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Stragi mafia: muore “Faccia da morto”, restano i suoi misteri

Redazione

Stragi mafia: muore “Faccia da morto”, restano i suoi misteri

Lun, 21/08/2017 - 20:02

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Quattro procure – Palermo, Caltanissetta, Catania e Reggio Calabria – e l’antiterrorismo hanno indagato su di lui. Scavato e scavato a lungo tra carte e testimonianze. Senza pero’ arrivare alle presunte responsabilita’ che qualcuno gli ha attribuito. E se davvero era l’uomo dei segreti, di mafia e non solo, quei segreti se li e’ portati via per sempre. In riva al mare, mentre tirava a secco la sua barca. Un malore sulla spiaggia di Montauro, sulla costa ionica catanzarese, dove viveva da anni, ha fermato il cuore di Giovanni Pantaleone – piu’ semplicemente Giovanni – Aiello, 71enne ex poliziotto della Squadra Mobile di Palermo piu’ noto con il soprannome di “Faccia da morto” a causa di una guancia sfregiata per motivi mai definiti, forse un’esplosione o una sparatoria, e piu’ volte chiamato in causa quale presunto punto di contatto tra cosche di Cosa Nostra e servizi segreti, in relazione a vari fatti di sangue di mafia degli anni ’80 e ’90. Hanno provato a rianimarlo con un defibrillatore, li’ sulla spiaggia, ma tutto inutile.
Una morte-beffa per chi indaga: e’ arrivata a distanza di pochissimi giorni dal riproporsi dell’ennesimo mistero sulla sua figura e i suoi presunti rapporti con Bruno Contrada. La Procura di Reggio Calabria sta indagando sull’ipotesi che negli anni delle cosiddette ‘stragi continentali’ di mafia fosse in atto un accordo – anche operativo – tra ‘ndrangheta e Cosa nostra, obiettivo destabilizzare lo Stato. Una scia di sangue nella quale si iscrivono – secondo l’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo – anche gli attentati con bersaglio i carabinieri e che nel 1991 sono costati la vita ai brigadieri Fava e Garofalo.

di Enzo Castellano – AGI