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Caltanissetta, “Perla Nera”: appalti “discutibili”, 20 a giudizio. Il processo al via nel febbraio 2018

Redazione

Caltanissetta, “Perla Nera”: appalti “discutibili”, 20 a giudizio. Il processo al via nel febbraio 2018

Mar, 12/12/2017 - 13:15

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CALTANISSETTA – E’ stata fissato per il 5 febbraio 2018, dinanzi al Tribunale collegiale, il processo sulle presunte irregolarità nella gestione degli appalti comunali e sui ‘modus’ della realizzazione e della vendita dei loculi cimiteriali. Lunedì 11 dicembre, dopo sei ore di camera di consiglio, il gup Marcello Testaquatra, accogliendo le richieste del pm Elena Caruso, ha disposto il processo a carico dei 20 imputati del procedimento nome in codice “Perla nera”.

Chiamati a rispondere di accuse che spaziano dalla corruzione, alla concussione, all’abuso d’ufficio e falso: Giorgio Salamanca, 55 anni, Armando Amico, 65 anni, Daniele Silvio Baglio, 56 anni di San Cataldo, Angelo Bellomo, 77 anni, Pino Bonfante, 61 anni, di Mussomeli, Calogero Cancemi, 64 anni, Vito Di Palma, 66 anni, Salvatore Falzone, 60 anni, Salvatore Ficarra, 54 anni, sancataldese, Alessandro Giuseppe Gelso, 30 anni, Salvatore Lanzafame, 55 anni, Salvatore Longo 56 anni, Salvatore Morreale 68 anni, nisseno, Antonio Russo 66 anni, Giovanni Rivituso 63 anni, Giorgia Salamanca, 32 anni, Rosario Scancarello 71 anni, Antonino Valenza, 70 anni, Calogero Venniro, 43 anni ed Ivano Michele Venniro 38 anni.
Secondo l’accusa l’esecuzione di alcuni lavori pubblici sarebbe stata destinata ad aziende in sintonia con il “sistema Salamanca”, così come ribattezzato dagli investigatori.

Altro filone dell’inchiesta è invece quello relativo ai loculi realizzati in “monopolio” dalle società di mutuo soccorso grazie all’assenza di costruzione di nuove sepolture comunali e di lavori finalizzati alla rotazione dei fornetti occupati dalle salme di più datata sepoltura. Le associazioni avrebbero avuto una grande disponibilità di loculi dovuta alle abnormi concessioni che il Comune aveva loro rilasciato nel 2011 in forza di una richiesta che, secondo l’accusa, non sarebbe stata basata sul reale fabbisogno e non in linea con quanto previsto dalle leggi e dal regolamento comunale.

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