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Caltanissetta: cosa aspettarsi dalla mostra d’abiti d’epoca a Palazzo Moncada? Magnificenza e trame d’arte

Marcella Sardo

Caltanissetta: cosa aspettarsi dalla mostra d’abiti d’epoca a Palazzo Moncada? Magnificenza e trame d’arte

Lun, 29/01/2018 - 01:23

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CALTANISSETTA – Da venerdì 26 gennaio e fino a domenica 22 aprile i saloni del secondo piano del Palazzo Moncada saranno impreziositi dalla mostra di abiti d’epoca della collezione Piraino.

Circa 150 tra abiti, marsine, ventagli, borsette, calzature, giacche, guanti, pellicce, cappelli e soprabiti realizzati con pregiate stoffe dai migliori sarti d’Europa.

Il Fatto Nisseno, media partner della mostra “Magnificenza e trame d’arte” che raccoglie antiche manifatture tessili dei secoli XVIII – XX, vi invita a visitare l’esposizione che, attraverso le stoffe e i merletti, racconta la storia della nobiltà siciliana.

La mostra, fortemente voluta nel territorio nisseno e realizzata attraverso una collaborazione tra la Rete Museale culturale e ambientale del Centro Sicilia, l’amministrazione comunale e la Sovrintendenza dei beni culturali, è stata presentata come un’opportunità per incrementare l’offerta culturale del territorio.

Il Professore Raffaello Piraino, all’inaugurazione, ha ricordato come la sua collezione serva anche a scopo didattico per far capire agli studenti come un abito, in realtà, fosse anche uno status symbol che coinvolgeva differenti aspetti della vita quotidiana.

Solo per fare qualche esempio basta ricordare che per consentire alle donne di muoversi con abiti così ampi e strutturati sono state allargate le porte delle carrozze e riprogettate sedie e poltrone per far accomodare  le nobildonne senza perdere l’andatura aggraziata ed elegante che le doveva caratterizzare in ogni momento.

Il più antico reperto della collezione è un paio di scarpette risalenti alla fine del  1600 mentre il più recente è un abito da gran gala della maison Dior realizzato negli anni 50 appartenuto alla moglie di un console. “Non ho ancora iniziato a catalogare gli abiti degli ultimi decenni perché ritengo che ancora non sia possibile tracciare con chiarezza lo stile della seconda metà del XX secolo” ha spiegato il professore Piraino.

In passato, infatti, la “moda” si sovrapponeva al significato di “stile” indicando tagli ben definiti e modelli che persistevano nell’arco di un decennio con precise regole sartoriali. Adesso, però, non esiste più questa rigidità. La moda attuale, capace di rinnovarsi completamente nell’arco di una stagione, ha ancora bisogno di tempo per essere osservata dall’esterno con sguardo imparziale e lasciare emergere i tratti di uno stile identificativo.

Perché una mostra di abiti antichi è arrivata a Caltanissetta?

A rispondere sono stati gli assessori comunali presenti all’inaugurazione. “Puntiamo molto su questa mostra perché crediamo che Caltanissetta possa diventare un luogo nel quale è possibile offrire e fruire cultura” ha spiegato Felice Dierna. La conferma di questa scelta è rintracciabile anche dal modico prezzo del biglietto d’ingresso.

“Per valorizzare in pieno un territorio è importante individuare i prodotti eccellenti e  le sue professionalità – ha ribadito Pasquale Tornatore ringraziando tutti i curatori che, in modo differente, hanno contribuito alla realizzazione della mostra -. Questo allestimento è stato curato da giovani nisseni che hanno investito il loro futuro in questo settore”. Nel grande pannello all’ingresso della mostra si leggono i nomi di Agnese Tomasella, Alice Bifarella, Giuseppe Giugno, Irene Bonanno, Luigi Garbato, Marcello Frangiamone, Michele Mendolia Calella. Importante anche la collaborazione con Chatal Tour, Kimono Viaggi, InFedeForesta e Sistemi Componibili Raimondi che hanno contribuito a realizzare gli allestimenti.

In questa grande progetto dell’amministrazione comunale è rientrato anche il cortile di Largo Barile: “La bellezza della collezione doveva essere anticipata da quella del Palazzo Moncada  ed è per questo motivo che abbiamo realizzato un giardino restituendo quella che doveva essere l’antica destinazione d’uso” ha concluso Giuseppe Tumminelli.

Nei prossimi tre mesi gli abiti d’epoca non saranno lasciati “soli” perché, come ha anticipato durante l’inaugurazione Marcello Frangiamone, Presidente della Rete Museale culturale e ambientale del Centro Sicilia, sono in programma altri eventi correlati che aumenteranno la capacità attrattiva di questa esposizione.

Ad aprire la mostra, prima di accedere alla sala allestita con le manifatture tessili, lo storico di moda Raffaello Piraino ha voluto esporre tre indumenti donati dalla famiglia di Roberto Bognanno, il giovane studente che, con la sua tesi di laurea, ha ricostruito la storia delle sartorie nissene e di cui vi abbiamo già raccontato la storia nelle nostre pagine (https://www.ilfattonisseno.it/2018/01/sei-donne-da-recuperare-dal-baule-dei-ricordi-le-storiche-sartorie-nissene-una-trama-di-creativita-e-identita-locale/) .

Con grande commozione il professore ha raccontato che dopo la sua tragica scomparsa la madre, la signora Francesca Federico, rispettando il desiderio del figlio, gli ha portato degli indumenti antichi che appartenevano alla sua famiglia. “Ed è per onorare il lavoro e la passione di questo giovane che ho deciso di portarne alcuni a Caltanissetta e di esporli all’ingresso di questa mostra”.

Cosa si troverà all’interno della mostra?

Anche un occhio distratto e disinteressato, superando le porte di Palazzo Moncada, rimarrebbe incantato davanti a quei manichini che sollevano, eterei o ben strutturati, gli abiti risalenti a epoche lontane.

Noi del Fatto Nisseno, consigliamo agli aspiranti visitatori di vivere la stessa nostra esperienza: quella di farsi accompagnare in una visita guidata. Solo in questo modo si possono scoprire affascinanti curiosità che nascondono legami familiari, fedeltà alla Nazione, particolari sensuali o sotterfugi pratici.

Difficile trovare il pezzo più interessante della mostra perché, quando si parla di abbigliamento e accessori, si accede a una sfera introspettiva e assolutamente personale. Ed ecco che, rivolgendo la domanda a ogni curatore della mostra, si ottengono risposte differenti.

“La marsina appartenuta a un dignitario di corte che ha partecipato all’incoronazione dell’imperatore Napoleone Bonaparte”.

 “Il vestito in mussola di cotone che, provocatoriamente, lasciava intravedere le nudità femminili”.

“I cappelli con veri uccelli impagliati”.

E, naturalmente, per acclamazione corale, non si poteva trascurare l’abito  rosso ciliegia che è stato scelto per la locandina della mostra e che, in origine, faceva parte di un trittico che rievocava la bandiera italiana.

I vestiti sono stati considerati, già dalla loro commissione ai sarti, come opere d’arte da utilizzare per le serate di gala o per le passeggiate pomeridiane ma anche acquistati e fatti realizzare per essere indossati solo una volta o, addirittura, mai usati e acquistati solo per il piacere di avere un’opera d’arte di tale pregio e fattura.

Quello che ne emerge è un percorso cronologico che attraverso l’abbigliamento, immerge il visitatore in una realtà storica antica ma non ancora dimenticata.

Il progetto espositivo, che parte dalla mostra di Bolzano del luglio 2017, è dell’architetto Filippo Ciancimino che è anche curatore della mostra.

Quando e come visitare la mostra

La mostra resterà aperta fino al 22 aprile e visitabile al pubblico da martedì a domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00. Resterà chiusa il lunedì e la domenica di Pasqua.

Il biglietto d’ingresso è Intero: 3 € – Ridotto 1,50 € (under 18 e over 65)

Visite guidate 4,00 € tutte le domeniche alle ore 18.00 per massimo 25 persone (si consiglia la prenotazione).

Per informazioni e prenotazioni contattare il 3286662812 magnificenza.tramedarte@gmail.com (telefonare da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00)

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