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La tragicomica schedina di Palazzo del Carmine

Michele Spena

La tragicomica schedina di Palazzo del Carmine

Ven, 10/03/2017 - 00:37

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Il polo civico ed i centristi attaccano il PD, addebitando allo stesso la paralisi politico amministrativa della Città. Il PD risponde proclamandosi irritato e chiede una “verifica” al sindaco dell’esistenza dell’alleanza tra le tre “gambe”, oggi piuttosto zoppicanti, che sostengono il progetto civico partitico di Giovanni Ruvolo, annunciando conferenze stampa, dall’esito, invero, piuttosto scontato.
L’opposizione esce con i soliti comunicati stampa fotocopia, più somiglianti a trascrizioni di sedute dallo psicoterapeuta di training autogeno, perfettamente sovrapponibili al comunicato del mese prima, del mese prima ancora, eccetera, eccetera, cha però sono di grande aiuto per affrontare la rabbia.
Nel totale disinteresse della cittadinanza, i soli addetti ai lavori, intrecciano i pronostici.
1) L’alleanza si spacca ed esce il PD;
2) L’alleanza si spacca ed escono il Polo Civico ed i Centristi;
X)​Il Sindaco, come sempre, effettuerà una veloce trasfigurazione delle reciproche accuse al vetriolo dei litiganti, presentandola alla Città come positiva espressione partecipativa ed esempio di dialogo attivo, e tutto tornerà velocemente come prima, tutti insieme, reciprocamente dannati ma contenti di conservare le poltrone.
Noi riteniamo che prevarrà la “X”, ma confidiamo di essere contraddetti e sacrificare il nostro pronostico su una reale possibilità che qualcosa cambi. Peccato che la Città non farà tredici, in nessuno dei tre casi.
Metafore a parte il polo civico, al di là dei tecnicismi sulle commisisioni ha posto delle questioni piuttosto serie e urgenti.
La Città non solo è, ma appare, indebolendosi nel proprio prestigio ed autorevolezza, priva di una concreta guida politico amministrativa, strumento di perversi giochi di potere utili solo a chi li esercita.
I soli segni di vita appaiono le estemporanee uscite dei nostri (ainoi) rappresentanti, che sembrano vivere un illusoria aurora tardo adolescenziale, lontana dalle problematiche giornate di ventiquattro ore dei nostri stanchi cittadini. Per loro è sempre tutto bello e divertente, ma ecco quello che vedono le persone fuori dai palazzi:
Il sogno del centro storico si è trasformato in un incubo;
L’Amministrazione partecipata è solo un’icona vuota di contenuti;
La raccolta differenziata dei rifiuti, ad oggi è solo un miraggio;
La programmazione della spesa dei fondi europei è l’allegoria della Roma di Nerone, con un perverso meccanismo che in luogo di trovare nuovi risorse ha collezionato una perdita di finanziamenti già disponibili che non ha precedenti;
Per attivate un normale ufficio dell’avvocatura presente in tutti i comuni di Italia è dovuto intervenire il Consiglio Nazionale degli Avvocati;
I Dirigenti preferiscono perdere il posto di lavoro che operare nel nostro Comune;
Il viadotto San Giuliano pericolante, (altro che opere di compensazione) che impedisce l’accesso alla città è il simbolo di un territorio che invece di aprirsi all’area vasta, tende sempre più a chiudersi in se stesso, con la borghesia ed i giovani che fuggono ed i fenomeni di ghettizzazione che proliferano.
Qualche giorno fa, un emittente locale ha diffuso un servizio in cui il sindaco e due assessori comparivano davanti alle telecamere compiaciuti nel mostrare una strada appena rattoppata in maniera grossolana, autocelebrando le proprie capacità nell’avere (provvisoriamente) permesso ad un disabile con sedia a rotelle di entrare a casa. Era il quartiere Provvidenza e tutto attorno crolla inesorabile mentre il cantiere della rinascita continua ad essere bloccato senza un perché. Questo è il simbolo della dimensione dell’efficienza che i nostri amministratori si prefiggono come target, tanto da mostrarla in pubblico.
Tutto quanto promesso e professato si è tradotto nell’opposto, in un grottesco gioco di visibilità in cui tutto fa brodo per un post su FacebooK o per un Twett.
Politici, Amministratori, sorprendeteci.
Offriteci il brivido di giocarla la schedina, anche l’amarezza di perdere, ma non toglieteci anche l’intrigante sapore dell’incognita.
Offriteci l’illusione di essere ancora gli abitanti di una Città, e non di un centro sperduto e dimenticato.
Siate generosi nell’evitare di propinarci la solita sceneggiata, in cui un mese si un mese no vi inventate una lite, per poi perdonarvi, come fanno le coppie stanche e consumate per alleggerire l’interminabile e noioso menage.
Per ora ci limitiamo a pronosticare, tristemente certi che sarà ancora una X.

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