Salute

Rete degli studenti Medi: Marsala e l’edilizia scolastica che si rinvia a giudizio

Redazione

Rete degli studenti Medi: Marsala e l’edilizia scolastica che si rinvia a giudizio

Gio, 23/02/2017 - 10:57

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Ci arriva in queste ore la notizia del rinvio a giudizio della preside di un liceo classico di Marsala (TP). Sarebbe accusata di non aver rispettato le misure idonee alla sicurezza per gli studenti del suo istituto. 

Assente nella scuola un impianto di allarme con altoparlante, chiusa un’uscita di sicurezza e non funzionante parte dell’impianto di illuminazione di sicurezza. 
 
“Condizioni queste assolutamente rischiose per un istituto scolastico superiore che raccoglie un bacino di centinaia di studenti.” dichiara Flavio Lombardo, coordinatore regionale della Rete degli Studenti Medi. 
 
Sono infatti continue le segnalazioni e le denunce ai dirigenti di istituti non a norma, parliamo di una percentuale elevatissima, del 75% sul territorio nazionale, più della metà della quale si trova nel Sud Italia e in particolar modo in Sicilia (22%). Numerosissimi sono stati negli ultimi anni i casi di vittime dell’edilizia scolastica, con tanti feriti e alcuni miracolati e non solo tra gli studenti ma anche tra docenti e personale ATA. 
 
Altre contestazioni alla preside sono state la mancanza di interventi per garantire la sicurezza, la salute dei lavoratori, la pulizia dei locali esterni, la designazioni di un professionista privo dei necessari requisiti di legge e la mancata formazione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza.
 
“Continuano a prometterci tavoli tecnici sempre aperti e mai portati effettivamente a termine.” continua Lombardo. 
 
Non sappiamo quali siano le effettive responsabilità della dirigenza ma sicuramente questo rinvio a giudizio è un esempio della condizione di insicurezza ed illegalità che si vive tra i banchi di migliaia di scuole siciliane, anche per l’assenza di adeguati interventi ministeriali e regionali.
“In ogni caso non ci fermeremo, continueremo a scendere in piazza se necessario perché gli studenti e la loro istruzione non devono essere abbandonati.” conclude.

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