle più disparate vicende, deve ispirarsi al pensiero di Dio presente in noi.  che ci muoviamo come “guidati” da una luce interiore che

“ rende sicuri i nostri passi “ . La nostra fede non è uno “ scrigno prezioso”  che si apre “ in momenti programmati” e poi si richiude, ma si “squaderna” costantemente dinanzi ai nostri occhi, mentre intrecciamo il tessuto delle  nostre umili vicende .

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