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Gela, celebrazione della “Virgo Fidelis” Patrona di tutti i Carabinieri: commemorazione del 76° anniversario della “Battaglia di Culqualber” e della “Giornata dell’Orfano”.

Redazione

Gela, celebrazione della “Virgo Fidelis” Patrona di tutti i Carabinieri: commemorazione del 76° anniversario della “Battaglia di Culqualber” e della “Giornata dell’Orfano”.

Mer, 22/11/2017 - 09:50

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GELA – Il 21 novembre ricorre la Virgo Fidelis, Patrona dell’Arma dei Carabinieri, il 76° anniversario dell’eroica difesa del caposaldo di Culqualber da parte del 1° Battaglione  Carabinieri e Zaptié mobilitato, che il 21 novembre 1941 si sacrificò in una delle ultime cruente battaglie in terra d’Africa. In senso religioso e liturgico il patrono é un Santo, che, per tradizione od elezione, é venerato con culto particolare da una regione, diocesi, città, comunità religiosa o altro gruppo di fedeli appartenenti ad una determinata classe o professione, quale particolare intercessore e protettore presso Dio.

Il titolo “Virgo Fidelis”, che esprime il significato della vita di Maria e della Sua missione di Madre e di Corredentrice del genere umano affidataLe da Dio, non ha mai avuto una risonanza universale e un culto particolare nella chiesa. Nella liturgia infatti non esiste una speciale festa. Il merito maggiore della diffusione e dell’affermazione del culto alla “Vergine Fedele” è della “Benemerita e Fedelissima” Arma dei Carabinieri d’Italia.

Nell’Arma tale culto iniziò subito dopo l’ultimo conflitto mondiale per iniziativa di S.E. Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, Ordinario Militare d’Italia, e di Padre Apolloni S.J., Cappellano Militare Capo.
Lo stesso Comandante Generale prese a cuore l’iniziativa e bandì un concorso artistico per un’opera che raffigurasse la Vergine, Patrona dei Carabinieri.
Lo scultore architetto Giuliano LEONARDI rappresentò la Vergine in atteggiamento raccolto mentre, alla luce di una lampada legge in un libro le parole profetiche dell’Apocalisse: “Sii fedele sino alla morte” (Apoc.2,10).

La scelta della Madonna “Virgo Fidelis”, come celeste Patrona dell’Arma, è indubbiamente ispirata alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la Patria, è caratteristica dell’Arma dei Carabinieri che ha per motto: “Nei secoli fedele”.
L’8 dicembre 1949 Sua Santità Pio XII di v.m., accogliendo l’istanza di S.E. Mons. Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri”, fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber.

Per quel fatto d’Armi che di seguito ricordiamo, alla bandiera fu conferita la seconda medaglia D’Oro al Valor Militare. “Il 18 maggio 1941, con l’onore delle armi, capitolavano le truppe che, agli ordini del duca Amedeo D’Aosta, avevano presidiato l’Amba Alagi. Rimanevano però ancora in armi presidi a Gondar. Tutt’intorno al capoluogo, infatti, erano stati realizzati 4 efficienti baluardi difensivi tra i quali, a sud est, quello di Culqualber. Culqualber, parola composita che in amarico vuol dire “passo delle euforbie”, è una sperduta località montana, per la quale passava, in ripidi tornanti, l’unica rotabile che dalla lontana Addis-Abeba portava a Gondar, lontana una cinquantina di chilometri. I Carabinieri vi giunsero il 6 agosto 1941 e si schierarono con le altre unità presenti: in tutto circa 2.000 uomini tra nazionali e coloniali. Il Battaglione, agli ordini del maggiore Alfredo Serranti, era formato da due compagnie miste, comandate rispettivamente dal capitano Giovanni Celi e dall’allora tenente Dagoberto Azzari, recentemente scomparso dopo aver raggiunto il grado di Generale di Corpo d’Armata. La consegna era di resistere, a oltranza, impedendo al nemico di oltrepassare la Sella stradale. Inizialmente gli attacchi al caposaldo furono portati da grosse bande abissine appoggiate dall’aviazione, che martellava le posizioni difensive ancora in allestimento. In più occasioni venne offerta al presidio italiano la resa, con l’onore delle armi, sempre rifiutata. Poi, a metà ottobre, il nemico ricevette cospicui rinforzi in uomini e mezzi. Il 13 novembre 1941, ebbe inizio la battaglia finale. Gli attacchi si protrassero per ben 9 giorni, finché, il 21 novembre, la resistenza dei leoni di Culqualber fu sopraffatta. Cadde il Magg. Serranti, caddero altri Eroi del Battaglione Carabinieri che meritò alla Bandiera dell’Arma la seconda Medaglia d’Oro al valor Militare,

con la seguente motivazione:

“Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamento a difesa d’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze, che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi, contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per l’ultima volta in terra d’Africa, la vittoria delle nostre armi. Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa, impari lotta corpo a corpo, nella quale comandante e carabinieri, fusi in un sol eroico blocco, simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma. Culqualber Africa Orientale agosto – novembre 1941”.

Quei caduti sono andati a far parte della folta schiera di Carabinieri che, in pace ed in guerra, hanno saputo tener fede al giuramento prestato fino all’estremeo sacrificio. A Tutti loro, a tutti i familiari, che con coraggio e dignità ne hanno sopportato la lacerante perdita, noi vogliamo rendere Onore.

Ma oggi si celebra anche la “Giornata dell’Orfano”, istituita nel 1996, che rappresenta per l’Istituzione e per l’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri l’occasione per fornire alle famiglie dei colleghi caduti nell’adempimento del dovere un forte sostegno morale, volto ad attenuare il dolore di un vuoto che resterà per sempre incolmabile.

Sono stati ringraziati: Il Vescovo Rosario Gisana e Mons. Giuseppe Rivoli che in sua vece ha officiato questa funzione ospitandoci nella sua “bella casa”. Tutte le Autorità Civili e Militari, Il Col. Gerardo Petitto, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Caltanissetta, il Pres. Paolo Fiore e la Dott.ssa Miriam D’Amore del Tribunale di Gela Dottor Asaro Fernando, Procuratore della Repubblica di Gela  i rappresentanti delle altre FF.AA., FF.PP.  Dottor Marino, Dott. Demaio, Cap. De Vito, il Cap. di Fregata Carosia della Capitaneria di Porto con i quali vigono sinceri rapporti di collaborazione e stima, il Sindaco di Gela, Ing. Domenico Messinese, i Presidenti delle locali Sez. dell’Associazione Nazionale Carabinieri, Cav. Resciniti e Car. Giarrizzo, grazie al cui impegno è stato possibile stasera riunire tutta la “famiglia dell’Arma” qui a Gela, la Maestra Signora Melissa Minardi che ha magistralmente diretto il Coro “Perfecta Letitia” e tutti coloro che stasera hanno voluto pregiarci della loro presenza dimostrandoci ancora una volta il loro affetto; permettetemi infine di rivolgere un ultimo saluto ai Comandanti di Stazione e a tutti i Carabinieri che stasera ho il pregio di rappresentare compresi quelli che in questo momento non possono essere qui perché impegnati nel servizio istituzionale: sembrerà banale, forse ripetitivo, ma “A Voi ed ai Vostri cari rivolgo il mio sincero Grazie per tutti i sacrifici che fate e per l’impegno che ogni giorno profondete in favore della cittadinanza”.

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