Salute

Mussomeli, canile e tensioni per trasferimento cani a Crotone con animalisti che bloccano operazioni trasporto

Carmelo Barba

Mussomeli, canile e tensioni per trasferimento cani a Crotone con animalisti che bloccano operazioni trasporto

Ven, 19/05/2017 - 14:14

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MUSSOMELI –  Tensione alle stelle ieri pomeriggio nel canile sanitario di Elio Ferreri ubicato in contrada Cermano, dove associazioni animaliste ed altri si sono opposti al trasferimento a Crotone dei 45 randagi ivi custoditi per conto del Comune di Mussomeli. Comune che a seguito di regolare procedura ha affidato alla ditta Mister dog di Rocca di Neto (Kr), la custodia e il mantenimento di tali randagi ad un prezzo competitivo, ovvero meno di 2 euro al giorno per singolo animale. E così già mercoledì sera, dalla Calabria sono arrivati a Mussomeli tre dipendenti della “Mister dog” a bordo di due furgoni contenenti in totale 19 gabbie per il trasporto degli animali, “Gabbie non a norma e fatte artigianalmente” hanno contestato gli animalisti. Il titolare del canile, che da parte sua ha presentato una denuncia al Ministero della Sanità, è stato quindi avvisato per organizzare il trasferimento dei cani alle 14.30. Ma oltre ai dipendenti calabresi accompagnati dai vigili urbani, sul posto si sono portati anche i carabinieri, gli animalisti dell’associazione “Cuore randagio”, Fabio Calì della Lida con le guardie zoofile, familiari del titolare del canile ed in ultimo i veterinari dell’Asp fatti intervenire dalla Polizia municipale. Oltre a  singoli amanti degli animali che hanno parlato apertamente di maltrattamenti con un trasporto siffatto e si sono detti disposti ad adottare tutti i cani ivi custoditi, pur di scongiurare il trasferimento in quelle gabbie. E mentre Fabio Calì e l’associazione “Cuore randagio” hanno contestato la regolarità delle gabbie, la loro capienza, la distanza delle barre, fetore di vernice negli abitacoli, mancanza di climatizzazione nei mezzi, mancanza di ciotole d’acqua nelle gabbie ed altre manchevolezze ancora, di parere completamente avverso è stato il servizio veterinario che ha dichiarato che il trasporto dei randagi era fattibile, a patto di utilizzare soltanto le gabbie basse e non quelle poste sopra, ad evitare che l’urina degli animali sovrastanti potesse irrorare quelli posti nelle gabbie più basse. E mentre i carabinieri hanno identificato i dipendenti calabresi e gli estremi dei mezzi per verificarne l’adeguatezza al trasporto degli animali, qualcuno che ama gli animali ha perso la pazienza ed è volata qualche parola di troppo, con l’immediato intervento delle forze dell’ordine per riportare la calma. Cinzia Calà di Cuore randagio: “Nel caso in cui davvero pensassero di portarsi via i cani, noi siamo perfino disposti ad intestarcene dieci a testa pur di continuare a farli vivere qua dove sono magnificamente accuditi in recinti adeguati, e dove li manterremmo a spese nostre, perché farli viaggiare in queste condizioni significa maltrattarli. Abbiamo già fatto adottare 40 cani in 6 mesi e siamo certi di poter fare adottare anche questi”. Erika Diliberto: “Sono qui per difendere questi cani e credo che, al di là di questo momento, per combattere il randagismo serva una sensibilizzazione contro l’abbandono degli animali e una seria campagna di sterilizzazione. Non è certo trasferendo i randagi, il modo giusto di approcciare il problema”. Sebastiano Luvaro: “Sono qui per appurare se ci sono le condizioni per trasferire questi animali nel pieno rispetto delle leggi visto che stiamo parlando di animali i cui diritti andrebbero tutelati e non credo che farli viaggiare su questi due furgoni lo sia, e non oso immaginare cosa li aspetti nel canile dove sono destinati”.  Un dipendente della Mister dog però ribatte: “Noi abbiamo tutto in regola, sia i mezzi che le gabbie, certo non potremo trasferire tutti i cani in un solo viaggio. Disponiamo di 19 gabbie e in base alla taglia, possono trovarvi posto 1 o 2 cani. Col nostro lavoro capita di trovare queste accoglienze/contestazioni, ma siamo i primi ad invitare gli animalisti a venirci a trovare a Crotone per verificare come vengono trattati gli animali”. (di Roberto Mistretta)

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