Salute

Polo Civico, riflessioni del post incontro con Pietrangelo Buttafuoco

Redazione

Polo Civico, riflessioni del post incontro con Pietrangelo Buttafuoco

Ven, 13/10/2017 - 17:31

Condividi su:

CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Organizzare attività, assemblee, convegni costa fatica, ma se tali attività si limitano ad azioni di puro presenzialismo la fatica non viene compensata se non dalla vanità.
La presentazione del libro di Pietrangelo Buttafuoco, svoltasi martedì sera in un una gremita Sala Dante della Bilioteca “Scarabelli”, è avvenuta tra proposizioni accorate e documentate dello scrittore-giornalista e applausi della sala. Tutti d’accordo che in effetti di Strabuttanissima Sicilia si tratti e che non osiamo immaginare Quale altra rovina dopo Crocetta sia in corso di preparazione.
Il libro illustra “l’inferno” della politica politicante e individua responsabilità collettive cieche e persistenti, che questa campagna elettorale regionale non sta minimamente affrontando. “Dove, dove e dove sono andati tutti?” si chiede l’autore in un passaggio del suo libro. Appunto: dove è finita la voglia di costruire una Sicilia migliore per i nostri anziani, per i nostri figli, per i nuovi arrivati dal mare e dalle guerre, per il nostroambiente e la nostra storia?
Nel trasversalismo di sistema oggi dominante, destra dentro sinistra, sinistra dentro destra, centro dentro centro, si tessono trame sotterranee che sicuramente porteranno a risultati sorprendenti anche nel nostro territorio: avremo tre deputati della vicina Gela? Quali crediti avanzeranno, personalmente si intende, coloro i quali si sono prestati a fare campagne elettorali per compagini impresentabili sul piano degli evidentissimi “risultati” già ottenuti in passato per il bene comune?
Bene, quindi, l’esortazione di Buttafuoco a chiederci come fare per evitare la partenza dei nostri figli con un biglietto di sola andata (peraltro costoso), a non considerare le pensioni l’unico tesoretto economico, a valorizzare le nostre coste e i nostri beni culturali; ma come Officina della Partecipazione del Polo Civico “Leonardo Sciascia” sentiamo il dovere di andare oltre la domanda e cercare delle possibili risposte.
L’esempio fornito del due diligence di Detroit non ci convince del tutto. Crediamo che oltre a copiare alcune pratiche con coraggio e, come è stato detto, anche in maniera “traumatica”, serva attivare un processo di responsabilità dal basso. Ci sembra più vicino al nostro modello, quello di Porto Alegre e delle pratiche di co-produzione e co-decisione con i cittadini. Un modello che non azioni populismo, ma che azioni coscienza critica e azioni conseguenti. Un modello che consenta ai nostri figli di trovare nell’orizzonte nebbioso di
una politica che si auto-rappresenta, dei riferimenti culturali, morali, professionali, sociali – in una parola POLITICI – credibili di cittadinanza attiva.
Continuare a costruire proposte e momenti di discussione, crescita e confronto come quello di ieri sarà obiettivo dell’Officina.