Salute

Nessuno vuole più il sindaco Ruvolo ma i consiglieri continuano a fare i pensatori. Si decidano: rosso o nero?

Michele Spena

Nessuno vuole più il sindaco Ruvolo ma i consiglieri continuano a fare i pensatori. Si decidano: rosso o nero?

Ven, 17/11/2017 - 11:57

Condividi su:

CALTANISSETTA – Non c’è angolo di Caltanissetta sia esso un bar, un’edicola, un negozio, che non si parli male dell’attuale amministrazione cittadina e della sua guida il sindaco Giovanni Ruvolo. La crisi che attanaglia soprattutto il sud produce problemi se non drammi sociali che investono ormai ogni famiglia. Il “governo ladro” è rappresentato quasi in automatico da questa amministrazione incapace di dare risposte ai bisogni. Se al disagio sociale si aggiungono poi il fenomeno dell’immigrazione sempre più soffocante, la sicurezza pubblica, un Comune che non da servizi sufficienti, i progetti e i lavori pubblici in stasi totale, il quadro comincia ad assumere aspetti sconfortanti e anche pericolosi.
La politica da anni è rimasta a guardare la frana che avanzava senza intervenire come avrebbe potuto e dovuto. Anzi nel corso degli anni la qualità degli uomini che l’ha incarnata è scesa in modo preoccupante. Le amministrazioni sono frutto di questa politica e questi sono i risultati.
Oggi tutti gridano e sbraitano. Il nemico pubblico numero uno è stato identificato. La causa di tutti i mali ha un nome un cognome: Giovanni Ruvolo. E la cosa che più mette i brividi sta nella consapevolezza, ormai acquisita da tutti i cittadini, che sia vero e non una suggestione.
Il modo di condurre la gestione del Comune, i rapporti con la sua parte politica di appartenenza, i rapporti ostili con quelli che lo hanno sostenuto, all’interno e all’esterno della politica attiva, di fatto inchiodano Ruvolo e i suoi pochi e insicuri sostenitori a responsabilità precise.
E’ bastato poi il detonatore delle elezioni regionali per scatenare l’inferno a Palazzo del Carmine. Il PD che non vuole fare l’errore che ha fatto con Crocetta di sostenerlo fino alla fine, sta cercando di salvare il salvabile staccando la spina dopo tre anni e mezzo della gestione del nulla; il centro destra, spaccato fra chi ha sostenuto Mancuso, deputato eletto di Forza Italia e il resto della truppa mortificato da consensi marginali, il Polo Civico in piena crisi di identità e poi tutta una serie di consiglieri comunali, più vagabondi che girovaghi senza casa.
Ma fuori dal Palazzo la comunità grida; è stanca dei giochetti della politica, vuole che sia fatta pulizia, che la città sia affidata prima possibile ad una guida forte e che la politica torni a fare il suo dovere fino in fondo.
La città che oggi oltre al Sindaco punta il dito contro i consiglieri che lo tengono in vita dimentica che gli eletti sono frutto del loro volere, della loro espressione di voto.
Se oggi è presente in consiglio una mozione di sfiducia al Sindaco firmata già adesso da otto consiglieri comunali e gli altri nicchiano aspettando chissà cosa, chiedano a quelli che hanno votato ed eletto perché non si adoperino per ribaltare un Sindaco da tutti definito incapace e perfino deleterio. Fuori dal Municipio vogliono tutti Ruvolo politicamente “morto”, appena varcano la soglia di Palazzo del Carmine si fa fatica a capire cosa pensano e dicono. Ma ora basta. Firmino e votino senza condizioni o dicano che sostengono Ruvolo. Non ci sono alternative. O bianco o nero.
Ruvolo è un condannato ma il processo si deve ancora svolgere; è questo il paradosso della politica, di questa politica.