Salute

Mussomeli, randagi pelle e ossa e contestazione

Carmelo Barba

Mussomeli, randagi pelle e ossa e contestazione

Lun, 26/06/2017 - 11:32

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MUSSOMELI –  Due randagi pelle e ossa che a guardarli fanno davvero pena, si aggirano per le vie cittadine, e scatta la contestazione. E se in altri tempi la domanda sorgeva spontanea, come diceva l’indimenticato Antonio Lubrano, oggi in tempi di social la stessa viene condivisa col mondo intero. “Questi due cuccioli pelle ossa si aggirano vicino la pasticceria Mingoia a Mussomeli. Mi chiedo: possibile che li vediamo solo noi volontarie questi cagnolini randagi oppure c’è qualcuno che fa finta di non vederli? Paese mio per quando riguarda l’argomento animali fai veramente pena!”. Così l’altro ieri Letizia Ladduca, volontaria dell’associazione “Cuore randagio” che da mesi si prende cura a proprie spese e senza un briciolo di aiuto pubblico, dei randagi che vivono per strada. Immediata la condivisione del post che nell’intera penisola sta alimentando l’immagine di una Mussomeli che per quanto riguarda l’interesse e la cura verso i randagi, non può certo dirsi un’isola felice. Anzi! E di pochi mesi fa infatti l’uccisione di diversi randagi e cani domestici ad opera di bocconi avvelenati lasciati lungo le strade periferiche. A questo si aggiunga la polemica, ancora non sopita, del trasferimento a Crotone, dei randagi custoditi per conto del Comune in due canili di Mussomeli e Montedoro. Per non parlare della pessima abitudine (per altro penalmente rilevante), di abbandonare gli animali. A questa brutta pagina fa da contraltare la storia di Dino e Macchia che ogni giorno continuano a scodinzolare dietro alle operatrici comunali addette alla pulizia delle strade cittadine, (ex RMI) che si prendono cura di questi due randagi abbastanza cresciuti, e danno loro da mangiare e da bere. Le operatrici vorrebbero adottarli come cani da quartiere, ma non avendo la possibilità di   un posto dove tenerli, hanno lanciato un appello tempo addietro che però non è stato raccolto, né dagli enti pubblici né dai privati. E dire che se una cosa non manca a Mussomeli, sono gli spazi. (di ROBERTO MISTRETTA)

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