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Mussomeli, Rita La Monica eletta anche presidente di Sezione e 120 anni nascita autore “Quadia terra di mori”

Carmelo Barba

Mussomeli, Rita La Monica eletta anche presidente di Sezione e 120 anni nascita autore “Quadia terra di mori”

Mar, 12/12/2017 - 07:50

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MUSSOMELI –  Raddoppia l’avvocatessa Rita La Monica e dopo la prestigiosa carica quale vicepresidente regionale dell’associazione Beni Culturali Sicilia per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, è stata eletta presidente della Sezione di Mussomeli.
Il nuovo direttivo tutto al femminile è composto inoltre dalla prof Enza Luvaro in qualità di tesoriere, dalla prof Enza Spoto quale segretaria e dalla poetessa Maria Nucera, quale addetta alla comunicazione.
“Un direttivo in rosa –dice la presidentessa Rita La Monica- che ci impegnerà già a partire dal prossimo inizio del 2018 con varie iniziative miranti a coinvolgere anche le tante associazioni esistenti nel nostro territorio. La nostra Mussomeli ha tanto da dare e soprattutto ci sono le potenzialità per fare bene, quindi mettiamoci insieme e rimbocchiamoci le maniche”.
La presidente sottolinea che ci sarà particolare attenzione, anno dopo anno, ai vari anniversari di illustri personalità per non fare passare sotto silenzio le loro storie e le opere che hanno lasciato ai posteri. A tale proposito quest’anno ricorre il 130esimo anniversario della nascita di Paolo Giudici, indimenticato autore del romanzo verista “Quadia terra di mori” con prefazione di Leonardo Sciascia, e della monumentale “Storia d’Italia”.
Paolo Giudici nacque infatti nel 1887 ed apparteneva allo stesso ceppo dell’illustre antenato Paolo Emiliani Gudici. Si laureò a Firenze in Lettere e frequentò “Papirologia” per coltivare i suoi interessi verso altri popoli. Amico di Papini e PrezzolinI, scrisse come giornalista battaglieri articoli su settimanali politici e letterari, fu combattente nella Prima guerra mondiale, animò accademie militari e fu professore e preside. Aveva sete di conoscenza e da giovane apprese l’arabo e viaggiò nei paesi islamici. E riuscì perfino a visitare la città santa dei musulmani, La Mecca, vietata agli infedeli. Era il 1910, camuffato da arabo e grazie alla sua perfetta padronanza della lingua riuscì dove molti avevano fallito. Dopo quel viaggio scrisse: La tribù distrutta, La città del mistero, Pellegrinaggio alla Mecca, Viaggio alle città proibite e molte altre opere.
“Quadìa terra di mori”, ripubblicato da Salvatore Sciascia nel 1968, è un romanzo appassionante, ambientato a Mussomeli, che racconta la vera storia di una nobile famiglia, bigotta e benpensante, che tentava di arginare lo scandalo del proprio rampollo che aveva messo al mondo un figlio illegittimo con una licenziosa lavandaia.
Paolo Giudici per altro, giocò anche un tiro mancino al grande Luigi Pirandello al quale, nel 1930 mostrò un brano del suo “Quadìa terra di mori”, facendolo passare per un inedito di Verga. Pirandello gli credette e lo invitò a cercare ancora e così il nostro, con la benedizione inconsapevole del Premio Nobel per la Letteratura, continuò la stesura del suo romanzo,
Di quest’uomo di grande ingegno e cultura, a Mussomeli, specie nel panorama “cosiddetto” culturale rimane davvero poca memoria, ecco perché ripubblicare il suo “Quadia terra di mori”, veicolandolo nelle scuole sarebbe un modo ottimale per farlo conoscere alle nuove generazioni. (di ROBERTO MISTRETTA)

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