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La riflessione di Arcangelo Pirrello: “Scipione l’Emiliano”

Redazione

La riflessione di Arcangelo Pirrello: “Scipione l’Emiliano”

Lun, 06/03/2017 - 23:06

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Cosa c’entra il governatore dell’ Apulia con il condottiero romano che nel 146 ac cosparse il sale su Cartagine distrutta?
Non solo per il cognome, e non solo perché anche il corpulento barese è un magistrato come il più famoso Pubblio Cornelio Scipione. Il fatto è che anche lui, il barese, che pure si dichiara apertamente comunista, ha buttato il sale su una Cartagine distrutta: il PCdI (Partito Comunista d’Italia) nato su precise istruzioni del Komintern il 21 gennaio 1921 al teatro San Marco di Livorno da Amadeo Boldriga, Antonio Gramsci, Umberto Terracini, Palmiro Togliatti e, ultimo non ultimo, anzi primo: Pietro Bombacci, orwellianamente cancellato da quasi tutte le memorie storiche in quanto compare (non so se di battesimo o di anello), insieme a Pietro Nenni, di Benito Mussolini.
​L’aspersione abbondante di cloruro di sodio da parte di Emiliano è avvenuta nella “mezzora” domenicale della nota Annunziata Lucia, quando alla fine, lui comunista, si è retoricamente chiesto cosa avesse fatto in mille giorni di governo il suo ex amico Renzi (Achtung Minen) per condurre o quantomeno proporre un’ Europa Unita con una propria difesa. “Quella difesa”: per intenderci, non terzini, libero e portiere, ma esercito, marina, aviazione).
​E’ sempre importante tenere sempre ben presenti i caposaldi, i punti di riferimento, altrimenti si rischia di fare il giro su se stessi e si scopre…il punto di partenza. Personalmente credo di essere ben attrezzato: oltre a riconoscere facilmente la Polaris dell’Orsa Minore, posseggo un’intera collezione di bussole ad ago magnetico, non fidandomi affatto della bussola sul telefonino. Ed è per questo che domenica 5 marzo sono “saltato dalla sedia” non solo per avere scoperto che i miei ideali di una vita erano ora patrimonio proprio di un comunista dichiarato, ma anche per il fatto che l’affermazione di Emiliano sia passata inosservata, quasi come una trovata per togliere la cadrega sotto al culo del “maledetto toscano”.
​L’Europa unita. Un sogno che superava e andava oltre gli infami accordi di Yalta dove Churchill, Roosevelt e Stalin, l’Europa (soprattutto Roosevelt e Stalin) se la sono spartita con il doppio decimetro. Un’ Europa unita non può che essere “politicamente unita”, il resto viene da solo: un unico governo sovrano, un’unica difesa, un’unica politica estera e naturalmente un’unica politica economica e un’unica moneta. Quella che da ragazzi inneggiavamo come Europa Nazione, ossia quanto di più lontano dall’internazionalismo comunista e dall’imperialismo statunitense.
Una Nazione, l’Europa, con comuni radici religiose e culturali, che già esiste da secoli, che va dall’atlantico agli Urali (altro che Area Schengen) e il cui compimento, nel primo novecento, fu impedito dall’ ottusità delle famiglie post medievali: durante la sanguinosa prima guerra mondiale Guglielmo II Kaiser di Germania e Giorgio V dell’impero britannico erano primi cugini, entrambi nipoti della Regina Vittoria, e lo Zar Nicola II era imparentato con entrambi; ebbene, per questi “cuginetti e amichetti” morirono milioni di uomini nelle trincee. Poi subentrarono gli artificiosi nazionalismi di frontiera che portarono alla catastrofe della seconda guerra mondiale e poi ancora gli opposti imperialismi degli stati uniti d’America e dell’unione sovietica.
Non bisogna far torto ai padri dell’Europa tra i quali Adenauer, Robert Schuman, Alcide De Gasperi e lo stesso Winston Churchill, che pure fu tra i primi ideatori dell’Europa Unita: in quelle condizioni, dopo Yalta, con i blocchi contrapposti del patto atlantico e del patto di Varsavia, con la Germania spaccata a metà, con l’ unione Sovietica e l’occupazione – tutt’ora perdurante – degli Stati Uniti con le basi militari, in Italia e Germania, fecero quello che poterono, con la CEca ed altri piccoli passi durati più di mezzo secolo.
Una spinta notevole sembrava essere arrivata con il collasso dell’unione sovietica ma gli americani si guardarono bene dal ritirare le truppe dall’Italia e dalla Germania e d’altra parte, gli americani sono gli ultimi ai quali può risultare gradita una forte Europa unita. Intanto subentrò la globalizzazione e si finì con il fabbricare l’Europa …al contrario: iniziando dall’unità monetaria e una parziale unità economica. Una “cosa” utile solo alle grandi massonerie economiche che ha finito con lo schiacciare la sovranità dei popoli. Gli “illuminati”, ricordo tra tutti Romano Prodi e Pierferdinando Casini (non più pervenuti), parlarono allora di “gigante economico” anche se ancora “nano politico” e “verme militare”; oggi è sparito anche il gigante economico se non quello tedesco. I nani e i vermi ci sono tutti.
Intanto c’è un’ importante novità: negli Stati uniti viene eletto un discusso presidente biondo spaccone e corpulento, che tra le altre amenità e gli altri dispettucci che fanno mangiare il fegato al potere del polically correct clintoniano, mette in discussione la stessa NATO e dice all’Europa che deve pagare altrimenti ritira le truppe. Naturalmente, da questa parte dell’Atlantico, invece di gioire poiché così si eliminerebbe il maggiore ostacolo alla vera Unità d’Europa (le truppe americane dentro casa), si continua a condiscendere al nostalgico e stucchevole pianto salottiero della parata obamiana; povera Nency Pelosi.
Tranne poi a rassegnarsi al muos di Niscemi (CL – SICILY), dove si è sbagliata battaglia e addirittura si è sbagliato fronte: il sistema M.U.O.S. (un’antenna alla fine) con le sue terribili onde elettromagnetiche non produce alcun inquinamento significativo. Solo che siccome di muos ce ne sono solo quattro nel pianeta, se dovesse scoppiare una guerra – più che mai possibile altrimenti, perché tutti si stanno armando? o ancora, a cosa servirebbe lo stesso M.U.O.S. che assiste solo navi da guerra e aerei militari statunitensi? – voi, al posto del nemico degli stati uniti, dove la piazzereste una piccola bombetta nucleare tattica se non a Niscemi –Sicily (mediterraneo quanto al fall-out radioattivo)?
Ecco quale deve essere l’argomento per la prossima letterina o telefonatina di Gentiloni o Alfano a Trump; paghi lui piuttosto e molto molto caro o ritiri tutto; tutto quanto; altro che onde elettromagnetiche. Ma com’è noto “Faltan cabezas”…cabezas pensantes y las bolas. Ma la vera domanda è quanto dureranno? Voglio dire Alfano e Gentiloni, non Trump.
Tornando a Emiliano. Vuoi vedere che se diventa presidente del PD e si presenta alle elezioni come premier dovrò votare per i catto-comunisti? Certo si è che l’ultimo politico italiano a cui ho sentito parlare di Europa unita (e nemmeno di difesa unica) è stato Giorgio Almirante (in piedi). Ebbene sia pure, ma la cosa che mi indispettisce è la quasi certezza che il governatore Michele Emiliano, simpaticissimo per la verità, non si sia reso conto del “danno” che ha combinato.
Arcangelo Pirrello