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Candidatura Daniela Cardinale, Antonio Montagnino: “Il territorio chiede qualità e condivisione, no ad imposizioni dall’alto”

Redazione

Candidatura Daniela Cardinale, Antonio Montagnino: “Il territorio chiede qualità e condivisione, no ad imposizioni dall’alto”

Sab, 13/01/2018 - 20:45

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Il “violento” scontro che infiamma il PD della provincia nissena in merito alla contestazione della terza candidatura alla Camera di Daniela Cardinale, figlia dell’ex ministro Salvatore, fondatore e leader del movimento “Sicilia futura” schierato col centrosinistra, registra una nuova opinione, quella dell’ex senatore Antonio Montagnino che ha inviato la seguente nota stampa.

Sarebbe un grave errore da parte dei vertici nazionali del Partito Democratico la sottovalutazione della protesta dei democratici della Provincia di Caltanissetta che contestano la candidatura alla Camera, per la terza volta, dell’onorevole Daniela Cardinale, imposta senza il coinvolgimento e la condivisione del territorio. E sbagliano, a maggior ragione, se ascrivono tale protesta alla manipolazione o strumentalizzazione, a proprio tornaconto, di qualche “reduce impenitente” o di “aspiranti arrembanti”.

Con l’affermazione di tali metodi si tradiscono le aspettative di molti elettori e militanti del partito, in particolar modo dei più giovani, che avevano creduto che le prime elezioni politiche dell’era Renzi realizzassero un metodo di selezione delle candidature basato su criteri oggettivi che lasciassero spazio alle energie migliori sul piano della qualità, dell’iniziativa politica, del rapporto con il territorio, del potenziale consenso e, nel caso di un parlamentare uscente, sulla qualità dell’azione politica svolta, sul lavoro compiuto, sulla capacità di rappresentanza degli interessi territoriali. Questi sono i requisiti da valutare per individuare la migliore e più competitiva candidatura possibile, sulla quale costruire la più ampia condivisione.

Sarebbe invece incomprensibile e oltremodo dannosa una aprioristica imposizione dall’alto fondata, secondo modalità vecchie che già nel passato hanno prodotto danni per una gran parte irreparabili, sull’accordo con i “noti signori” delle liste che prediligono prove muscolari, forti peraltro di aleatori eventuali consensi da parte di forze politiche in cui gran parte degli esponenti e sostenitori provengono dall’area del centrodestra.

Ritengo dunque, senza alcuna ostilità di carattere personale, provata peraltro negli anni, che il malumore legittimamente espresso, non da isolati esponenti del partito, ma dai circoli, dai dirigenti e militanti del partito provinciale, dai giovani democratici vada tenuta nella adeguata considerazione, per evitare una ulteriore grave perdita di consenso in uno scenario già oltremodo critico.

In una situazione in cui la fidelizzazione dei cittadini ai partiti è alquanto appannata, e in una condizione difficile del partito regionale che esce da una sconfitta elettorale, sarebbe irresponsabile non tener conto di quanto espresso dal territorio che chiede legittimamente che vengano utilizzati criteri oggettivi, regole trasparenti, soprattutto da parte di chi si è affermato come portatore di metodi nuovi e di discontinuità con il passato.

L’invito appassionato e del tutto disinteressato è quello di non tradire le speranze, le idee e i valori per i quali il nostro partito è nato inducendo un allontanamento di molte forze positive che si tradurrebbe peraltro in una grave perdita di consenso.

Il voto al partito non prescinde dalla qualità dei candidati. Ne abbiamo avuto purtroppo numerose prove in questi anni e abbiamo pagato prezzi pesantissimi frutto di scelte sbagliate in tal senso. Se errare è umano, perseverare è diabolico. Il nostro territorio esprime risorse di qualità che meritano di essere messe nelle condizioni di misurarsi.

Il segretario del Partito ha ripetutamente sollecitato di affidare i collegi uninominali alle personalità più rappresentative e con maggiore appeal elettorale. Se, quindi, si è così certi del successo elettorale e della prova positiva di consenso da parte della nostra parlamentare uscente, non si capisce perché non affidarle il collegio uninominale. Avrebbe modo di dimostrare ciò di cui é certa!

Antonio Montagnino

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