Salute

Mussomeli, al “M. I. Longo” lungodegenza e buona sanità

Carmelo Barba

Mussomeli, al “M. I. Longo” lungodegenza e buona sanità

Mar, 28/03/2017 - 16:10

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MUSSOMELI –  Anche l’ultima unità operativa nata in ospedale, la Lungodegenza, eroga buona sanità, come testimonia Domenico Delemmi, lavoratore forestale di Valledolmo che in tale reparto ha avuto ricoverato suo padre, l’ultranovantenne Giovanni, per i postumi di un devastante ictus cerebrale. Costola della Medicina diretta dal dott. Saverio Sciarrino, la Lungodegenza, dopo i vari appelli dei sindacati, Cgil e Nursind soprattutto, fu aperta nell’aprile del 2016, per precipua volontà del management aziendale guidato dal dott. Carmelo Iacono.  Qui operano soprattutto infermieri provenienti da Pediatria e Ostetricia, collaborati da Oss e ausiliari, con la supervisione delle dottoresse Maria La Sala, Giuseppa Raspa e Lucilla Mantione che, certo non senza difficoltà, ogni giorno si dividono tra i pazienti di Medicina e Lungodegenza. Nella sua lettera aperta, Domenico Delemmi scrive: “La buona sanità esiste e si trova a Mussomeli in provincia di Caltanissetta, all’ospedale “Maria Immacola-Longo” nel reparto Medicina/Lungodegenza. In quest’ultimo reparto mio padre è stato ricoverato per 45 giorni. Colpito da ictus, dopo il ricovero a Caltanissetta è stato qui trasferito per essere stabilizzato. Papà è rimasto semiparalizzato e quindi inizialmente era incapace perfino di bere, ma piano piano grazie alle cure amorevoli e professionali del personale, oltre ovviamente alla sua forte tempra e nonostante la sua bella età, ha recuperato. Il personale di reparto se ne prendeva cura con dedizione e professionalità, dandogli anche da mangiare se io ritardavo. Oggi che è tornato nella nostra Valledolmo grazie anche alla Croce Rossa di Mussomeli che ha messo a disposizione la propria ambulanza ed il personale, non posso fare altro che pubblicare questa lettera ringraziando i medici, tutti gli infermieri e tutti gli ausiliari, persone di grande umiltà e passione per il loro lavoro, con l’auspicio sincero che Iddio ve ne renda merito”. (FONTE: LA SICILIA ( R.M.)