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Caltanissetta, Officine della partecipazione del Polo Civico e “L. Sciascia” aderiscono al digiuno per le modifiche alla legge sulla cittadinanza

Redazione

Caltanissetta, Officine della partecipazione del Polo Civico e “L. Sciascia” aderiscono al digiuno per le modifiche alla legge sulla cittadinanza

Ven, 27/10/2017 - 21:57

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CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. La Legge 91 del 05/02/1992 è stata sottoposta a riforma con una proposta dell’1 agosto 2001 (legge TurcoViolante n.1463); venne poi ripresa nel 2006 da Giuliano Amato; nel 2009 i deputati Andrea Sarubbi (Pd) e Fabio Granata (Popolo della Libertà) proposero una riforma bipartisan della cittadinanza, che però si fermò nel 2010 per il timore dello stesso PdL di esporsi su questo tema all’inizio della campagna elettorale per le regionali. Un nuovo testo della legge d’iniziativa popolare fu depositato alla camera il 5 febbraio del 2012 grazie ad una ventina di associazioni che lanciarono la campagna l’Italia sono anche io.
Dopo un iter parlamentare decennale la legge è stata approvata alla Camera e prevede norme di tutela dell’acquisto della cittadinanza da parte dei minori. La riforma, tra ius soli temperato e ius culturae, avrebbe un bacino di 800mila potenziali beneficiari immediati (il 74% dei minori stranieri in Italia) e 58mila beneficiari ogni anno. Ma il testo, approvato alla Camera il 13 ottobre 2015, da due anni è fermo al Senato (A.S. 2092) e in atto non è stato calendarizzato.
Anche la recente discussione conseguente alla presentazione da parte del cardinale Francesco Montenegro, presidente di Caritas italiana, a del dossier Immigrazione 2016, rileva le incoerenze e le ipocrisie di una politica che non sa rispondere all’ingiustizia e al governo di una realtà esistente.
Prima dei valori contano le opportunità politiche e la ricerca del consenso? Ci sembra che anche questa campagna elettorale regionale ignori il problema e nessuno si sia fatto portavoce convinto e coraggioso di una battaglia di civiltà, di cui proprio la Sicilia è protagonista, volente o nolente.
Per questi motivi condividiamo l’iniziativa simbolica dello sciopero a staffetta, secondo quanto espresso già oggi nella conferenza-stampa svoltasi presso la Casa delle Culture ed il Volontariato insieme a diverse realtà associative territoriali, per sensibilizzare i senatori ad una veloce e convinta approvazione della legge.
Abbiamo FIDUCIA che la fiducia non serva ai nostri politici solo per i loro interessi ed equilibri elettorali, ma che serva per raggiungere traguardi di umanità e di giustizia.

Non discuterò qui l’idea di Patria in sé. Non mi piacciono queste divisioni.
Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro.
Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri.
E se voi avete il diritto (…) di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. E almeno nella scelta dei mezzi sono migliore di voi: le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare, distruggere, far orfani e vedove.
Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto.
(Don Lorenzo Milani, “L’obbedienza non è più una virtù”, 1965)

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