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25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Istat, in Italia: 149 omicidi nel 2016

Redazione

25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Istat, in Italia: 149 omicidi nel 2016

Sab, 25/11/2017 - 09:19

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Nel 2014 sei milioni e 788mila donne sono state vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita, l’11% e’ stata vittima di molestia o violenza prima dei 16 anni. I dati sono stati resi noti dall’Istat in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne e delineano uno scenario preoccupante: sempre nel 2014 le vittime di stalking sono state 3 milioni 466 mila. Nel 2016 si sono registrati 149 omicidi di donne. Chi e’ stato ad ucciderle? Il partner in 59 casi, un familiare (33 casi), uno sconosciuto (21) un ex partner (17) non identificato (10) altro conoscente (9). Molto frequenti anche le molestie e i ricatti sessuali sul luogo di lavoro: nel 2015-2016 sono state un milione 404mila. Le donne vittime di violenze spendono anche denaro: in particolare nel 2014 il 16% ha acquistato farmaci, il 15% ha scelto di sottoporsi a cure psicologiche, il 12% ha pagato spese legali, il 5% ha subito danni alle proprieta’.

Sono 84 gli omicidi di donne nei primi nove mesi del 2017, in calo rispetto ai 109 nello stesso periodo del 2016. Di questi 61 si sono verificati in ambito familiare, e 31 sono stati femminicidi, termine non giuridico ma di uso comune, che identifica l’omicidio di una donna da parte di un uomo come forma estrema di prevaricazione. Sono i dati aggiornati della Polizia sugli omicidi volontari, che non tengono ancora conto di quelli che si sono verificati negli ultimi due mesi. Secondo il rapporto Eures in 10 mesi sono state 114 le donne uccise.

Sotto il profilo dei dati, a fronte di una diminuzione degli omicidi volontari negli ultimi 10 anni, quelli delle donne rimangono sostanzialmente invariati (le vittime erano 150 nel 2007 e 149 nel 2016) passando dal 24% rispetto al totale nel 2007 alla percentuale ben piu’ grave del 37% nel 2016. Secondo quanto emerge, il 73% delle uccisioni di donne avvengono tra le mura domestiche e nel 56% dei casi il carnefice e’ il partner o l’ex partner. Non tutti gli omicidi di donne in ambito familiare o affettivo sono, pero’, da considerare femminicidi, nel senso di uccisioni di donne in ragione del proprio genere. Degli 84 omicidi di donne nei primi nove mesi del 2017 (erano stati 109 nello stesso periodo del 2016), 61 si sono verificati in ambito familiare, ma sono 31 i casi in cui si puo’ propriamente parlare di femminicidio. Passando ai reati spia, che rappresentano degli indici importanti di un rapporto uomo-donna malato e che puo’ degenerare, questi sono i dati operativi in possesso delle forze di polizia: atti persecutori (di cui oltre il 72% in danno delle donne), 8.480 nel periodo gennaio/settembre 2017, a fronte di 10.067 nello stesso periodo del 2016 (-15,76 %); maltrattamenti in famiglia (di cui circa il 79% in danno delle donne), 9.818 nel periodo gennaio/settembre 2017, a fronte di 10.876 nello stesso periodo del 2016 (-9,73 %); violenze sessuali (di cui oltre il 90% in danno delle donne), 3.059 nel periodo gennaio/settembre 2017, a fronte di 3.095 nello stesso periodo del 2106.

Diventa fondamentale l’azione di prevenzione e di informazione, che la Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato realizza a livello nazionale attraverso il progetto Camper, in cui e’quipe multidisciplinari fatte di funzionari di polizia, medici, psicologi, rappresentanti di centri antiviolenza e altre istituzioni e associazioni impegnate su questi temi mettono a disposizione le proprie competenze per aiutare le donne a sentirsi meno sole e a liberarsi di violenze e sopraffazioni sempre nascoste. Campagna che nel corso di un anno ha portato a oltre 45.000 contatti che in 450 casi si sono tradotti in segnalazioni all’autorita’ giudiziaria. Da un punto di vista strettamente operativo, in tutte le Questure d’Italia e’ stato adottato dall’inizio dell’anno il protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite), uno strumento che codifica le modalita’ di intervento nei casi di liti in famiglia e consente di inserire nella banca dati delle forze di polizia (SDI) – indipendentemente dalla proposizione di una denuncia o querela – una serie di informazioni utili a ricostruire tutti gli episodi di violenzadomestica che hanno coinvolto un nucleo familiare. Protocollo E.V.A. che ha consentito finora di gestire e analizzare 3.607 segnalazioni portando in 62 casi all’arresto in flagranza e in 104 casi alla denuncia.
“Non basta applicare la legge, e’ necessario assicurare alla donna l’accoglienza, informazioni e sostegno necessari ad uscire dalla condizione di soggezione e isolamento che sta vivendo perche’ ogni episodio di violenza contro una donna e’ una sconfitta per tutti”, ha detto il Capo della Polizia, Franco Gabrielli.

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