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Antonio Montagnino: “Elezioni siciliane, previsto l’ampio insuccesso del PD”

Redazione

Antonio Montagnino: “Elezioni siciliane, previsto l’ampio insuccesso del PD”

Sab, 11/11/2017 - 09:53

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Era ampiamente previsto, quasi scontato, l’insuccesso senza attenuanti del Partito democratico alle elezioni regionali siciliane.

Una sconfitta registrata con una percentuale di voti analoga a quella ottenuta nel 2012 che fu trasformata in successo con l’elezione del candidato del centrosinistra Rosario Crocetta favorito dalle divisioni del centrodestra e quindi dalla candidatura di Gianfranco Micciché alternativa a Nello Musumeci.

E’ evidente che il PD ha perduto gran parte del suo appeal nei confronti dei cittadini, perché appaiono lontane e appannate le ragioni e le radici stesse della sua fondazione, snaturato e confuso il suo progetto politico, elusi i valori, deluse molte delle speranze e delle aspettative dei militanti e degli elettori. Un partito che nasce come pluralista e che diventa sempre più personalistico, che nasce come casa comune dei riformisti e punto di incontro tra culture politiche ma anche pezzi di società civile e cittadini disposti a mettere il proprio impegno, le proprie energie e competenze a servizio del Paese, che smarrisce la capacità di accogliere e di unire. Un partito che oscilla in maniera confusa tra posizioni e scelte politiche di sinistra e posizioni invece di destra in cui la tattica prevale sulla strategia.

Insomma il Pd, nato con l’ambizione di essere un argine e uno dei pochi rimedi possibili alla pericolosa perdita di credibilità della politica e come alternativa seria e costruttiva ai populismi, alle urla e alle invettive volgari, al qualunquismo pericoloso e dilagante, al degrado delle Istituzioni, sembra aver smarrito la via maestra, la sua funzione d’origine ed é disorientato e indebolito.

Sono state fatte molte scelte sbagliate, è mancata la capacità di intercettare e rappresentare il profondo e diffuso malcontento causato soprattutto da una gravissima crisi economica che ha ridotto in ginocchio tanta parte del Paese, soprattutto al Sud. E’ mancata la capacità di pensare e proporre risposte adeguate ai problemi impellenti della mancanza di lavoro, della condizione giovanile e del disagio sociale. Qualcosa è stato fatto ma non basta.

Il voto siciliano ha risentito di tutto questo. Oltre ovviamente ad essere stato il frutto delle evidenti carenze del governo regionale che, al netto di alcuni interventi positivi, ha realizzato un esasperato turn over di assessori (oltre 50) senza precedenti, ha preferito gli annunci inconsistenti ai risultati concreti, eluso le indispensabili riforme, demolito la formazione professionale già in grave crisi e contrassegnata da diverse inchieste giudiziarie e non ha affrontato in maniera efficace i nodi dello sviluppo, della disoccupazione e della povertà dilaganti.

In queste condizioni, amplificate dalla scelta sbagliata della sinistra di Bersani e di Fava, le elezioni non potevano che avere un esito negativo rendendo vano lo sforzo e l’impegno del candidato presidente Fabrizio Micari e dei candidati all’Assemblea regionale.

In ragione del patrimonio di passione, competenza e impegno di cui comunque dispone il Partito democratico, non credo alla irreversibilità di questa fase negativa. Sono convinto però che la sconfitta non possa essere archiviata senza una riflessione profonda e decisioni adeguate, assunte a partire dal segretario del partito, per costruire all’interno del Pd una reale unità, e all’esterno una coalizione di centrosinistra che affronti le questioni più urgenti e possa essere competitiva e vincente alle prossime elezioni politiche.

On. Antonio Montagnino Laburisti Dem

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