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Cosa Nostra nel nisseno: arrestato noto imprenditore gelese, sequestrate aziende del settore ittico per oltre 7 milioni di euro

Redazione

Cosa Nostra nel nisseno: arrestato noto imprenditore gelese, sequestrate aziende del settore ittico per oltre 7 milioni di euro

Gio, 09/11/2017 - 09:47

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GELA – Una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa è stata emessa dal Tribunale di Caltanissetta, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia nissena, nei confronti di un noto imprenditore siciliano, attivo nel settore ittico, business già emerso come di interesse della famiglia mafiosa di Cosa Nostra, nella sua articolazione territoriale denominata “clan RINZIVILLO”.

A seguito delle indagini svolte da personale della Questura di Caltanissetta e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, lo scorso 4 ottobre venivano tratti in arresto 36 soggetti, ritenuti responsabili,a vario titolo,di associazione di stampo mafioso, plurimi episodi di estorsione e detenzione illegale di armi, riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti, intestazione fittizia di società e traffici di droga.

L’operazione della Squadra Mobile di Caltanissetta e del Nucleo p.t. di Roma faceva piena luce sugli interessi criminali e imprenditoriali riconducibili al “clan RINZIVILLO”, risultato pienamente operativo in Sicilia, nel Lazio, nel Nord Italiae in Germania, documentando come il remunerativo commercio del pesce risultasse uno dei principali settori di investimento degli illeciti proventi.

Le indagini consentivano di accertare, infatti, come Salvatore RINZIVILLO decidesse di intraprendere un rilevante import-export di pesce tra la Sicilia, il Marocco, il Lazio e la Germania, in forza della collaborazione avviata con Francesco GUTTADAURO – già condannato per associazione mafiosa e figlio del noto medico Giuseppe GUTTADAURO, pure condannato per associazione di stampo mafioso – titolare di attività commerciali in Sicilia ed in Marocco, ove dimorava, e ritenuto esponente di rilievo di Cosa Nostra palermitana.

Per sviluppare tale attività imprenditoriale, il RINZIVILLO si avvaleva – e continua ad avvalersi – di imprenditori organici al sodalizio mafioso, operanti a mezzo di imprese di cui lo stesso RINZIVILLO è socio occulto o amministratore di fatto, fornendo anche i capitali necessari per la loro operatività, nonché di imprenditori, parimenti appartenenti al sodalizio, che si pongono in rapporto sinallagmatico con l’associazione mafiosa, contribuendo al suo rafforzamento economico in cambio di vantaggi e profitti, sia in termini di espansione sul mercato di riferimento che di limitazione della concorrenza.

In Sicilia, Cosa Nostra ha “letteralmente” mappato il territorio nel settore della commercializzazione del pesce, evitando pericolose contrapposizioni ed imponendo, nei mercati ittici siciliani, la “regola” in base alla quale occorre pagare una cifra di denaro a titolo estorsivo alle consorterie mafiose locali per potersi approvvigionare di pesce: di qui i documentati contatti del RINZIVILLO con sodali appartenenti ad altre famiglie mafiose siciliane per estendere il proprio commercio anche nel trapanese, nell’agrigentino ovvero il fattivo interessamento del boss gelese presso Antonio Giovanni MARANTO, capo della famiglia di Polizzi Generosa, pure arrestato lo scorso 4 ottobre, per ottenere l’autorizzazione affinché un commerciante ambulante di pesce potesse variare l’area territoriale di esercizio della propria attività.

L’odierno provvedimento di custodia cautelare riguarda l’imprenditore gelese Emanuele CATANIA, cl. 48, nei cui confronti sono stati acquisiti significativi elementi indiziari, tali da collocarlo – al pari dei congiunti imprenditori Carmelo e Angelo GIANNONE – tra i partecipi del sodalizio capeggiato dal boss Salvatore RINZIVILLO, con il compito di amministrare società e ditte individuali,tutte attive nel commercio all’ingrosso ed al dettaglio di prodotti ittici.

Quello tra Emanuele CATANIA e i fratelli RINZIVILLO è un “legame a doppio filo”, esistente da circa trent’anni:sono numerosi i collaboratori di giustizia che hanno indicato il CATANIA come imprenditore al servizio del clan di Cosa Nostra, fin dai primi anni novanta.

Una sinergia, questa, che trova fondamento in una duplice esigenza: quella del CATANIA, di vedere salvaguardate le proprie imprese rispetto alle pretese estorsive del clan Emanuello, altro storico sodalizio mafioso attivo a Gela, nonchè di ottenere l’intervento del clan RINZIVILLO nei rapporti con altri imprenditori vicini ad altre famiglie mafiose siciliane; quella dei vertici del “clan RINZIVILLO” di asservire talune floride realtà commerciali locali, a vantaggio dell’organizzazione, per realizzare il riciclaggio dei proventi dei traffici di droga e delle estorsioni.

Parallelamente all’arresto del CATANIA, i Finanzieri del G.I.C.O. di Roma e la Squadra Mobile di Caltanissetta hanno dato esecuzione al sequestro preventivo di una ditta individuale, nonché del capitale sociale e dell’intero compendio aziendale di altre tre società di capitali, tutte con sede a Gela, per un valore complessivo di stima pari a circa 7 milioni di euro.

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