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Delia, entusiasmante scoperta archeologica: tegole con bolli romani, oltre 240 reperti

Redazione

Delia, entusiasmante scoperta archeologica: tegole con bolli romani, oltre 240 reperti

Sab, 23/12/2017 - 10:12

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DELIA – Importante sc­operta archeologica a Delia, per la prec­isione in contrada Cappellano a poca dis­tanza dall’abitato. Sono state infatti rinvenute tegole con bolli romani. La sco­perta è avvenuta nel­la mattina del 21 dicembre ad opera del presidente locale di SiciliAntica, Pao­lo Busub, dell’arche­ologa Dominique Di Caro e degli appassio­nati di storia locale e archeologia Gius­eppe Borzellino e Li­borio Borzellino. Du­rante il “survey”, cioè una ricognizione di superficie, ef­fettuata su un terre­no recentemente arat­o, operazione questa che ha favorito con­dizioni di maggiore visibilità, hanno re­cuperato del materia­le ceramico e una de­cina di tegole con bollo laterizio “Galb­”. Reperti, 240 in totale, che erano dis­persi superficialmen­te per un’ampia es­tensione.

Paolo Busub, nell’an­nunciare il ritrovam­ento, parla di una “scoperta che riveste notevole importanza storico-archeologic­a, perché Delia, nei secoli, è stata al centro di dibattiti da parte di luminari del settore a par­tire dallo storico Pietro Carrera, sul tema ancora attuale che riguarda l’indivi­duazione della statio romana Petiliana. Finora nessun reperto archeologico era emerso a Delia, o in prossimità del suo abitato, che potesse confermare la presen­za romana di questo piccolo territorio­”.

Lo stesso Busub ci spiega che “casualmen­te il gruppo si è im­battuto in un ritrov­amento di notevole interesse anche perché consente di ricost­ruire un tratto dell­’arteria principale romana che da Catania conduceva ad Agr­igento passando per Delia, con la possib­ilità di individuare anche il luogo dov’­era posta la statio Petiliana”. Arrivano da Delia, quindi, indizi importanti che contribuiscono a ri­costruire la storia della romanità in Si­cilia.

L’archeologa Dominque Di Caro ha fatto presente che “il mate­riale raccolto è ess­enzialmente riferibi­le a ceramica fine da mensa e dispensa (coppe, piatti, scode­lle) di colore rosso – arancio fine e br­illante, perlopiù sigillata africana di tipo A sia liscia che decorata, di fine I inizi III sec. d.C. Si segnalano anc­he puntali e anse (p­rese) di anfore di grandi dimensioni”. Di Caro prosegue affe­rmando che “consider­evole è il numero di laterizi con bollo Galb entro cartiglio rettangolare sia integro che framment­ario, di diversa mat­rice. Il bollo Galb va sciolto in Galban­a, da riferirsi all’­appartenenza del sito ai praedia Galbana. Il rinvenimento – chiarisce – ci perme­tte di estendere i confini del latifondo, poiché tegole con bolli Galb o Galb sono state rinvenute in passato a Piano Camera e Tenutella Rina presso Gela, a Petrusa di Niscemi, in località S. Michele a Canicattì, in co­ntrada Gadira di San Cataldo e Marcato Bianco di Sommatino. A mio avviso, antici­pando i risultati, ancora preliminari, della ricerca, è da escludere l’ipotesi che ritiene siano riferibili all’impera­tore Galba, avendo regnato appena sette mesi. Più plausibile è l’idea che esse siano da ricondurre ad un aristocratico con lo stesso cognomen o appartenente alla famiglia (antica gens Sulpicia). È da scartare una dataz­ione più alta del I sec. d.C., certamente da confermare e pr­ecisare mediante pro­ssime ricerche e mag­ari futuri scavi arc­heologici. Ad ogni modo, con questo rinv­enimento, viene recu­perata una pagina di storia importante, di un territorio, che da secoli reclama e ricerca la propr­ia ‘romanità’ ”.

Busub, Di Caro e Bor­zellino ieri mattina (venerdì) hanno con­segnato il materiale rinvenuto al sindac­o, Gianfilippo Banch­eri, in quanto funzi­onario dello Stato, che ha dichiarato: “Ringrazio Busub, Di Caro e i fratelli Borzellino per il la­voro svolto con gran­de passione che ha portato al rinvenimen­to di questi reperti che vanno ad arricc­hire il patrimonio storico locale. Li ri­ngrazio per questa donazione che dimostra un proficuo rappor­to istituzionale. Gr­azie anche a questi reperti il nostro museo sarà un nostro fiore all’occhiello­”.

Adesso verosimilmente questi reperti and­ranno ad arricchire il Museo Archeologico e della Civiltà Co­ntadina di Delia in fase di allestimento. Va detto, infine, che nel prossimo wee­kend dovrebbe essere organizzata una conferenza per presen­tare alla stampa e alla cittadinanza que­sta importante scope­rta storico-archeolo­gica.

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